mercoledì 27 maggio 2009

ATTENTI A QUEI DUE!


Se ce ne fosse stato bisogno, questa foto fornisce l'esatta motivazione per cui Andrea Camilleri, il paladino del barocco del Val di Noto e promotore della raccolta di firme su "Repubblica" contro le trivelle dell'americana Panther Oil, incredibilmente si sia schierato a favore del rigassificatore di Porto Empedocle (la sua Vigata letteraria), sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento. Lo scarno comunicato stampa dello scrittore, fatto qualche tempo fa in un freddo lessico burocratese, aveva lasciato intuire da che parte stava. La creazione della fondazione intitolata ad Andrea Camilleri, oggi, ci dice che la sua decisione di benedire l'ecomostro era effettiva e motivata. Pensare di affidare alla fondazione promossa dal Sindaco Firetto, vero paladino del rigassificatore, il successo commerciale della propria opera letteraria anche post mortem ha spento le sue velleità (se mai ne avesse avute) di difendere il nostro patrimonio culturale. E magari domani scopriremo, a conclusione della procedura autorizzativa dell'ecomostro (che però speriamo non arrivi mai), che l'immobile da recuperare da parte di Enel, tra le “misure compensative” per i danni ambientali che esso necessariamente provocherà, sia proprio la casa paterna dello scrittore recentemente acquisita dal Comune di Porto Empedocle per farne sede della fondazione. Non c'è che dire: davvero un bel lavoro, signor Sindaco!
Il Sindaco Firetto, che ha tenuto sempre a legare la sua immagine alla cultura, ha trovato in Camilleri la foglia di fico per coprire l'indecenza del progetto che, contro ogni logica, viene spacciato per coerente con la cultura e il turismo.
Per una questione di stile, cui sembra all'apparenza tenere molto, e per una situazione evidente di conflitto di interessi, essendo dipendente Enel, avrebbe almeno dovuto astenersi dal prendere posizione in ordine all'argomento rigassificatore. Non lo ha fatto e d'altra parte come dargli torto in un Paese in cui il conflitto di interessi non sembra essere la preoccupazione principale dei politici italiani. Il Sindaco, che per la verità non sta lavorando male in ordine ad altri problemi del paese che amministra, vanifica con la scelta del rigassificatore ogni altro suo merito e si omologa alla classe politica siciliana che oggi dà una squallida rappresentazione di se stessa alla Regione, scambiandosi, all'interno della stessa maggioranza, accuse di storica inefficienza e di ascarismo politico. Firetto ha negato alla popolazione empedoclina il referendum popolare sul rigassificatore, definito dalla legislazione Seveso “impianto a rischio di incidente rilevante”, compensandola però con il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano, pomposamente inaugurato il giorno dell'annuncio della nascita della fondazione Camilleri. Bene ha fatto l'inclito scrittore a raccomandare di “non fare allusioni al materiale usato, visto che si è soliti dire avere la faccia di bronzo”. Caro Maestro e caro Sindaco, per verificare se avete la faccia di bronzo, non c'è bisogno che ve lo dica la gente. Basta che vi guardiate allo specchio!
Gaetano Gaziano
presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento"
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mercoledì 20 maggio 2009

Benvenuto Presidente nella Valle dei Templi


(Questo messaggio di benvenuto abbiamo inviato al Quirinale il 19 maggio alle ore 9,20 per fax e per e.mail)

Caro On. Giorgio Napolitano,
la nostra associazione “Salviamo la Valle dei Templi” le dà il più caloroso benvenuto in occasione della Sua visita ad Agrigento di sabato prossimo 23 maggio. La Sua visita, on. Presidente, giunge quanto mai opportuna, perché la nostra città attraversa uno dei momenti più difficili della propria storia. Le classifiche nazionali la vedono collocata negli ultimi posti per reddito e per vivibilità. La dissennata amministrazione delle risorse umane ed economiche della nostra terra da parte di mediocri governanti siciliani (di destra e di sinistra) ha prodotto nel corso degli anni l'attuale stato di disagio e povertà delle nostre popolazioni. I nostri figli, su cui abbiamo investito ingenti risorse per la loro formazione, sono dovuti emigrare alla ricerca di un lavoro e di una vita dignitosa.
Come se non bastasse, poi, alcuni nostri uomini politici spregiudicati, affiancati da funzionari “distratti”, stanno tentando di svendere anche il territorio con il nostro straordinario patrimonio culturale, la Valle dei Templi, che è anche il simbolo della identità e della cultura degli agrigentini, dei siciliani ma anche del mondo intero perché è stata inserita nel 1997 nella World Heritage List dell'Unesco, come patrimonio dell'umanità. Oggi questo patrimonio è fortemente minacciato dal progetto indecoroso di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. in zona “Caos”sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine sud-occiderntale del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Ella è stata informata, come del resto le altre autorità istituzionali nazionali ed europee, di questo rischio con un appello da noi promosso nel marzo del 2007: primi firmatari Dacia Maraini e Rita Borsellino. Purtroppo l'iter autorizzativo dell'ecomostro sotto la Valle dei Templi, malgrado i nostri sforzi, è quasi arrivato a conclusione e temiamo che i deboli segnali positivi di intervento da parte delle istituzioni europee, come la Commissione Europea e l'Unesco, arriveranno tardi, già a lavori finiti e a disastro ambientale e paesaggistico consumato. Pertanto, on. Presidente, credo che la Sua visita sia un'opportunità straordinaria, perché Ella si renda conto di persona quale pericolo oggi corra la Valle dei Templi che, nonostante le molte mistificazione dei media, troverà fortunatamente ancora intatta e perciò degna di uno sviluppo economico coerente con un sito Unesco. Dal programma della Sua visita apprendiamo che Lei farà un'escursione nella Valle. Si faccia spiegare dai suoi accompagnatori ufficiali dove sorgerà esattamente il rigassificatore da 8 miliardi di mc. e diffidi, La prego, di spiegazioni approssimative come quelle che sono state fornite al giapponese dr. Matsura, direttore generale dell'Unesco, che venne in visita alla Valle nel novembre del 2008. Gli fu spiegato con fare molto imbarazzato che il rigassificatore dovrà sorgere “in un'altra città”, mentre in effetti la realizzazione è prevista in territorio di Porto Empedocle ma al confine con Agrigento e nella Buffer zone (zona di rispetto Unesco) del parco archeologico.
Fiduciosi che Ella vorrà attenzionare quanto da noi segnalato, molto cordialmente Le porgiamo il nostro più caloroso benvenuto,
Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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domenica 17 maggio 2009

RAFFAELE LOMBARDO, "STUPOR MUNDI"


