domenica 31 ottobre 2010

LE RISIBILI PANZANE E LE PATETICHE CONTRADDIZIONI DI DON ARRAFFAELE LOMBARDO


“La Repubblica” del 29 ottobre ha dedicato le prime sette pagine interamente al bunga-bunga di Berlusconi e neppure un solo rigo alla notizia di questi giorni che la mafia ha messo le mani sul rigassificatore di P.Empedocle, al confine con la Valle dei Templi di Agrigento, come è stato accertato dopo la cattura del capo mafia di P.Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo sono stati trovati alcuni “pizzini” che dimostrano gli interessi di Cosa Nostra per il business del gas rigassificato.
La stessa cosa hanno fatto quasi tutti gli altri quotidiani, ma per i giornalisti de “la Repubblica” l’argomento rigassificatore “Valle dei Templi” è tabù forse perché l’ing. Carlo De Benedetti ha interessi, con la sua Sorgenia, nel rigassificatore di Gioia Tauro, anche questo sotto la lente di ingrandimento della Dda di Reggio Calabria.
“La Repubblica”, inoltre, ha dato grande risalto alla panzana del governatore siciliano Raffaele Lombardo, che ha chiesto la secessione dal resto d’Italia, ma si è guardata bene dal rilevare come mai il nostro governatore, che ormai tutti chiamano “don Arraffaele” per la sua attitudine a occupare tutte le posizioni di governo e di sottogoverno con propri fedelissimi clientes, stia facendo la guerra al rigassificatore di Priolo, zona privilegiata del suo elettorato, mentre ha calato le brache per il rigassificatore “Valle dei Templi”, che dovrà essere realizzato da Enel.
Questa contraddizione non l'ha rimarcata neppure il giornalista Roberto Di Caro nell'intervista a Lombardo su “l'Espresso” del 28 ottobre, ingoiando senza fiatare le patetiche spiegazioni di don Arraffaele, come ho ricordato su questo blog nel post precedente.
E gli inciucisti siciliani del Pd cosa fanno? Applaudono l'alleato “don Arraffaele”, che spara panzane grosse quanto una casa quando invoca la secessione, e sono conniventi con la sue contraddizioni sui rigassificatori per cui dice no a quello di Priolo, a casa sua, .mentre dà l'ok per quello “Valle dei Templi” con incredibili motivazioni che lasciano letteralmente di stucco. D'altra parte i “compagni” di casa nostra Capodicasa, Lumia, Lupo, eccetera sono in linea con Pierluigi Bersani che invoca le dimissioni di Berlusconi per il bunga-bunga ma che è lontano mille miglia dal farlo per rigassificatori e centrali nucleari tanto cari a Confindustria e al suo esponente di spicco Roberto Colannino, eletto (pardon nominato) parlamentare del Pd.
Questa è materia che “scotta” per il “compagno” Pierluigi, come per gli ex margheritini Letta e Franceschini che sognano già di coalizzarsi con Casini, il vero deus ex machina di rigassificatori e centrali nucleari. Quindi “mutu cu sapi 'u iocu”...
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lunedì 25 ottobre 2010

