domenica 16 agosto 2015

Appello al Presidente Mattarella per salvare la Valle dei Templi di Agrigento sito Unesco

(Questo appello è stato inviato attraverso l'indirizzo di posta elettronica del sito www.quirinale.it) On. Presidente, caro prof. Mattarella, in palese violazione dell'art. 9 della Costituzione, che tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione, è stata autorizzata la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc a Porto Empedocle (Ag), al confine del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Il rigassificatore e il relativo gasdotto dovranno sorgere nella zona Caos, tra Porto Empedocle e Agrigento, dove insiste la casa natale di Luigi Pirandello, zona che è sottoposta a vincoli archeologici, paesaggistici e idrogeologici e che è stata delimitata dall' Unesco come buffer zone (zona di rispetto) della Valle dei Templi. Hanno apposto la firma su quel dissennato provvedimento di autorizzazione e sui relativi pareri e nulla osta due ministri della Repubblica (dei bb.cc. e dell'ambiente), il presidente della regione siciliana, il soprintendente ai bb.cc. di Agrigento, alle risibili condizioni di “cromature” e di “schermature a verde”. Come dire: date una mano di ocra ai due cisternoni da 160 mila mc e alla torre torcia alta 40 m che sbucano da sotto la Valle dei Templi e coprite il gasdotto con frasche verdi e l'ecomostro in zona archeologica si può fare. Di più, signor Presidente, l'autorizzazione è stata concessa nel totale disprezzo delle più elementari norme di sicurezza. Il più grande esperto al mondo di sicurezza e antiterrorismo, il prof. Richard Clarke, consulente di tre presidenti degli Stati Uniti, ha dichiarato che i rigassificatori vanno costruiti il più possibile distanti dai centri abitati, in quanto probabili obiettivi di attacchi terroristici: questo il link dell'intervista al prof. Clarcke: http://www.browndailyherald.com/2005/06/08/news-update-proposed-providence-lng-facilities-would-be-open-to-terrorist-attack-clarke-says/ Orbene, il rigassificatore di cui le parlo, definito dalla normativa Seveso “a rischio di incidente rilevante”, è stato progettato alla distanza di appena 800 m da Porto Empedocle (cittadina di 15000 abitanti) e di 1100 m dal confine sud occidentale del parco archeologico della Valle dei Templi. Questo obbrobrio, signor Presidente, si può ancora evitare. Il rigassificatore non è stato ancora costruito anche per le azioni giuridiche che hanno interposto enti e associazioni (compresa la mia), radicati nel territorio, nettamente contrari alla sua realizzazione. Contrarietà peraltro espressa dalla popolazione agrigentina in un referendum popolare con il risultato del 99% dei “No”. La Dda di Palermo ha avviato un'indagine per frode nelle pubbliche forniture con l'aggravante di avere favorito la mafia a carico dell'a.d. di Nuove Energie (Enel), che dovrebbe costruire l'impianto, poi dimessosi. Ma neppure ciò sembra fermare l'indecoroso progetto. Intanto il mercato del gas è cambiato (in direzione della sua drastica riduzione) e l'a.d. di Enel ha dichiarato che non sono più interessati alla sua realizzazione e che intendono vendere il progetto. Cade quindi la motivazione dell'ex a.d. di Enel che “senza i rigassificatori l'Italia resterebbe al freddo e al buio”. Il progetto interessa alla Snam Rete Gas. L'a.d. di Snam Rete Gas ha, però, dichiarato che valuterebbero di acquisire il progetto alla sola condizione che il Ministero dello Sviluppo Economico dichiari l'opera strategica, comportando ciò l'addebito della spesa di costruzione dell'impianto sulle bollette degli italiani (il cosiddetto fattore di garanzia: FG). Non più, quindi, opera indispensabile al Paese, ma solo operazione di discutibile business con i gravi problemi ambientali e sociali di cui si parlava prima. Oggi mi rivolgo a lei, caro Presidente Mattarella, perché voglia esercitare la propria moral suasion al fine di evitare al popolo italiano l'ignominia che deriverebbe dalla costruzione di un rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio dell'umanità. La ringrazio per l'attenzione e molto cordialmente la saluto, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” Ag. 16 agosto 2015 . Continua a leggere...