“Il rigassificatore? Certo sotto la Valle dei Templi non si può fare”.Così parlò Raffaele Lombardo ai microfoni di una nostra emittente locale (che abbiamo registrato a scanso di equivoci) qualche mese fa. Tornatosene a Palermo, diede via libera alla conferenza dei servizi per la conclusione della procedura autorizzativa del rigassificatore sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso del parco archeologico della Valle. Ora è giunta la notizia che l'assessore regionale all'industria, Pippo Gianni, avrebbe firmato il decreto definitivo di autorizzazione alla costruzione dell'ecomostro. La firma, peraltro, è stata preceduta da tutta una messa in scena teatrale (è proprio il caso di dirlo) al teatro Massimo di Palermo dove è stato firmato il “contratto per il Sud”, organizzata dal sottosegretario Gianfranco Micciché, con l'intervento del ministro Scajola e degli amministratori delegati di Enel e delle Ferrovie. Un vero coup de téâtre. In questa sede l'ad di Enel, Fulvio Conti, quello stesso che l'anno scorso paventò che l'Italia potrebbe restare al freddo e al buio se non si costruiscono i rigassificatori, si è lamentato che il decreto non era stato ancora firmato. E il nostro bravo Pippo Gianni l'ha subito accontentato.
Raffaele Lombardo, come al solito, non si è smentito: bugie raccontò in campagna elettorale e bugie ha continuato a raccontarci anche dopo. Ricordate il suo demagogico slogan elettorale “i lor signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera dell'Europa”, intendendo per lor signori i politici romani e le lobby industriali del Nord? Una volta insediatosi a Palermo, il nostro ineffabile governatore è addivenuto a più miti consigli. Ha aperto a termovalorizzatori, a rigassificatori e a centrali nucleari. Nella stessa intervista televisiva ebbe a dichiarare, a proposito di centrali nucleari, "certo se sono sicure, se convengono e se ci compensano adeguatamente, perché no? Se mi mandano in villeggiatura per tutta la vita, io ci sto". Caro Presidente, in villeggiatura ci dovrebbero mandare 5 milioni di Siciliani, per compensarli dei politici che si ritrovano. Mi consenta, a questo punto, di gratificarLa con la qualifica di "Stupor Mundi", assegnata dalla Storia al suo antico predecessore sul trono di Sicilia, il grande Federico II. All'incontrario, ovviamente. Per le Sue clamorose bugie! Ma non tema, on. Governatore: Ella è in buona compagnia, in quanto non ha maggiori demeriti di coloro che l'hanno preceduta su quel trono. Mi riferisco, in particolare, agli ex-governatori agrigentini Angelo Capodicasa e Totò Cuffaro, che hanno fortemente voluto il rigassificatore, che Le hanno lasciato in eredità, perché degnamente ne completasse l'opera. La vera coppia di fatto che ha governato e governa la Sicilia definì Michele Cimino i due ex, dalle pagine del Corriere della Sera, quando ancora era contrario all'ecomostro, prima di essere “folgorato”, anche lui, sulla strada del rigassificatore. E che dire di Roberto Di Mauro, assessore e sodale di partito di Lombardo? A me personalmente ebbe a dichiarare gli agrigentini il rigassificatore lo vogliono. Quali agrigentini, on Di Mauro? I settemila, che hanno gridato No al rigassificatore, non Le sembrano sufficientemente rappresentativi della volontà della nostra città? O preferisce considerare rappresentativa quella borghesia con il cappello in mano che accetta le elemosine delle cene offerte dai propagandisti del rigassificatore? E che dire dell'on. Luigi Gentile che, pur essendo assessore regionale ai lavori pubblici, non è stato convocato alla conferenza regionale dei servizi e che si è guardato bene dal protestare: in quella conferenza bisognava prendere una delle più drammatiche decisioni per il territorio di Agrigento. Meglio non esserci! Bisogna dire la verità: i nostri bravi assessori agrigentini stanno recitando alla perfezione il ruolo di cortigiani alla corte di Raffaele Lombardo, "Stupor Mundi" per le sue bugie!
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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giovedì 14 maggio 2009

Piano del parco archeologico e dintorni...


