Una piccola tribù dell'India è riuscita a sconfiggere la multinazionale dell'alluminio Vedanta, con sede a Londra, che voleva aprire una miniera a cielo aperto di bauxite (da cui si ricava l'alluminio) facendo scempio di una montagna che la tribù considera storicamente sacra.
La tenace tribù dei Dongria Kondh l'ha spuntata contro l'arrogante pressione della multinazionale che prometteva “progresso e posti di lavoro”, tacendo che il loro progetto prevedeva di distruggere le colline Nyamgiri nel distretto indiano di Orissa, sede della tribù. L'inquietante vicenda (per fortuna con esito positivo per la tribù) presenta molte analogie, a volte “a contrario”, con la lotta che un'altra orgogliosa “tribù" sta combattendo contro l'arroganza dei poteri cosiddetti forti, ma moralmente debolissimi, che vogliono costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc, che la legislazione Seveso definisce “a rischio di incidente rilevante”, a 800 metri dall'abitato di Porto Empedocle e al confine con il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. La prima analogia positiva è che la “tribù” degli agrigentini è quasi numericamente uguale alla tribù degli indiani che sono ottomila. Gli agrigentini che al referendum contro il rigassificatore gridarono “no” all'ecomostro furono circa settemila, con il 95% dei “no” contro il 5% dei “sì” rigassificatoristi.
Le altre analogie sono quasi tutte “a contrario”. Ne ricordiamo alcune: è stato il ministro indiano dell'ambiente, Ramash Jairam, che ha detto no al progetto della miniera di bauxite a cielo aperto, mentre in Italia la nostra ministressa, Stefania Prestigiacomo, ha fortemente caldeggiato il progetto del rigassificatore, come del resto sta caldeggiando tutti gli altri progetti di rigassificatori e di centrali nucleari. L'ineffabile Stefania si adombrò nei confronti del professor Sartori che, dalle pagine del Corriere della Sera, la definì “inadeguata” come ministro dell'ambiente. In effetti la Prestigiacomo sarebbe il più adeguato dei ministri se, invece che a dirigere il dicastero dell'ambiente, fosse a capo del dicastero dell'industria inquinante pesante. Si ricorda infatti che la nostra ministressa, alla raccomandazione della Commisione europea di ridurre le immissioni in atmosfera, fece schierare l'Italia con i paesi contrari dell'Est Europa che hanno ancora in funzione i vecchi impianti industriali sovietici, i più inquinanti del mondo. Altra analogia negativa, il ministro indiano dell'ambiente è stato supportato da una commissione di esperti che ha dato parere negativo al progetto di miniera a cielo aperto della multinazionale inglese. In Italia invece la commissione di valutazione di impatto ambientale (Via) ha dato parere favorevole al progetto del rigassificatore, dimenticandosi della contiguità con il parco archeologico della Valle dei Templi. Per la verità la commissione, molto timidamente, aveva apposto la condizione che, prima dell'emissione del decreto autorizzativo, venisse espresso pure il parere di compatibilità ambientale sul progetto del gasdotto che dovrebbe collegare l'impianto di rigassificazione alla rete nazionale del gas. La Prestigiacomo, furbetta del quartierino ministeriale, ha chiesto e ottenuto dalla commissione che questa condizione venisse elusa. Ciò hanno fatto i “solerti” commissari sulla scorta delle false dichiarazioni che il gasdotto interessa solo il comune di Porto Empedocle, mentre in realtà interessa anche i comuni di Agrigento e Ioppolo, che misura circa km. 7 mentre in effetti misura più del doppio, e che sarà completamente interrato, mentre per molti tratti viaggia scoperto. Questi abusi comunque sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Roma che, al riguardo, ha aperto un fascicolo.
Va segnalato pure che il ministro indiano Ramash Jairam ha accusato i poteri pubblici locali di collusione con la multinazionale dell'alluminio. Ve lo immaginate voi in Italia il ministro Prestigiacomo che denuncia i vari Cuffaro, Capodicasa, Lombardo, Di Mauro, Cimino e tutti gli altri politici ascari di destra e di sinistra di collusione con Enel per il progetto del rigassificatore Valle dei Templi? Anzi la “brava” ministressa ha fortemente pressato pure per il rigassificatore di Priolo, stupendosi che quello di Porto Empedocle fosse stato definito prima, malgrado la vicinanza al nostro parco archeologico, circostanza volutamente omessa nel decreto di Via. Molte sono le altre analogie “a contrario”, citiamo solo il fatto che l'associazione ambientalista Survival International si è complimentata con il ministro indiano dell'ambiente mentre da noi il Fai, che prima timidamente aveva scritto all'ex governatore Cuffaro (condannato per mafia in primo e secondo grado) invitandolo a fare un passo indietro, ha poi clamorosamente ritrattato e che l'Unesco, che dovrebbe tutelare la Valle dei Templi di Agrigento, malgrado da noi insistentemente sollecitata si, è comportata come le tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”.
Speriamo di avere comunque con con l'orgogliosa tribù indiana un'ultima positiva analogia, cioè il risultato finale di sconfiggere l'arroganza della lobby dell'energia e dei loro fiancheggiatori politici di destra e di sinistra come gli indiani hanno sconfitto i nuovi barbari della lobby dell'alluminio.
Se “c'è un giudice a Berlino”... abbiamo fiducia che anche le controversie che abbiamo portato davanti ai tribunali italiani (amministrativi e penali) e davanti alla Commissione europea, possano arrivare allo stesso risultato ottenuto dagli orgogliosi indiani della tribù dei Dongria Kondh.
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento