venerdì 25 aprile 2014
UN'ITALIA DIVERSA DA QUELLA CHE CI RACCONTANO
Complice una giornata assolata e davvero primaverile come quella di questa mattina ad Agrigento e la voglia di percorrere strade non battute dalla pazza folla tipica di giornate come il 25 aprile, ci incamminiamo lungo il cardo romano che da S.Nicola e dal quartiere ellenistico-romano porta fino alla via sacra nella Valle dei Templi.
Lungo il cardo, in un silenzio a tratti allietato dal ronzio delle api, dal cinguettio degli uccelli e dall'abbaiare lontano dei cani, incrociamo solo pochi visitatori stranieri con cui scambiamo il saluto, come si è soliti fare nei viottoli di montagna.
A metà percorso la sosta è d'obbligo per potere ammirare in tutta la sua grandiosità il tempio della Concordia, che si staglia nello sfondo dell'azzurro mare che diventa tutt'uno con il cielo. Si riprende il cammino per un certo tratto immersi nella campagna gialla per le distese fiorite di margherite o tra le ondeggianti spighe e i mandorli i cui rami sono stracarichi di frutti già grandi.
Arriviamo alla via Sacra dove si allineano i famosi templi di Giunone, Concordia ed Ercole e assistiamo compiaciuti e commossi alla straordinaria processione laica fatta da gente diversa per età, per provenienza, ma sicuramente accomunata dalla stessa fede: l'amore per l'arte e il bello.
Molti sono i tedeschi, ma anche i francesi, gli spagnoli e ovviamente gli italiani. Molti i giovani ma anche le famiglie con bambini e le coppie di anziani come noi pronti a godere quanto la vita sa ancora regalare di bello.
Tutti sono armati di macchine fotografiche ma anche di guide cartacee che vengono consultate attentamente per meglio godere e apprezzare quanto visitato.
Sebbene siano davvero tanti, ciò che colpisce è l'atteggiamento composto, silenzioso e ammirato dinanzi a tanta ricchezza archeologica e bellezza paesaggistica.
Ecco, mi dico, è questa l'Italia diversa che pochi raccontano e che molti si ostinano a non vedere, preferendo impantanarci in una cronaca becera di fatti irrilevanti sciorinati anche da una tivù di Stato che per di più pretende un canone, mentre gli italiani sono molto più avanti nella ricerca di una felicità che solo la cultura, l'arte e il bello possono regalare.
Da nord a sud c'è, infatti, un'Italia ricca di siti eccezionali, che chiedono solo di essere scoperti e apprezzati.
Certo, perché ciò succeda, è necessario investire in cultura, per allargare sempre più quella platea di cittadini amanti del bello.
Molti politici beceri e corrotti continuano a ripetere che con la cultura non si mangia.
Certo se per mangiare intendiamo ricavare tangenti come succede nella realizzazione di grandi opere inutili, non ultimo il rigassificatore nella Valle dei Templi, è vero, ma, se per mangiare intendiamo creare nuove e maggiori opportunità di lavoro, con la cultura si mangia eccome, nel senso che va individuato proprio nel turismo culturale e paesaggistico la vera risorsa economica del nostro paese, non ancora adeguatamente valorizzata né sufficientemente sfruttata.
CATERINA BUSETTA.
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