La legge regionale n.20 del 2000 istitutiva del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi indica nel piano del parco lo strumento strategico per il governo del territorio, in quanto stabilisce i modi d'uso delle tre grandi zone: archeologica, paesaggistico-ambientale e naturale-attrezzata.
Tale piano adottato dal consiglio in carica nel luglio del 2008 è, si spera, in dirittura di arrivo. E' comunque chiaro che, nell'attesa dell'approvazione del piano, alcune cose sono state fatte (nella foto sopra un recente restauro del quartiere ellenistico-romano), altre si stanno facendo, molte ancora devono essere fatte.
Curando correttamente la destinazione d'uso delle varie zone, può nascere un processo virtuoso di sviluppo sostenibile. Il piano del parco perciò costituisce una grande opportunità perché dal turismo si abbiano i massimi benefici economici e socio-culturali. In questa ottica l'offerta degli itinerari archeologici va ampliata, rendendo visitabili e fruibili luoghi al momento inaccessibili. Va creato un sistema di percorsi escursionistici con sentieri pedonabili, ciclabili, per trekking e per passeggiate equestri. Vanno infine creati sentieri di collegamento fra città e mare. L'attrazione a questo punto non sarà limitata ai templi, ma si estenderà a un sistema ambientale di grande respiro e di notevole estensione.
L'ampliamento dell'offerta degli itinerari archeologici e paesaggistici porterebbe il turista ad allungare la sua permanenza in città. Ampliare l'offerta archeologica comporta anche nuove campagne di scavi ma ciò non basta perché succede spesso che, dopo uno scavo o un restauro, tutto venga lasciato nell'abbandono, non raggiungendo l'obiettivo finale che è quello della fruizione. Il piano del parco prevede poi tutto un sistema di sentieri e di percorsi che dovrebbe permettere al turista-viaggiatore di potere camminare a piedi all'interno del parco tra archeologia e natura per chilometri seguendo l'opportuna segnaletica. In questo senso sarebbe già da valorizzare e aprire al visitatore, con piccoli lavori di sistemazione e di decespugliamento, tutto un reticolo di sentieri eccezionali. Il cardo, che da S.Nicola porta al tempio della Concordia, è sicuramente uno di questi, ma da parecchi anni ormai è sconsolatamente chiuso e inaccessibile. Un altro sentiero, anch'esso percorribile a piedi solo con piccoli aggiustamenti, è quello che dal museo archeologico porta a poggio Meta, uno dei punti panoramici più straordinari all'interno del parco. Sarebbe da attivare poi il sentiero che dal tempio della Concordia porta a casa Barbadoro e giù fino al tempio di Esculapio e poi fino al mare. I sentieri ciclabili, così come quelli equestri, esistono già come sanno bene gli appassionati agrigentini di mountain-bike e di cavalli. Questi sentieri potrebbero essere resi fruibili con un semplice restiling e con la segnaletica adeguata. Mettere mano a ciò non è difficile solo che lo si voglia e che lo si valuti come prioritario rispetto, ad esempio, ad un restauro a volte più dannoso che utile. Voglio ricordare infine che prospiciente la passeggiata archeologica, ormai famigerata per via del traffico caotico e inquinante, per la mancanza di segnaletica e per le erbacce infestanti, in prossimità del posto di ristoro ormai da più di un anno si è creato, dopo l'abbattimento dei grandi eucaliptus, tutta una porzione di terreno sconsolatamente vuota. Ricordo che il taglio degli eucaliptus suscitò allora un certo sconcerto, in quanto veniva meno quella cortina arborea che nascondeva i brutti palazzi in lontananza. Arrivarono però subito le rassicurazioni e la promessa che quegli eucaliptus sarebbero stati sostituiti da ben più pregiati ulivi e mandorli. Penso che sia arrivato il momento, finalmente, di ripiantumare la zona e approfittarne per sistemare in quel luogo panchine e tavoli in legno per permettere a quanti lo richiedono, e sono davvero tanti, la possibilità di sostare all'aria aperta, non dovendo fare come mi è capitato di vedere picnic sui muretti della via sacra, dando a tutti uno spettacolo davvero indecoroso.
Suvvia, coraggio, in fondo sono piccole cose: facciamole subito. Forse, chissà, riusciremo a migliorare un po' l'immagine di questa città e impedire qualcuna delle tante lettere-denunce che ormai quotidianamente vengono fatte anche sui giornali nazionali.
Caterina Busetta Continua a leggere...