STEFANIA PRESTIGIACOMO DEVASTA L'AMBIENTE, RAFFAELE LOMBARDO FA SCEMPIO DEL PAESAGGIO

E' in corso in Sicilia un aspro braccio di ferro tra Stefania Prestigiacomo e il governatore Raffaele Lombardo.
Il nostro governatore, che i Siciliani ormai da tempo hanno preso a chiamare “affettuosamente” don Arraffaele, ha violentemente attaccato, attraverso un'intervista rilasciata al giornalista Roberto Di Caro de l'Espresso, la “leggiadra” Stefania definendola tout court come “ministra per la devastazione dell'ambiente”, cui stanno molto a cuore rigassificatori e termovalorizzatori che sono “la quintessenza dell'affarismo illecito, della bassa politica e della mafia”. Da questa intervista verrebbe fuori un don Arraffaele paladino della riscossa siciliana contro i poteri forti, la mafia, e lobby varie che vogliono fare della nostra terra ricettacolo di termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucelari. Peccato però che il nostro “eroe” ha qualche scheletro nell'armadio, non ha ricordato per esempio che, dopo aver definito i rigassificatori “polvere da sparo pronta ad esplodere”, ha dato il via libera al rigassificatore di Porto Empedocle, al confine del parco archeologico della Valle dei Templi. Forse ha dimenticato una precedente intervista televisiva in cui disse testualmente “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai!”. Poi, dopo un debole accenno di resistenza alle pressioni di Enel, ha autorizzato l'ecomostro in zona archeologica, con brindisi finale a base di champagne tra l'assessore regionale Armao e Margherita Stabiumi, regina bresciana dell'acciaio che, cedendo ad Enel il 90% delle azioni della sua società Nuove Energie, “facilitatrice” del progetto, avrebbe lucrato circa 30 milioni di euro.
Di questo brindisi ci parlò proprio l'Espresso e sembra davvero strano che non se ne sia ricordato il giornalista Roberto Di Caro, che non ha fatto un minimo cenno al rigassificatore “Valle dei Templi”, ed è stato don Arraffaele, quasi come excusatio non petita, a dire “lo facciono il rigassificatore di Priolo, ma mettano in sicurezza la fatiscente raffineria, e interrino quell'enorme ferraglia come ha fatto Enel a Porto Empedocle”. Ma di quale ferraglia sta parlando onorevole don Arraffaele? Per il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e al confine del parco archeologico di Agrigento non si tratta di interrare della ferraglia ma di preservare uno dei paesaggi più belli al mondo, quello della Valle dei Templi, patrimonio Unesco, minacciato dall'ecomostro. Lombardo si sbraccia a sostenere che nei termovalorizzatori e nella gestione dei rifiuti “la mafia c'è dentro fino al collo”, ma fa finta di ignorare le preoccupazioni di infiltrazioni nel business del rigassificatore empedoclino, espresse dal questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Mario Di Iulio, raccolte dal Corriere della Sera, e puntualmente confermate dopo l'arresto del boss mafioso di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo hanno trovato alcuni “pizzini” che confermano il suo interesse al rigassificatore. Il nostro “amato” governatore è molto bravo a lanciare accuse di ascarismo ai suoi amici-nemici politici. E come definirebbe se stesso che cala le brache alle pressioni per il rigassificatore “Valle dei Templi”?
Stia tranquilla però la “leggiadra” Stefania: Raffaele Lombardo, la volpe di Catania, lancia violenti accuse contro di lei solo a parole, ma in realtà la rassicura quando afferma: “lo facciano il rigassificatore di Priolo...”. Prima l'accusa di devastare l'ambiente e poi le “regala” quello che le sta più a cuore, il business del secondo rigassificatore in Sicilia.
La Prestigiacomo sarà pure “una ministra della devastazione dell'ambiente”, ma al nostro “amato” governatore la patente di “devastatore del paesaggio” non gliela toglie nessuno.
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martedì 19 ottobre 2010

CHIESTA LA REVOCA DELL'AUTORIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"