mercoledì 5 agosto 2015

Le origini della canzone "Vecchio frack" di Domenico Modugno

Auguro buone vacanze a tutti i frequentatori del nostro blog con questo gradevolissimo articolo di Andrea Scanzi sulle origini della canzone "Vecchio Frack" di Domenico Modugno. Gaetano Gaziano, blogger. "Modugno e la storia di quel suo meraviglioso vecchio frack che all’inizio nessuno voleva (e che fu pure censurato) il Fatto Quotidiano, martedì 4 agosto 2015: "Arrivato troppo presto a considerazioni e sintesi artistiche che gli altri avrebbero scoperto molto tempo dopo, o forse mai, Domenico Modugno vive ancora in uno stranissimo limbo della memoria. Eternato per canzoni ricordate sempre con il titolo sempre sbagliato rispetto a quello originale – “Volare” invece di Nel blu dipinto di blu, “Ciao ciao bambina” al posto di Piove –, non è ancora percepito come quello che anzitutto è: il padre della canzone d’autore italiana. Così avanti, forse, da non rendersene conto appieno nemmeno lui. Anche la sua canzone più ispirata è ricordata con molti nomi: “L’uomo in frack”, “Vecchio frac”, “Vecchio frack”. Lui stesso, per amore di aver scritto un brano troppo cupo, alternò strada facendo l’immagine l’uomo in frac con “vecchio frac” per mascherare – almeno un po’ – il suicidio del protagonista (“Buona notte/ va dicendo ad ogni cosa (…) Galleggiando dolcemente/ e lasciandosi cullare/ se ne scende lentamente / sotto i ponti verso il mare/ verso il mare se ne va/ chi mai sarà, chi mai sarà/ quell’uomo in frack/ Adieu adieu adieu adieu/ addio al mondo/ ai ricordi del passato/ ad un sogno mai sognato”). Era il 1955, ovvero sessant’anni fa. Polignano a Mare, che gli ha dato i natali nel 1928 e che per un po’ l’ha guardato male perché a inizio carriera si finse siciliano per avere successo (“Chiedo scusa ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!”), festeggerà la ricorrenza venerdì 28 agosto. Organizzata da Stefano Senardi, che per la musica ha fatto e fa tanto, e ingentilita da un paese che regala ogni anno un festival letterario misteriosamente perfetto (Il Libro Possibile), durante la serata suoneranno Ornella Vanoni, Niccolò Fabi, Nina Zilli con Gnu Quartet, Giovanni Caccamo e Diodato. L’evento si chiama “Meraviglioso Modugno”, prendendo a prestito un altro brano che – decenni prima della cover dei Negramaro – non venne apprezzato subito. A Vecchio frack andò pure peggio. Uscì nel settembre 1955 per la Rca come 16esimo singolo di Modugno: lato A Vecchio frack, lato B Sole sole sole (anche nota come E vene ‘o sole). Nessuno se ne accorse fino al 1960, quando sfruttò il traino commerciale di Nel blu dipinto di blu (1958) e Piove (1959) che avevano appena trionfato a Sanremo. Modugno teneva molto a quella canzone. Provò a portarla anche in Francia, ma niente. Al tempo girava così. Subì sorte analoga Lu pisci spada, uno dei primi brani a svelare l’amore smisurato per gli animali. Quello dei tonni che si amano fino alla fine, consegnandosi alla mattanza delle tonnare per non lasciare sola la compagna. Quello dei cavalli ciechi mandati a morire sotto il sole cocente. Quelle delle tartarughe da liberare e riconsegnare al mare, come quella che – con alcuni attivisti del Wwf – salvò lo stesso giorno in cui morì il 6 agosto 1994 a 66 anni per infarto, nel suo giardino a Lampedusa, dopo un ictus, molti scherzi del cuore, la sostanziale indifferenza del mercato discografico e una carriera politica – deputato radicale – vissuta aiutando i disabili e i malati dell’ospedale-lager psichiatrico di Agrigento. Alcune performance cinematografiche e televisive, ma più che altro tanta ignoranza, continuano a sottostimare il talento di Modugno. Un genio inquieto e spigoloso, che lo portò a scontrarsi con molti – Claudio Villa, Renato Rascel – e che gli valse anche le attenzioni della censura. Proprio i versi finali di Vecchio frack furono edulcorati perché al tempo non si potevano fare riferimenti al contatto fisico, e così “Ad un attimo d’amore che mai più ritornerà” divenne (fortunatamente per poco) “Ad un abito da sposa primo ed ultimo suo amor”. Modugno e il coautore Franco Migliacci si sono sempre divertiti a inventare nuove versioni per la genesi di Nel blu dipinto di blu: una volta dicevano che era a nata Ponte Milvio, quell’altra guardando un quadro di Chagall, quell’altra ancora dopo un incubo notturno. Vecchio frack è più facile da contestualizzare. In parte derivò da un racconto di spettri che la madre faceva a Modugno bambino, parlandogli di un fantasma che usciva di notte dal castello di Conversano. Più ancora, l’uomo in frack era il principe Raimondo Lanza di Trabia. Morì nel novembre 1954 a 39 anni, gettandosi – o così è stato dai più raccontato – da una finestra del secondo piano dell’Hotel Eden a Roma. Legittimato figlio naturale del Principe di Scordia Giuseppe Lanza Branciforte per diretta intercessione di Benito Mussolini, fu amico di Galeazzo Ciano, Susanna Agnelli, Curzio Malaparte, Aristotele Onassis e Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Volontario nella Guerra di Spagna, diplomatico, fidanzato di Susanna Agnelli, marito di Olga Villi, presidente del Palermo Calcio e “inventore” del calciomercato con Gipo Viani. Tutto il suo imperò si polverizzò, di colpo o quasi, per la riforma agraria e la crisi delle zolfare. Modugno eternò la sua storia con una narrazione metaforica e battendo forte la mano sulle corde della chitarra. Fu il suo primo capolavoro e probabilmente resta il più lucente. Collaborò con Quasimodo e Pasolini, fu amico di Montale. Cadde e si rialzò, più volte. La canzone d’autore italiana deve moltissimo a questo innovatore irruento e dolente, che – proprio come uno dei suoi personaggi – sorrideva di giorno per poi consegnarsi la sera alla malinconia, dicendo buona notte a ogni cosa: ai fanali illuminati, a un gatto innamorato che randagio se ne va. Alla vita." Andrea Scanzi. Continua a leggere...