venerdì 1 maggio 2009

CIO' CHE SERVE AL TURISMO


Nella giornata dell'earth day (22 aprile giornata della terra) le notizie di una buona affluenza alle urne (25% circa dell'elettorato) per il referendum mi fanno ben sperare sul futuro di Agrigento famosa fino ad oggi per il suo fatalismo e la sua rassegnazione. Forse, mi dico, è arrivato il momento della caduta di quel sortilegio che ha soffocato questa città, tenendola inchiodata agli ultimi posti di tutte le classifiche nazionali. Caduta la “magaria” forse si potrà cominciare una nova fase di cittadinanza attiva che veda molti agrigentini impegnati per il riscatto di questa città, bellissima e finora reietta. Ripenso così con più ottimismo al percorso compiuto in questi due anni. Il primo atto concreto della nostra battaglia contro il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi risale al marzo del 2007 e ci vide ideatori dell'appello degli intellettuali (primi firmatari Dacia Maraini e Rita Borsellino) con circa 200 firme che inviammo al Presidente Napolitano e all'allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Da quel momento il nostro è stato un impegno continuo a 360 gradi, che non ha temuto la “solitudine” o lo scarso coinvolgimento di chi, per dovere istituzionale, avrebbe invece dovuto essere in primo piano. I silenzi assordanti di alcune associazioni o i voltafaccia indecenti di altre così come l'indifferenza dei più avrebbero potuto farci desistere. Ciò non è avvenuto e anzi alcune scelte difficili, quale la discesa in campo nelle elezioni regionali del 2008, ebbero come unico scopo, non avendo io alcuna ambizione politica, quello di portare in campagna elettorale il dibattito contro il rigassificatore a favore di un progetto di sviluppo coerente con un sito Unesco che non poteva che essere il turismo attraverso la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, dell'agricoltura e dell'industria manifatturiera leggera. Nel novembre 2008 scrissi che bisognava ritrovare la passione civile e diventare cittadini consapevoli, capaci di impegnarsi per il proprio territorio per innescare processi virtuosi di cambiamento. Certo tutto ciò sarebbe più facile se i media tradizionali facessero correttamente il loro lavoro. Invece, anche in occasione del referendum pur essendo in gioco scelte strategiche importanti, non hanno smentito la loro vocazione a schierarsi a favore dei potentati politico-affaristici, non realizzando alcun dibattito che avrebbe potuto informare i cittadini correttamente. Ciò nonostante quasi 7000 agrigentini, cittadini liberi, hanno votato no, mostrando un risveglio della coscienza civile. Detto questo, è chiaro che la soddisfazione per il risultato referendario deve servire da stimolo e spingerci a diventare coscienza critica di una classe politica spesso incapace di programmare lo sviluppo del proprio territorio.
Impedire la costruzione di un rigassificatore senza pretendere che si attui concretamente lo sviluppo turistico di questa terra sarebbe una vittoria di Pirro. Ecco perché bisogna subito iniziare una sistematica azione di stimolo perché questa città passi da città a vocazione turistica a città a sviluppo turistico. Perché ciò si realizzi è necessario che Comune, Provincia, Camera di Commercio ed Ente parco concordino sinergicamente scelte strategiche che accelerino uno sviluppo che finora è stato lentissimo tanto da legittimare, agli occhi di molti, un impianto industriale impattante quale il rigassificatore. L'Ente Parco, nato per la tutela e la valorizzazione della Valle, in tutto ciò ha sicuramente un ruolo e una responsabilità di primo piano ecco perché se non si vuole vanificare l'essenza stessa del suo esistere deve diventare l'ente promotore dello sviluppo del territorio. E' assolutamente impensabile che il turismo diventi il volano di sviluppo senza realizzare tutte quelle piccole cose che si potrebbero fare subito e quasi a costo zero ma che, invece, sono state procrastinate di anno in anno, allontanando ogni seria prospettiva di sviluppo. Intendo parlare della segnaletica stradale ormai vecchia e forviante per impedire che i turisti, anziché arrivare nella Valle, vengano dirottati altrove; della riqualificazione della passeggiata archeologica che va alleggerita del traffico pesante e diserbata e in cui vanno rifatti i marciapiedi sconnessi e resi agevoli gli accessi ai siti monumentali come la chiesa di S.Nicola. Bisogna che si attivi il semaforo di fronte al museo installato da anni e mai entrato in funzione; che si facciano finalmente i lavori nel piazzale Hardcastle (posto di ristoro), sempre annunciati e mai iniziati; che vengano aperti finalmente i parcheggi di S.Anna e Cugnovela, completati da più di un anno; che si aprano alla fruizione i siti che, restaurati, rimangono chiusi per mancanza di personale. Se non cominciamo a riqualificare i luoghi nel cuore della Valle, non ci potrà essere nemmeno la speranza di un futuro turistico per questa città. Ecco perché dico che il tempo è davvero scaduto e che tutti gli enti preposti, abbandonando il gioco dello scarica barile, si attivino per impedire che disservizi, sciatteria e incuria offuschino la bellezza archeologica e paesaggistica dei nostri luoghi allontanando inesorabilmente lo sviluppo turistico vera risorsa della nostra economia. Solo così Agrigento potrà concretizzare la sua vocazione turistica.
Caterina Busetta Continua a leggere...