Le associazioni “Salviamo la Valle dei Templi”, “Parco Letterario Pirandello” e “Confimpresa-Euromed” di Agrigento, che con le proprie denunce alla Commissione Europea hanno determinato l'apertura dell'indagine a carico del governo italiano per infrazione del diritto comunitario in relazione all'autorizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, al confine della Valle dei Templi di Agrigento, hanno chiesto all'assessore regionale per l'energia Giosuè Marino, con atto extragiudiziale di diffida, la revoca urgente del provvedimento dell'autorizzazione del rigassificatore.
Ritengono immorale infatti, oltre che illegittimo, che venga mantenuto in vita il provvedimento autorizzativo del rigassificatore “Valle dei Templi”, mentre sia stato bloccato il rigassificatore di Priolo in zona industriale, invocando, come ha fatto l'ex assessore regionale per l'energia Piercarmelo Russo, l'indagine della UE iniziata proprio per il rigassificastore in zona archeologica.
In realtà la Sicilia non ha bisogno di rigassificatori, né di quello di Priolo né di quello della Valle dei Templi, in quanto essa esporta la maggior parte dell'energia che produce e il suo territorio è attraversato dai gasdotti provenienti dall'Algeria e dalla Libia e solo il 10% del gas trasportato viene consumato in Sicilia, per cui risultano incomprensibili le motivazioni del governo Lombardo sulle scelte in materia di rigassificatori.
Oggi per Priolo si invoca l'indagine UE iniziata per Porto Empedocle, in quanto viene violato il divieto degli aiuti di Stato (art.107 del Trattato UE), che c'é e sarà certamente sanzionato, ma il motivo molto più pragmatico del blocco va ricercato nel fatto che una “cordata” di alcuni uomini politici della Sicilia orientale non vuole il rigassificatore dalle loro parti, malgrado le pressioni di Stefania Prestigiacomo, “ministra per la devastazione dell'ambiente”, come l'ha definita il capo gruppo al Senato dell'Mpa, Giovanni Pistorio, mentre i politici di Agrigento (di destra e di sinistra) sono infetti da sempre dal pernicioso virus dell'ascarismo. Lombardo ha dichiarato “il rigassificatore di Priolo lo vadano a fare da qualche altra parte”. L'avete mai sentita dai nostri “onorevoli” una simile dichiarazione?
La verità è che si sta giocando una partita dura tra i poteri forti, da una parte i fratelli Garrone, petrolieri di Genova, che pressano per il rigassificatore di Priolo e dall'altra Enel che pressa per quello di Porto Empedocle, ma, mentre i politici della Sicilia Orientale stanno opponendo una strenua resistenza alle pressioni della lobby Garrone e della “ministra della devastazione dell'ambiente”, tutta la deputazione nazionale e regionale di Agrigento (tranne Ignazio Messina dell'Idv che ha presentato diverse interrogazioni parlamentari) subisce senza fiatare le pressioni di Enel per il rigassificatore “Valle dei Templi”. La triste realtà è che questi “signori” valgono meno del due di briscola. Loro ritengono di essere importanti perché hanno i voti e perché sono strapagati. Avranno pure i voti, saranno pure strapagati, ma moralmente sono zero.
Fazioso risulta, in ogni caso, il governatore Lombardo che, mentre continua a denunciare infiltrazioni mafiose nei termovalorizzatori e nel rigassificatore di Priolo, ignora completamente le preoccupazioni di infiltrazioni della malavita nel rigassificatore “Valle dei Templi”, espresse dal Questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Di Iulio e raccolte dal Corriere della Sera. Ovviamente le pressioni della lobby italiana dell'energia, sostenuta dall'assessore Armao e dalla “regina” dell'acciaio bresciano Margherita Stabiumi, trovano più accomodante il nostro “amato” governatore.
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venerdì 1 ottobre 2010

OGGI L'INCIUCIO SI CHIAMA "LABORATORIO POLITICO"