mercoledì 29 luglio 2015

Lettera aperta a Lillo Firetto sindaco di Agrigento

Caro sindaco Firetto, in questi ultimi anni siamo stati su opposte barricate a proposito del rigassificatore di Porto Empedocle, al confine della Valle dei Templi di Agrigento sito Unesco, pur mantenendo il reciproco rapporto di stima sorto quando lei, negli anni Novanta, fu nominato alla Provincia di Agrigento come giovane assessore alla cultura, mentre io ero dirigente vicino al pensionamento. Abbiamo fatto delle belle cose assieme e ciò mi consente di parlarle senza riserve. I media hanno dato ampio risalto al gran gala di Google tenutosi in questi giorni nella nostra splendida Valle dei Templi. I giornalisti di Repubblica hanno riferito che lei, presente come primo cittadino, si è intrattenuto con Larry Page e Sergey Brin, i patron di Google, a decantare le bellezze del nostro parco archeologico e delle coste agrigentine. Suppongo che avrà pensato che questo evento non sarebbe stato possibile se, da sotto la Valle, fosse sbucata la torre torcia del rigassificatore a fiamma perenne alta 40 metri, e che si sarà reso conto del grave danno di immagine che sarebbe per la nostra terra la iattura di un rigassificatore. Ho molto apprezzato la sua ultima presa di posizione, da sindaco di Agrigento oltre che da presidente del distretto turistico provinciale, contraria all'ecomostro in zona archeologica. Qualcuno sul web ha ipotizzato che il suo sarebbe un gesto di facciata. Io sono ottimista e penso e spero che il suo sia stato un geto autentico e che per l'avvenire interporrà quegli atti giuridici (e ce ne sono) rivolti a contrastare l'ignobile progetto. Con i più cordiali saluti, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...

