venerdì 9 marzo 2012

Rigassificatore di Porto Empedocle: rinviato di un anno l'inizio dei lavori

Ieri sera è stata convocata una seduta straordinaria del consiglio comunale di Porto Empedocle per fare il punto sullo stato dell'arte dei lavori di costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, rinominato rigassificatore “Valle dei Templi” per la vicinanza al parco archeologico di Agrigento, patrimonio Unesco (nella foto Venturi, Armao, Conti e Lombardo sorridono raggianti dopo la firma dello "storico" accordo del 2009 sul rigassificatore). Erano presenti nella seduta del consiglio comunale esponenti dei sindacati agrigentini e rappresentanti della società empedoclina. Era atteso anche l'intervento dell'ing. Giuseppe Luzio, a.d. della società Nuove Energie-Enel, che avrebbe dovuto costruire l'impianto gasiero, per dare notizie precise sull'inizio dei lavori e sulle potenzialità occupazionali degli stessi. Luzio non si è presentato ed ha inviato una lettera che è stata letta dal presidente del consiglio comunale, con cui comunicava il rinvio dei lavori almeno di un anno in attesa di accertamenti sull'area che avrebbe dovuto ospitare il rigassificatore. Grande è stata la delusione dei disoccupati e dei sindacalisti, che da molti anni vanno speculando sui posti di lavoro scaturenti a Porto Empedocle dalla realizzazione dell'impianto industriale, cosa del tutto falsa come vedremo più avanti. La notizia del rinvio dei lavori ha altre motivazioni e le comprende bene chi sa leggere l'informazione economica a 360 gradi, non limitando lo sguardo al proprio orticello. Ieri c'è stata a Roma la presentazione, agli analisti economici di tutto il mondo, del piano industriale di Enel per il quinquennio 2012/2016 e la multinazionale dell'energia italiana era fortemente interessata a rassicurare i mercati della riduzione del proprio enorme indebitamento che ammontava alla fine del 2011 a circa 50 miliardi di euro. A Enel temono un declassamento (downgrade) da parte delle società di “rating” come Standard & Poor's e Moody's e l'amministratore delegato Fulvio Conti ha messo le mani avanti dichiarando che un eventuale dawngrade alla tripla B non li preoccupa, perché tra l'altro sarebbe in linea con la credibilità dell'azienda Italia. Sciocchezze! Eccome se li preoccupa. Intanto non ha convinto per niente i mercati, infatti in due giorni le azioni Enel hanno perso più di 7 punti percentuali. Conti ha promesso, per tranquillizzare gli analisti economici, che nell'arco del quinquennio porterà l'indebitamento intorno ai 30 miliardi di euro, ma va detto che l'eventuale downgrade renderebbe impossibile questa operazione di riduzione del debito, perché anzi l'aumenterebbe, dato che il declassamento significa in prima battuta retribuire a un tasso più oneroso i crediti forniti da banche e investitori istituzionali. Conti ha promesso che ridurrà, allora, gli investimenti. Ha dato assicurazione che non si porterà a compimento l'ampliamento della centrale a carbone di Porto Tolle, mentre per il rigassificatore di Porto Empedoche ha detto che ci vorranno tempi lunghi. Questa dichiarazione, unita a quella dell'a.d. Luzio di Nuove Energia del rinvio di un anno dei lavori, lascia sperare che Enel stia pensando a rinunciare al rigassificatore di Porto Empedocle, come ha fatto British Gas per Brindisi. E tra le motivazioni che Enel non dice, come del resto British Gas, c'è certamente quella vera e cioé che il mercato del gas nel mondo è cambiato, dopo la scoperta dello "shale gas" (gas non convenzionale) a seguito della quale paesi come gli Usa e la Cina, che prima erano i più grandi importatori di gas, oggi sono autosufficienti per cui nel mondo c'è un'enorme offerta di gas e costruire nuovi rigassificatori è diventato antieconomico. Ancora è presto per dirlo, ma la possibilità che il rigassificatore di Porto Empedocle non si faccia più è molto concreta. E ai disoccupati di Porto Empedocle vogliamo ricordare che sono stati presi in giro per diversi anni da sindacalisti non certamente disinteressati, per le seguenti considerazioni: nel rigassificatore di Rovigo, ultimati i lavori, è stato impiegato un solo cittadino veneto. Tutti gli altri sono tecnici specializzati stranieri. Basterebbe costruire nell'area Asi di Porto Empedocle un ipermercato per dare lavoro a non meno di 400 dipendenti generici. Per quanto riguarda l'occupazione durante i lavori di costruzione del rigassificatore, anche in ciò i sindacalisti hanno mentito. La maggior parte dei lavori, infatti, non prevede il coinvolgimento di manodopera generica ma soprattutto movimenti di terra. E, in Sicilia, sappiamo bene a chi fanno gola questi lavori. Gaetano Gaziano

3 commenti:

Francesco ha detto...

Ottimamente scritto!

gaetano gaziano ha detto...

Grazie!

Anonimo ha detto...

Complimenti per l'eccellente articolo, che peraltro avevo già apprezzato su un portale locale.
E' un raro esempio di informazione vera.

Cordialmente,
-angelo calamita