Le operazioni di trasformismo politico, anche le più spericolate, vengono definite oggi con il termine di “laboratorio politico” (ovviamente da chi le compie).
Gli esponenti di una coalizione, che passano a quella contrapposta, non vengono chiamati traditori, voltagabbana eccetera ma, a questo punto, possono “elegantemente” essere definiti “tecnici di laboratorio”. Dei ricercatori, insomma. Ricercatori sì, ma di poltrone.
E hanno anche un forte alibi morale: “lo facciamo per il bene del Paese”.
Il trasformismo è un vizietto antico. Benedetto Croce diceva che gli Italiani ce l'hanno nel codice genetico. E' comune a tutte le forze politiche,per cui risultano patetiche le accuse di “campagna acquisiti” che fanno oggi alcuni schieramenti contro gli avversari politici, dimenticando che anche loro in passato hanno fatto ricorso a palesi manovre di trasformismo (pardon di “laboratorio politico”) per ribaltare il risultato delle urne elettorali.
Bersani che oggi chiede addiritura l'incriminazione di Berlusconi per corruzione non ricorda o, meglio, fa finta di non ricordare che il primo governo Berlusconi fu fatto cadere perché la Lega Nord, alleata di Forza Italia, passò dall'altra parte della barricata, diventando “una costola del centro-sinistra”, con la complicità del presidente ribaltonista di allora, Oscar Luigi Scalfaro.
Ma non c'è bisogno di tornare al passato per dimostrare che il vizietto trasformista ha contagiato anche i “compagni” (o come diavolo si chiamano oggi, per dirla con Veltroni) Bersani, Finocchiaro, Lumia e Cracolici, basta vedere il ribaltone che hanno fatto in Sicilia alla corte di Raffaele Lombardo, oggi “affettuosamente” chiamato don Arraffaele, alleandosi con i post-fascisti di Fini e i centristi di Casini (ribaltonista a Palermo ma all'opposizione a Roma) e mandando a casa la coalizione che aveva vinto le elezioni.
E' l'esperimento fotocopia di “laboratorio politico”, chiamato milazzismo, che fu fatto in Sicilia negli anni Sessanta per mandare a casa la Dc allora al governo. Con un'aggravante: a quel tempo non c'era l'elezione diretta del presidente della regione sostenuto da una coalizione. Oggi invece la “compagna” Anna Finocchiaro, rivale sconfitta di don Arraffaele alle ultime elezioni regionali, si trova a governare proprio con il “riformista” Lombardo. Ma bisogna dare atto almeno a don Arraffaele che, per giustificare l'inciucio siciliano ordito con il “compagno-fidanzato” Antonello Cracolici, non si è rifugiato nelle terminologie finto-eleganti di “convergenze parallele” o “politica dei due forni” come si faceva un tempo o “alleanza costituzionale” come fa oggi il “compagno” Bersani ma, molto più terra terra, ha ammesso che “governa con ci sta”.
La verità amara è che per molti professionisti della politica le espressioni “sinistra”, “destra” e “centro” sono oggi, come lo furono ai tempi di De Pretis, Crispi e Giolitti, comode etichette per acquisire un seggio in Parlamento o nelle varie assemblee politiche, salvo poi a fare gli interessi di coloro che comandano veramente: i potentati economici e industriali.
Ne è una dimostrazione vivente e lampante l'esperimento di “laboratorio politico” di don Arraffaele con gli inciucisti di Fini, Casini e Bersani.
Il nostro “illustre” governatore, durante la campagna elettorale, cavalcò gli slogan del “riformismo” e dell' “autonomismo”, proclamando con fierezza che “i lor signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera d'Italia”, volendo contrastare, a suo dire, i gruppi industriali del Nord (“i lor signori”) e la loro strategia colonizzatrice tendente a installare nel nostro territorio termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari.
Appena eletto governatore, don Arraffaele si dimenticò di promesse e di proclami elettorali, aprendo le porte proprio a termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari e ciò con il consenso caloroso della coalizione di centro destra con cui governava prima e con quello di Fini, Casini e dei “compagni” Bersani, Finocchiaro, Lumia, Cracolici (il fidanzato) con cui governa oggi.
Sono questi interessi il vero motore di certi nostri politicanti (e li chiamano pure "onorevoli") che in pubblico litigano o, meglio, fingono di litigare per la casetta in Canadà o per le escort che stanno qua, ma che in privato fanno il gioco dei poteri forti. E lo fanno appassionatamente politici di “destra”, di “centro” e di “sinistra”.
E gli elettori, direte voi?
Per loro vale l'eterna massima del marchese Del Grillo: “io so' io e voi non siete un c***o”.
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martedì 14 settembre 2010

PERMETTE QUESTO TANGO ALLA DIOSSINA?