domenica 19 luglio 2015

Lettera aperta a Carlo Malacarne, a.d. di Snam Rete Gas, sul rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento

Egregio ing. Malacarne, mi riferisco alla sua intervista rilasciata al Corriere della Sera il 12 luglio, in cui lei ha affermato che per evitare -suppongo- che la sua azienda, la Snam Rete Gas, di cui è amministratore delegato, incorra, nella gestione dei propri affari, in spiacevoli incidenti di percorso, come quelli in cui sono incappati Scaroni & Co., farà riferimento ad una “banca dati reputazionale” messa in piedi con Deloitte. Giusto! Le ricordo che Enel nel proprio Codice Etico (come del resto anche la Snam al cap, II punto 1°,del proprio) ha scritto “Per la nostra azienda la reputazione è un valore immateriale essenziale”. Ciò non ha impedito ad Enel di progettare un rigassificatore da 8 miliardi di mc al confine della Valle dei Templi di Agrigento- sito Unesco-, e alla distanza di solo 800 m. dal centro abitato di Porto Empedocle (cittadina di 15000 abitanti), pur essendo un impianto definito “a rischio di incidente rilevante”. Il gasdotto di collegamento, che dovrebbe essere costruito proprio dalla sua azienda, la Snam Rete Gas, attraverserà, se realizzato (attualmente pende contro di esso un ricorso per l'annullamento dell'autorizzazione), la buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico agrigentino, delimitata dall'Unesco, e per di più sottoposta a vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici. Quando è stato approvato l'ignobile progetto del rigassificatore, è stata addirittura stipulata, a favore di telecamere, una convenzione tra l'allora a.d. di “Nuove Energie” (di proprietà Enel), Giuseppe Luzio, e l'allora prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, per evitare infiltrazioni mafiose nel business del rigassificatore. Lei certamente saprà che è in corso un'indagine della DDA di Palermo per infiltrazioni mafiose proprio nel predetto affaire, in cui è indagato l'a.d. Luzio per frodi nelle pubbliche forniture con l'aggravante di avere favorito la mafia. Non sappiamo come andrà a finire l'indagine, ma una cosa è certa che essa ha portato alle dimissioni di Luzio (o è stato dimissionato?). Una mia amica, strenua e indomita combattente contro l'ignobile progetto, afferma che per le aziende, anche se esse si sono fornite di un altisonante Codice Etico, il valore “materiale” del profitto prevale sempre sul valore “immateriale” della reputazione. I fatti penali citati nel corso di questa lettera sembrano darle ragione. Una volta tanto voglio essere ottimista: penso che in Italia esista pure qualche Boiardo di Stato per cui la reputazione sia prioritaria rispetto al profitto. E mi piace credere che quella tutela dell'ambiente, di cui Snam si fa portatrice, (leggi al vostro Codice Etico, Cap. I, pag. 7) possa metter la parola fine all'ignobile progetto gasiero in zona archeologica. Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” P.s.: Le invierò una copia (omaggio,s'intende) del libro scritto da me, a quattro mani con mia moglie,e da poco pubblicato, che documenta gli otto anni di lotta (finora vincente) degli agrigentini all'ignobile progetto del rigassificatore e del relativo gasdotto di collegamento. Continua a leggere...

martedì 14 luglio 2015

Carlo Malacarne, a.d. di Snam Rete gas si dichiara disponibile ad acquisire il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle. Urgono controdeduzioni al Mise