lunedì 27 aprile 2009

DUE INTERESSANTI LIBRI DI VINCENZO ARNONE


Martedì 28 aprile, alle ore 17, nella suggestiva cornice della biblioteca Lucchesiana verranno presentati due libri di Vincenzo Arnone, “Romanzo toscano” e “L'ombra del padre”. Sarà don Giovanni Scordino direttore della biblioteca a introdurre e coordinare la presentazione. Sono previsti interventi dell'arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro e di Gaetano Gaziano. Lia Cipolla e Beatrice Ventura leggeranno brani dei due libri. Vincenzo Arnone è nato a Favara nel 1945, vive a Pontassieve (Firenze) dov'è parroco. I due libri possono essere ritenuti un messaggio d'amore alla terra che lo ospita, la Toscana, e a quella dove è nato la Sicilia. Il “Romanzo toscano” è un excursus nel mondo della cultura fiorentina, di cui l'autore ha pienamente assimilato la vera essenza. Il suo narrare in quel linguaggio ammiccante, arcaico, quasi dantesco, crea suggestioni ed emozioni al lettore, che guida quasi per mano, novello Virgilio, attraverso la presentazione di alcuni rappresentanti della cultura toscana, non in veste di dannati o di beati, ma di protagonisti del loro tempo, come Leonardo, Lorenzo dei Medici, Galilei, Michelangelo fino ad arrivare alla modernità con Oriana Fallaci, Mario Luzi e tanti altri. Protagonisti visti nella loro quotidianità, con i loro progetti, con i loro sogni, anche con le loro contraddizioni, con le loro speranze, ma anche con i loro acciacchi, come nel caso di Michelangelo che si accompagna al giovane Vasari nel suo pellegrinaggio delle sette chiese fatto con forte spiritualità ma con grande sofferenza data la sua età avanzata e le sue gambe incerte. Il merito di Arnone è proprio quello di fare rivivere questi personaggi storici, che sembrano parlare al lettore, raccontando di sé, quasi a chiedergli comprensione, di capire i loro problemi esistenziali in una dimensione temporale che non ha più confini, perché il passato diventa presente e il presente altro non fa che attualizzare quegli antichi problemi che sono l'esilio (oggi inteso come fuga dei giovani), l'eremitaggio (inteso come ricerca di sé), l'eterno rapporto con i familiari e con il potere.
Sentire Dante, che da Ravenna invoca, con una lettera, il vescovo di Firenze di riaccoglierlo all'interno della natia comunità, auspicando “ch'un dì l'animo mio stancato, intra le mura di Fiorenza riposerà e che verun, appressandosi alla tomba, una prece e un fiore porterìa”, anche se la lettera è una raffinata invenzione dell'autore, induce il lettore a sincera commozione. Mi piace accostare Arnone al grande scrittore siciliano Antonio Russello, favarese anche lui, per la capacità comune di creare suggestioni attraverso racconti che parlano di alcuni protagonisti del loro tempo, siano essi romantici briganti favaresi o pittori, sculturi e architettori del Rinascimento.
“L'ombra del padre” rappresenta una sorta di autobiografia dell'autore, che si snoda attraverso il dialogo tra madre e figlio che parlano del padre. E' un viaggio dell'anima attraverso i territori della memoria fatta di Sicilia, di campi di grano, di fatica dura di contadini e zolfatai, di voglia forte di riscatto sociale. E questo viaggio ha uno scopo ritrovare il padre che forse non ha conosciuto come avrebbe voluto e desiderato e di cui sente l'importanza del ruolo proprio quando non c'è più. Dice Arnone “quando muore la madre si finisce col rassegnarsi e si arriva a pensare a lei con dolcezza. Del padre invece si continua a sentire l'assenza per tutta la vita. Quando viene a mancare il padre, si avverte che da quel momento in poi noi ci troveremo soli a fronteggiare la morte dalla quale, lui prima, ci difendeva”
L'accostamento a Elio Vittorini è fin troppo facile ma mi piace farlo perché ciò che accomuna i due scrittori, oltre all'amore per la propria terra, è la volontà di raccontare vicende umane della propria famiglia contadina che diventa metafora di una famiglia siciliana alle prese con l'eterna dura fatica del vivere, vissuta con orgoglio e dignità.
Concordo con Melo Freni, che ne ha curato la prefazione, che vede nel libro di Arnone “una lunga pagina di memoria contrappuntata da una forte percezione di ciò che quella memoria contiene e stimola” e aggiungo che l'autore questa percezione trasforma in amorosa esigenza di recupero del proprio passato e delle proprie origini per non dimenticare. I ricordi della civiltà agreste data la mia età (ahimé) mi appartengono per cui ho la fortuna di condividere con Arnone le stesse emozioni quando torno indietro con la memoria alle mie estati passate in campagna nella “roba” di mio nonno Paolino che ogni giorno mi sellava l'asinello per andare al paese a prendere l'acqua con le “quartare” infilate nei “cufina” ai lati della soma. Quelli per me sono i ricordi più belli e ringrazio Arnone per avermi dato la possibilità e il piacere di riviverli attraverso la lettura delle sue opere.
Gaetano Gaziano Continua a leggere...