“Signora, permette questo tango alla diossina?”.
Con questa gentile richiesta, sono certo, qualche elegante cavaliere avrà aperto le danze sabato 11 settembre a piazza commendatore Brignone di Lampedusa. E ne aveva buon diritto, perché in quei momenti il cielo era carico di una greve coltre nera di fumo causata dall'incendio doloso della discarica comunale di barche e di rifiuti speciali che il giorno prima era divampato violento e che ancora sabato non era stato domato. E, del resto, molti focolai dell'incendio sono rimasti attivi per circa una settimana alimentati dal forte vento di maestrale che aveva cosparso il centro abitato e l'intera isola di polveri nere. Le autorità sanitarie locali- quelle comunali e quelle dell'Asl-, forse per non privare la cittadinanza del loro passatempo preferito, il liscio al sabato sera, non l'avevano allertata invitandola a stare chiusa in casa con le imposte serrate, come sarebbe stato doveroso e come hanno fatto le persone più consapevoli. Liscio o non liscio, le responsabilità di queste sedicenti autorità sono gravissime, perché avevano il dovere di avvisare la popolazione. E, invece, “ballate pure”!
La gente balla felice e ballando ingoia diossina. Sembra di essere tornati agli anni bui delle passate amministrazioni comunali quando, per smaltire i rifiuti, il metodo preferito, anzi l'unico esistente, era quello di dare fuoco alla discarica. E, guarda caso, sempre con il vento di maestrale, perché gli specialisti piromani sanno, per antica esperienza di incendiari, che con il vento di maestrale il fuoco attizza meglio, si estende rapidamente ed è più difficile per i vigili del fuoco poterlo domare. “La discarica ha preso fuoco” affermavano i responsabili del tempo”, facendo spallucce.
Poi sono arrivati gli Ato rifiuti e la situazione si era normalizzata con la precedente amministrazione comunale, che ha fatto costruire la discarica e ha disciplinato il trasferimento in terraferma dei rifiuti ordinari e speciali.
Oggi i responsabili ci raccontano, non potendo ricorrere alla puerile motivazione di un tempo “che la discarica ha preso fuoco”, la storiella che l'incendio doloso è stato voluto da qualcuno che vuole contrastare la creazione di un museo dei migranti. Un complotto, insomma. Sciocchezze! Il trasferimento dei rifiuti costa e costa molto. E' stato trovato un sistema economico per smaltirli?
Il Sindaco De Rubeis aveva dichiarato ai primi di settembre che presto sarebbe arrivata a Lampedusa una ditta attrezzata per lo smaltimento dei rifiuti speciali, peccato che sono arrivati prima gli specialisti piromani di casa nostra che, tra l'altro, non costano niente.
Le cause dell'incendio? I responsabili piromani? Gli inquirenti stanno indagando, ma certo è che la spesa per i rifiuti, che gravava sul bilancio comunale di Lampedusa per circa 3 milioni di euro, è stata ridotta drasticamente a circa un milione di euro. Certo è che gli ultimi drammatici fatti di cronaca giudiziaria che hanno investito il sindaco De Rubeis e altri amministratori comunali sono strettamente collegati con lo smaltimento dei rifiuti. Certo è che dall'opposizione in consiglio comunale è stato chiesto alla giunta De Rubeis di dare conto di una voce in entrata nel bilancio comunale del 2010 di circa un milione di euro per la discarica comunale e che fine abbia fatto quella somma. Certo è che la gente non si è bevuta la storiella del complotto di qualcuno contro il museo dei migranti e ha partecipato numerosa al sit-in di protesta e di condanna organizzato da Legambiente contro il criminale attentato alla salute pubblica. I politici a corto di idee e, soprattutto, di spiegazioni convincenti, si rifugiano, come oggi è di moda, nella teoria dei complotti. E mentre la gente balla il Titanic affonda...
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sabato 11 settembre 2010

CARO MARCO ZAMBUTO, MI HAI DELUSO!