L'amministratore delegato di Snam Rete Gas, Carlo Malacarne (nella foto), interviene sul rigassificatore di Porto Empedocle in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera del 12 luglio. L'intervistatore, Stefano Agnoli, gli ha chiesto: “Se il Mise dichiarasse 'strategico' il progetto del rigassificatore di Enel a Porto Empedocle e visto che Enel intende cederlo vi fareste avanti?”. Malacarne ha risposto: “ Non credo che attualmente ce ne sia una grossa urgenza. Ma non trovo contraria alla strategia energetica nazionale l'idea di avere un altro rigassificatore e anche se l'investimento dovesse essere poi caricato in tariffa- stimiamo circa 700 milioni- l'incidenza sarebbe limitata. Chissà, magari, potremmo intervenire con qualche altro operatore”. Dall'intervista di Malacarne, si ricava quanto segue: -Enel non ha di certo abbandonato, come abbiamo detto e scritto, il progetto del rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento, ma intende venderlo. -Snam Rete Gas, che è stata autorizzata a costruire il gasdotto di collegamento tra il rigassficatore e la rete nazionale del gas, sarebbe favorevole a comprare il progetto, a condizione però che il Ministero dello Sviluppo economico lo dichiari “strategico” per le esigenze del Paese. -Si ricava inoltre, come abbiamo sempre ripetuto, che il costo verrebbe gravato in “tariffa”, cioè sulle bollette dei consumatori. Cosa possiamo e dobbiamo fare noi agrigentini per contrastare l'ignobile progetto? Nell'immediato occorre che più società ed enti rispondano al quesito del Mise (che ricordiamo scade il 25 luglio) fornendo le motivazioni della contrarietà all'impianto gasiero nella buffer zone del parco archeologico di Agrigento. Abbiamo avuto assicurazione da autorevoli esponenti di Legambiente Sicilia che loro risponderanno al questionario. Bisogna fare pressioni sul Sindaco Firetto che, a nome della cittadinanza agrigentina che ha bocciato il rigassificatore in un apposito referendum, faccia sentire al Mise la nostra contrarietà, se non vuole fare la figura della “Quinta colonna” della lobby dell'energia, come lo ha abbondantemente provocato Gaetano Gucciardo di Legambiente. Occorre inoltre vigilare che Firetto non revochi, come ha del resto promesso in campagna elettorale, il ricorso straordinario contro il gasdotto, presentato dal precedente sindaco. Tutto ciò nell'immediato. Altri strumenti giuridici sono ancora possibili per bloccare l'indecoroso progetto. Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento . Continua a leggere...

mercoledì 1 luglio 2015

Motivi ostativi alla costruzione del rigassificatore a Porto Empedoce

Rispondo al questionario messo on line dal Ministero dello Sviluppo Economico sulla consultazione per il piano strategico nazionale sul Gnl. Questi sono i motivi ostativi che si oppongono alla costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle al confine della Valle dei Templi di Agrigento sito Unesco. MOTIVI DI SICUREZZA: Il Prof. Richard Clark, il massimo esperto mondiale di sicurezza e antiterrorismo, consulente di 3 presidenti americani, sostiene che i rigassificatori vanno costruiti il più lontano possibile dai centri abitati, in quanto oltre ad essere pericolosi in sè sono obiettivi sensibili del terrorismo internazionale. Il rigassificatore di Porto Empedocle è stato progettato alla distanza di 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle e ad 1 km dal quartiere sud occidentale di Agrigento, quello di Villaseta. MOTIVI DI IMPATTO AMBIENTALE: l'impianto di rigassificazione e del relativo gasdotto di colegamento sono stati progettati nella zona chiamata "Caos",tra Porto Empedocle ed Agrigento, che è sottoposta a vincoli idrogeologici,archeologici e paesaggistici e che è stata delimitata come "buffer zone" (zona di rispetto) della Valle dei Templi di Agrigento, zona delimitata dall'Unesco sin dal 1997 quando la Valle dei Templi è stata inserita nella World Heritage List. PARERE CONTRARIO DELLE POPOLAZIONI: la popolazione di Agrigento, in un referendum popolare del 2009, ha detto NO al rigassificatore con il 99% dei votanti. Mentre alla popolazione di Porto Empedocle, che lo aveva chiesto ufficialmente, l'ex Sindaco Firetto ha negato il referendum. MOTIVI DI LOTTA ALLA MAFIA: Un'area del cantiere dei lavori è stata sequestrata dalla DDA di Palermo per infiltrazioni mafiose. Questi sono i motivi principali che ostano alla cotruzione del rigassificatore di Porto Empedocle. Gaetano Gaziano presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento". Continua a leggere...