venerdì 24 aprile 2009

UOMINI MORTI CHE CAMMINANO


Il risultato del referendum ha dato un esito straordinario. Intanto hanno votato 7 mila elettori iscritti nelle liste di Agrigento. E data la disinformazione, in qualche caso controinformazione, dei media locali tradizionali, l'esito può essere considerato davvero soddisfacente. Alcune considerazioni statistiche: ha votato il 15% dei cittadini realmente iscritti nelle liste, ma se si considera che mediamente vanno alle urne non più di 30 mila elettori, la percentuale sale addirittura al 25%, cioè un elettore su quattro è andato a votare. E' da considerare, poi, che all'ultima consultazione referendaria nazionale si è recato il 14% degli elettori, inferiore cioè a quella agrigentina. Nettissima poi l'affermazione del No che ha riscosso il 95% dei voti, quasi un plebiscito, mentre i Sì si sono fermati a un misero 5%. Ultima, ma non meno importante, considerazione statistica è che, siccome si tratta di una fetta dell'elettorato che si è espressa in un referendum e non in un sondaggio, la percentuale va vista in “proiezione” ed esprime pertanto la volontà dell'intero corpo elettorale, come ci dicono gli istituti demoscopici, con leggero margine di scarto o “forbice” finale. Quindi la conclusione è che gli agrigentini in massa hanno detto No al rigassificatore. Come penso direbbero gli empedoclini, se solo fossero chiamati ad una consultazione popolare. Ma il “democratico” Sindaco Firetto ha negato il referendum ai suoi concittandini, compensandoli però con il referendum sul pupazzo di Montalbano. E ora? si è chiesto un giovane che lavora come guida turistica proprio nella Valle dei Templi di Agrigento. Ci sentiamo di rispondere che certo l'esito del referendum non fermerà la costruzione dell'ecomostro ma, oltre alla valenza giuridica che pure c'é, la sua valenza più importante è quella politica e mediatica: nessuno vuole il rigassificatore tranne la lobby dell'energia e i politici ascari e i sindacalisti asserviti ai loro interessi. Ciò che fermerà realmente la costruzione dell'ecomostro sono gli strumenti giudiziari attivati: cioè i tre ricorsi al Tar che non è vero che sono stati decisi; c'è stato solo il rigetto della richiesta della sospensiva per uno di essi, mentre il TAR stesso, accogliendo l'istanza dell'avvocato di Legambiente, Daniela Ciancimino, ha chiesto con ordinanza al Ministero dell'Ambiente di produrre il progetto con tutti gli allegati. Inoltre alcune associazioni, come la nostra, hanno chiesto e ottenuto per la legge della trasparenza amministrativa la copia di tutti i verbali della conferenza dei servizi tenuta dall'assessore regionale all'industria, Pippo Gianni, dai quali risulta che nella procedura autorizzativa sono state commesse macroscopiche irregolarità di natura amministrativa e penale. Le prime saranno prodotte dagli avvocati difensori all'interno dei ricorsi al Tar, le seconde sono state già segnalate agli organi competenti della magistratura per i conseguenziali provvedimenti. Sulla scorta di questi rilievi le predette associazioni hanno provveduto a diffidare il presidente della Regione Siciliana, l'assessore all'industria e l'assessore ai beni culturali dall'emettere qualsiasi provvedimento autorizzativo.
Alla data odierna non è stato ancora emesso dall'assessore regionale all'industria, Pippo Gianni, il decreto di autorizzazione e pensiamo che non lo sarà mai. Perciò a coloro che mandano a dire che il referendum è stato inutile “perché tanto tutto è stato già deciso” rispondiamo che hanno detto il falso e che si rassegnino perché questo ecomostro sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine con il parco archeologico della Valle dei Templi non lo costruiranno mai.
La stessa cosa ci dissero più di due anni e mezzo fa: “è inutile che vi muovete tanto tutto è stato già deciso”. Mentivano allora e mentono oggi. Ciò che è bello, infine, constatare invece è che allora eravamo quattro donchisciotte a combattere l'ecomostro, oggi 7000 liberi cittadini si sono recati alle urne per gridare un No forte all'ignobile progetto. E tutto questo nel silenzio di quasi tutti i politici (salvo qualche coraggiosa eccezione) e dei sindacalisti. Gli uni e gli altri devono prendere atto che non rappresentano più nessuno tranne gli interessi delle lobby e che agli occhi della gente non sono altro che dei dead man walking, uomini morti che camminano.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento
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