Caro Marco Zambuto, mi hai profondamente deluso!
Le tue risposte (date attraverso i media on line) alle mie precise domande sulle finalità del "Patto per il territorio", al di là di alcune generiche affermazioni di principio, sono evasive ed elusive.
Tu sai che ho stima e affetto per te, però avevo chiesto al nuovo movimento che si è data la sigla di "Patto per il territorio" di dirci quali posizioni prenderà in rapporto al rigassificatore, al termovalorizzatore, alla mega discarica e alla centrale nucleare che qualche mente criminale ha deciso di costruire proprio nel nostro territorio provinciale, che il vostro "Patto", a parole, dice di volere difendere.
Tu dici che è il tempo di farla finita con il “meriodionalismo piagnone” e che il vostro movimento si ispira alla politica del più grande presidente che abbia avuto la regione siciliana, Piersanti Mattarella.
Ti credo, caro Marco, perché so che sei in buona fede, ma voglio ricordarti anche che Mattarella della lotta all'affarismo di certa nostra politica, di destra e di sinistra, collusa con mafia, lobby varie e massoneria fece la sua bandiera. E per quei nobili ideali pagò con la vita.
I presidenti che sono venuti dopo (per esemplificazione cito Cuffaro, Capodicasa e Lombardo) hanno capito benissimo la lezione e hanno subito aperto le porte del nostro territorio a centrali nucleari, rigassificatori, megadiscariche e quant'altro può fare la felicità appunto di mafia, lobby varie e massoneria.
Quando parlo di "menti criminali" mi riferisco alle multinazionali del Nord e ai loro alleati locali che sono i nostri politici regionali e nazionali di riferimento che, salvo qualche eccezione, vanno chiamati per il loro giusto nome: ASCARI.
Tra le eccezioni mi piace citare il deputato nazionale dell'Idv Ignazio Messina e l'europarlamentare Sonia Alfano pure dell'Idv, la cui interrogazione ha sollecitato il Commissario Europeo della Concorrenza, Joaquìn Almunia, ad avviare un'indagine contro il governo italiano sul rigassificatore di Porto Empedocle per le denunce da noi presentate e che, fino all'interrogazione di Sonia Alfano, dormivano in un cassetto. Ricordo anche che tu coraggiosamente hai fatto ricorso al Tar contro l'ignobile progetto del rigassificatore “Valle dei Templi”.
Ora, caro Marco, sono certo che tu stai lavorando nella direzione di far assumere ai variopinti componenti del “Patto”, tutti di provenienza da partiti rigassificatoristi e nuclearisti, una posizione netta precisa in difesa del nostro territorio contro le fameliche lobby del Nord che considerano la nostra, "terra di conquista e di sfruttamento", ma fino a quando ciò non succederà il vostro movimento resterà sempre un'accolita di fuorusciti e la vostra sigla una scatola vuota.
Con affetto,Gaetano Gaziano
presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" Continua a leggere...

martedì 7 settembre 2010

PRIMO PASSO DELLA UE VERSO LA SOTTOPOSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO ALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE DELLA NORMATIVA EUROPEA