lunedì 29 giugno 2015

TORNA L'INCUBO RIGASSIFICATORE. PIENO SOSTEGNO ALL'AZIONE DI CONTRASTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Dopo l'acceso dibattito elettorale, in cui qualcuno si avventurò perfino a decretarlo morto e sepolto, ecco che il rigassificatore torna prepotentemente alla ribalta. E' di questi giorni, infatti, la notizia che il Ministero dello Sviluppo economico ha pubblicato il documento di “consultazione per la Strategia nazionale sul gas naturale liquido", per cui l'impianto di rigassificazione di Porto Empedocle ha avuto, in buona sostanza, il via libera. E' stato cioè dichiarato di interesse strategico. Tutto ciò è stato già scritto nel nostro libro, recentemente pubblicato sotto il titolo “La Valle dei Templi 'cancellata' per decreto”, dove a pag. 103 diciamo: “Ma pensate che il Ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, esponente di punta di Confindustria, non farà questo cadeau ad Enel, negando la dichiarazione di opera strategica?”. Il Movimento 5 Stelle, con il consigliere comunale Marcello La Scala, ha chiesto a Firetto di prendere una posizione chiara nei confronti del rigassificatore, mantenendo fede alle promesse elettorali, e ha invitato le associazioni storicamente contrarie all'impianto a vigilare. Oggi la costruzione dell'ecomostro sembra quasi ineluttabile. Ma ancora molte azioni possono essere esperite per bloccarne la realizzazione. Suggerisco, data l'esperienza maturata in questi otto anni di lotta, al M5S alcune iniziative di contrasto: - A livello locale: 1) chiedere all'ufficio legale e del contenzioso del Comune di Agrigento (e i consiglieri comunali ne hanno titolo) di conoscere la fase istruttoria del ricorso straordinario presentato dal precedente Sindaco al Presidente della Regione Siciliana contro l'autorizzazione del gasdotto di collegamento del rigassificatore alla rete nazionale del gas. Ricordo che il ricorso straordinario viene deciso dal Presidente, sulla scorta del parere del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo, da cui non si discosta mai. Ha perciò valore di tutela giurisdizionale, come il ricorso al Tar. 2) Fare approvare al più presto al consiglio comunale di Agrigento una mozione contro il rigassificatore. - A livello nazionale, far fare un'interrogazione urgente dalla deputazione nazionale del M5S al Ministro dell'Interno Angelino Alfano, dato che, come è stato ricordato da molte parti, il rigassificatore diventerebbe inevitabilmente un obiettivo sensibile per i terroristi islamici. A maggior ragione oggi, alla luce di quanto sta avvenendo in ogni parte del mondo e di quanto è accaduto in Francia con l’attentato jihadista, sferrato a uno stabilimento di gas con la macabra decapitazione di un manager dell'impianto. - A livello europeo far fare un intervento dai parlamentari del M5S al Commissario Europeo per la Concorrenza, come peraltro hanno fatto per altri rigassificatori, essendo l'opera assistita dagli aiuti di Stato in aperta violazione dell'art. 107 del Trattato dell'Unione Europea, che impone il divieto degli aiuti degli Stati membri alle proprie aziende, proprio per evitare che venga violato il principio della libera concorrenza del mercato tutelato dall'art.119 del Trattato. Peraltro mi piace ricordare che la Commissione Europea, dietro l'azione dei ricorsi della mia associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”, dell'associazione “Confimpresa-Eromed” e dell'associazione “Il Cerchio”, ottenne dalla Autorità dell'Energia e del Gas che venissero sospesi gli aiuti alle aziende che costruiscono rigassificatori (leggi a pag. 92 del nostro libro). Oggi si vorrebbe aggirare questo divieto facendo dichiarare il rigassificatore di Porto Empedocle opera strategica per il nostro Paese. Ritengo che queste iniziative, che suggerisco al M5S, potrebbero, se attuate, fortemente scoraggiare la realizzazione dell'ecomostro al confine del nostro parco archeologico. Ci aspettiamo inoltre che Firetto mantenga il proprio impegno preso in campagna elettorale con i giurgintani (checché ne pensi il “preclaro” Camilleri) di non fare niente in contrasto con le determinazioni assunte dalla precedente amministrazione comunale che vanno tutte contro la realizzazione dell'ecomostro. Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” . Continua a leggere...