martedì 27 novembre 2012

SOSPESI GLI AIUTI DI STATO AI RIGASSIFICATORI DIETRO L'INTERVENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITATO DALLE NOSTRE ASSOCIAZIONI.

La notizia è importantissima l'Autorità italiana per l'Energia e il Gas con delibera n.451 del 31.10.2012 ha sospeso gli aiuti di Stato alle aziende che costruiscono e gestiscono i rigassificatori. Gli aiuti, che tecnicamente vengono definiti “fattore di Garanzia (FG)”, erano stati concessi dalla predetta Autorità con la precedente delibera n.178 del 2005, che prevedeva il pagamento alle aziende gasiere del 71% dei ricavi di riferimento (mediamente 3 miliardi di euro l'anno) per 20 anni anche se non avessero prodotto un solo metro cubo di gas. La sospensione è intervenuta dopo che la Commissione Europea ha chiesto chiarimenti alla rappresentanza italiana permanente al Parlamento Europeo con lettere del 14 giugno 2010 e del 16 maggio 2012. Bisogna ricordare che la Commissione Europea si è attivata a seguito della denuncia presentata nel febbraio 2009 (registrata al n. CP 81/2009) dalle nostre associazioni, la mia “Salviamo la Valle dei Templi”, “Il Cerchio” gestore del parco letterario Luigi Pirandello di Dino Barone, Confimpresa Euromeda di Alessio Lattuca, che avevano denunciato la violazione del principio della libera concorrenza del mercato sancito da Trattato Europeo. Ancora prima la Commisssione Europea aveva chiesto chiarimenti al Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi apprendiamo la bellissima notizia che l'Autorità per l'Energia e il Gas ha sospeso il fattore di garanzia (FG), che poi non è altro che un nuovo odioso balzello, in quanto la spesa, che consiste in parecchi miliardi di euro, verrebbe gravata sulle bollette degli Italiani, per assicurare profitti illeciti alle multinazionali. In Italia la lezione dell'Ilva di Taranto, che ha distrutto l'ambiente di quella città e provocato morti per tumore e nati malformati, non è valsa a niente e la strategia di finanziare, con la complice connivenza delle istituzioni, opere faraoniche che non servono a nessuno solo per favorire il business delle lobby sembrava non volere arretrare. Almeno fino alla notizia di oggi della sospensione del fattore di garanzia alle multinazionali che costruiscono i rigassificatori. E ciò, unitamente ai mutati scenari mondiali dell'energia, ci dà la forte speranza che non venga realizzato più l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Gaetano Gaziano, presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ottima notizia: che se lo facciano a spese loro, 'sto bombolone!

Anonimo ha detto...

Ottima notizia: che se lo facciano a spese loro, 'sto bombolone!
-ac

Anonimo ha detto...

avevano perso del tempo questi ministri e questi " onorevoli " che spingevano per il riga .... la Sicilia NON HA BISOGNO DEL GAS .... che ogni regione provveda autonomamente al suo fabbisogno , sembra già a dirlo una pazzia , un rigassificatore nella valle dei templi , o un rigassificatore nella zona industriale più pericolosa è fatiscente d'Europa, quella di Priolo per intenderci...
Concetta

Maori padre ha detto...

Ho trovato per caso il seguente articolo che sembra avvalorare la tua tesi.
"L’autentica priorità è quella di fare del nostro Paese un hub del gas: nel concreto si tratta di costruire rigassificatori e nuovi metanodotti, si dice, per aumentare la sicurezza e la concorrenza e al fine di abbassare i prezzi. Da anni ciclicamente si torna a parlare del nostro paese come di un possibile centro di arrivo e smistamento di gas per l'Europa. Il ministro attuale rispolvera dunque un progetto caro ai suoi predecessori (Bersani) e condiviso anche dall’allora ministro delle infrastrutture, Antonio di Pietro, che nel 2006 parlava della necessità di costruire 11 rigassificatori. Il termine "hub del gas" non rappresenta affatto una formula in grado di abbassare il costo del gas che consumiamo: il discorso è esente da certezze e i rigassificatori non sono impianti pronti a ricevere gas liquefatto (GNL) bypassando i metanodotti, ovviamente a prezzi concorrenziali. E' un'illusione pensare che attraverso i rigassificatori ci si rivolga solo al mercato spot (quello alimentato in borsa dal trasporto su nave) senza avere alle spalle contratti di fornitura a lungo termine (quelli siglati con i Paesi grandi produttori che spediscono “via tubo”). Tant'è che nel mondo nel 2011, su una capacità di liquefazione pari a circa 270 milioni di tonnellate, ne sono state contrattate 240 milioni e di queste solo 26,6 sul mercato spot, mentre il resto è stato fornito con contratti a lungo o breve termine. Di fatto, il mercato è talmente instabile che in questi ultimi mesi del 2012 sono intervenuti mutamenti che rischiano di bruciare le ambizioni del Governo. A segnalarlo sono proprio le imprese che seguono la bussola della redditività degli investimenti; è di un mese fa la notizia dell'abbandono di Erg del progetto del rigassificatore di Priolo; in ritardo è quello della OLT di Livorno (che doveva già essere pronto); idem per Falconara Marittima; silenzio per Gioia Tauro, mentre l'Enel pare ben poco stimolata ad accelerare su Porto Empedocle. In effetti, nessuno dei grandi produttori di GNL pensa all'Italia come hub del gas, perché comanda il prezzo e il prezzo dice Asia, non Europa. Quindi, di certo, l’idea non abbasserà il prezzo del gas: in compenso darà la stura a grandi opere e all’introduzione delle cosiddette "essential facilities", infrastrutture da costruire con "garanzia di ricavi" e "iter autorizzativi accelerati". Il che significa che i nuovi impianti saranno costruiti grazie a incentivi che graveranno sulle bollette di tutti."

Caffè Pirandello Lido ha detto...

Non ci sono parole ma solo lacrime lunghe di gioia per un risultato che pone il frutto di una lunga battaglia di tante associazioni e liberi Cives per salvaguardare la nostra Terra
Grazie, Grazie, logos che stai dentro di noi anche questa volta hai avuto RAGIONE
LA TERRA E' DI DIO, come ILVENTO e l'ACQUA
Bernardo Barone