domenica 17 aprile 2011

LMPEDUSA DAL SOGNO ALL'INCUBO

“Che s'abbia a ritrovar con numer pari / di cavalieri armati in Lipadusa. Un'isoletta è questa che dal mare/ medesmo che la cinge è circonfusa”. Con questi versi inizia, secondo Ludovico Ariosto, la sfida a Lampedusa (Lipadusa) tra i paladini di Francia Orlando, Brandimarte e Oliviero e i tre re saraceni Agramante, Gradasso e Sobrino. Una delle più belle pagine dell'Orlando Furioso è dedicata alla descrizione del duello che si svolge appunto a Lampedusa tra i tre paladini cristiani e i tre re pagani. Il duello si concluderà con la vittoria di Orlando, ma con la morte del paladino Brandimarte e il ferimento di Oliviero, mentre dalla parte saracena resteranno sul campo Agramante e Gradasso, e Sobrino ferito si convertirà al cristianesimo. La storia più commovente è quella di Fiordiligi, la donna amata da Brandimarte, che muore per il dolore della sua uccisione. Nella disfida venne pure ucciso da Gradasso il cavallo bianco di Orlando, da cui prende il nome la contrada di Lampedusa, Cavallo Bianco appunto, dove secondo l'Ariosto si è svolta la battaglia e dove alcuni fantasiosi narratori intravedono l'orma dello zoccolo del destriero di Orlando in una buca scavata nella roccia. Terra di mito Lampedusa lo era già stata nell'Odissea. Secondo alcuni studiosi infatti, Omero colloca proprio nell'Isola dei Conigli a Lampedusa il luogo mitico dove Calipso viveva felice prima di incontrare Ulisse.
Arrivando poi ai tempi più vicini a noi, Lampedusa fu pensata da Denis Diderot come luogo ideale per i teatranti. Scriveva infatti l'illustre enciclopedista “Ah, amici miei, se andassimo finalmente a Lampedusa, a fondare una piccola comunità di gente felice in mezzo al mare, lontano dalla terra...gli attori sarebbero i nostri predicatori e non dubitate che li sceglieremmo con la cura richiesta dall'importanza del loro ministero”.
Tutto ciò è mito, fantasia e utopia, ma ormai da molti anni Lampedusa deve scontrarsi con una realtà molto più drammatica che parla di una terra diventata porto d'Europa di migranti disperati provenienti da un continente in fiamme.
Proprio questo Pietro Busetta, economista con la passione della fotografia, ha documentato con un'interessante mostra fotografica(sopra una foto di Busetta)che prende il titolo “Lampedusa dal mito allo stupro”, che coglie sentimenti e stati d'animo dei migranti ma anche la pressione e e la violenza subita dall'isola a seguito di questi massicci sbarchi. La mostra ci consegna delle immagini drammatiche di questi giovani approdati a Lampedusa, un'isola di pochi chilometri quadrati, restando intrappolati, ironia della sorte, proprio a Cavallo Bianco, ribattezzata “collina della vergogna”. Il messaggio crudo di Pietro Busetta rappresenta in modo eloquente anche lo stato di degrado e di squallore causato dalla ondate di migranti. La mostra sarà inaugurata a Palazzo dei Normanni a Palermo martedì 20 aprile.
Non c'è dubbio che Lampedusa ha saputo fronteggiare con dignità l'enorme ondata d'urto. Ma questa invasione, anche se i lampedusani hanno dimostrato grande spirito di solidarietà, è destinata a lasciare profonde ferite e paure nel tessuto sociale dell'isola che non sarà facile lenire neppure con le “compensazioni” promesse da Berlusconi.
Perché il sogno di libertà alla ricerca di condizioni più dignitose di vita non si trasformi per questa umanità sofferente in un incubo è necessario che ognuno faccia la sua parte, attingendo magari alle tanto evocate radici cristiane così facilmente dimenticate.
Caterina Busetta.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Gentilissima Prof. Caterina,
convengo con quanto Lei appena accenna alla fine del post, e che non sfugge a buon intenditor.
Ma sono ancora più d'accordo col tema della mostra di suo fratello: di stupro, infatti, si è trattato; stupro "benedetto"..., ma pur sempre stupro! E' fin troppo facile che, da Roma come da Agrigento, si deputino i lampedusani a fare le veci di un'intera nazione e di una chiesa "nazionale"; è troppo facile ridurre la questione - banalizzandola - col tracciare una bella linea e scrivendo da una parte i nomi dei "buoni" accoglienti e dall'altra quelli dei cattivi razzisti; troppo facile affermare - ovulazione perenne di Colombo?? - il diritto al futuro dei migranti insieme a quello degli isolani, come se le due cose fossero naturalmente e immediatamente compatibili e disponibili...

Il segreto ammiratore