Joaquin Almunia, Commissario Europeo per la Concorrenza, ha comunicato, rispondendo a un'interrogazione dell'europarlamentare dell'Idv Sonia Alfano, che è stata aperta un'indagine per la sottoposizione del Governo Italiano alla procedura di infrazione della normativa europea a seguito di due denunce presentate contro il rigassificatore di Porto Empedocle.
Occorre ricordare che quelle due denunce sono state presentate dalle associazioni agrigentine “Confimpresa” di Alessio Lattuca, “Il Cerchio” di Bernardo Barone e “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” del sottoscritto.
E' stata denunciata, tra l'altro, la violazione dell'art. 107, paragrafo 1°, del Trattato Europeo che impone il divieto di aiuti degli Stati membri alle proprie aziende. Nello specifico abbiamo denunciato la disposizione prevista dall'Autorità per il Gas e l'Energia (delibera 178/2005) che prevede che in ogni caso sarà garantito alle società che gestiscono nuovi impianti di rigassificazione l'80% dei ricavi di riferimento (3 milioni di euro nel caso di Porto Empedocle) anche in caso di non utilizzo degli impianti gravando la spesa “sul sistema tariffario nazionale” cioè sulle bollette degli Italiani.
Il primo passo della procedura è quello di chiedere da parte della Commissione Europea chiarimenti allo Stato che si intende sottoporre alla procedura di infrazione. Ed è quanto comunicato da Almunia a Sonia Alfano, infatti ha precisato nella lettera del 12 agsoto 2010 che “la Commissione ha trasmesso alle autorità italiane una versione non riservata delle denunce e, al momento, attende le osservazioni dell’Italia in merito”.
Dopo di che, in base alle risposte fornite dal Governo Italiano, si aprirà ufficialmente la procedura di infrazione.
E' ovvio che si tratta del primo tangibile successo della lotta che stanno portando avanti le associazioni agrigentine, riunite nel comitato “No al rigassificatore”, che contrastano l'ignobile e criminale progetto di costruire un impianto di rigassificazione da 8 miliardi mc., che la normativa europea “Seveso” definisce “a rischio di incidente rilevante", alla distanza di 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine del parco archeologico della Valle dei Templi.
Inoltre, le associazioni agrigentine “Confimpresa”, “Il Cerchio” e “Salviamo la Valle dei Templi” sopra citate trasmetteranno a breve al Commissario Europeo per la concorrenza, Joaquin Almunia, nuova probante documentazione per chiedere l'ordine prioritario della trattazione delle proprie denunce.
Gaetano Gaziano,
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”

Di seguito il testo della risposta del Commissario Europeo per la Concorrenza:
E-4831/10IT
Risposta di Joaquín Almunia a nome della Commissione (12.08.2010)
Nel 2009 la Commissione ha ricevuto due denunce relative al meccanismo previsto all’articolo 13, paragrafo 2, della delibera 178/2005 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, il cui obiettivo è incentivare la costruzione e il miglioramento degli impianti di rigassificazione. A parere dei denuncianti, detto meccanismo costituisce un aiuto di Stato illegale.
Nell’ambito dell’indagine sugli aiuti di Stato relativa alle denunce suddette, registrata con riferimento CP 81/2009, la Commissione ha trasmesso alle autorità italiane una versione non riservata delle denunce e, al momento, attende le osservazioni dell’Italia in merito, che dovrebbero pervenire alla DG Concorrenza della Commissione nell’agosto 2010.
In questa fase dell’indagine non è possibile prevedere, nemmeno a titolo indicativo, una data entro la quale la Commissione avrà completato l’esame delle denunce, dato che la durata di un’indagine dipende da molti fattori, tra cui la rapidità con cui lo Stato membro fornisce le informazioni, la completezza di tali informazioni e la complessità della questione in esame. Inoltre, nell’interesse generale dell’UE, la Commissione può assegnare diversi gradi di priorità alle denunce che le vengono sottoposte .
In merito al contenuto della misura (ricavi garantiti per i nuovi impianti di rigassificazione), viste le informazioni limitate di cui dispone in questa fase e lo stadio effettivo di avanzamento dell’indagine, la Commissione non è al momento in grado di esprimersi sulla sua possibile configurazione come aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, del TFUE.
La Commissione può tuttavia assicurare all’onorevole parlamentare che perseguirà fattivamente la questione e che, a tempo debito, informerà i denuncianti circa la posizione adottata.
Per quanto riguarda la richiesta dell’onorevole parlamentare di accedere alla documentazione prodotta dalla Commissione nel corso dell’indagine, essa sarà evasa dai servizi competenti, conformemente al regolamento (CE) 1049/2001 .
Jaquìn Almunia Continua a leggere...