Il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Firetto (detto Lillo), ricorre al Consiglio di Stato per impugnare la sentenza del Tar del Lazio del 14 dicembre 2010.
Detta in questo modo, la notizia potrebbe sembrare una normale informazione di natura giuridico-amministrativa. Non è cosi!
Non è cosi perché la sentenza impugnata riguarda l'annullamento dell'autorizzazione a costruire il rigassificatore di Porto Empedocle da 8 miliardi di mc.
Il rigassificatore, se realizzato, sarà destinato a cambiare l'assetto territoriale, urbanistico ed economico della nostra provincia. Porto Empedocle sarà una nuova Priolo, Agrigento sarà una nuova Augusta.
Pertanto, al di là di ciò che si pensa sul rigassificatore, non capisco la presunzione di Firetto che candidamente afferma "il rigassificatore è di Porto Empedocle e ce lo gestiamo noi".
Mi ricorda tanto uno slogan vetero-femminista "l'utero è mio e me lo gestisco io". E, infatti, com'era prevedibile, il Tar del Lazio ha bocciato questa presunzione per il semplice motivo che il Comune di Agrigento non è stato coinvolto, come sarebbe stato corretto, nella procedura autorizzativa.
Ma questo è solo un vizio formale. C'è però, in tutta la vicenda, un vizio sostanziale che nessuna sentenza del Consiglio di Stato potrà mai sanare -e Firetto lo sa bene-, il fatto che l'ecomostro dovrebbe sorgere sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine con il parco archeologico della Valle dei Tempi, patrimonio Unesco.
Poi, vorrei fare due considerazioni a margine dell'iniziativa giurisdizionale di Firetto.
Il ricorso è stato presentato non dall'avvocato di fiducia, Girolamo Rubino, ma da un altro avvocato ed è stato presentato ancor prima di quello di Enel-Nuove Energie. Perché questo cambio di cavallo in corsa? Non sappiamo: certo il fatto in sé denota contrasti di vedute ed evidenti debolezze nella strategia difensiva.
Il perché Firetto abbia voluto anticipare l'azione difensiva di Enel, che è il suo datore di lavoro, possiamo solo ipotizzarlo.
Escludiamo l'ipotesi che abbia voluto forzare la mano ad Enel che esiterebbe, magari perché non vorrebbe passare alla storia come l'autore dell'ecomostro in zona archeologica. E lo escludiamo perché in questa materia vige l'osservanza rigorosa del principio che business is business.
Propendiamo, piuttosto, per l'ipotesi che Firetto, aspirando a fare carriera sui due fronti, quello politico e quello aziendale, voglia dimostrare a Casini, che è uno dei principali rigassificatoristi in Italia, di essere fortemente determinato a condurre in porto l'impresa industriale tanto cara al suo leader, e ad Enel di essere in possesso di tutti i requisiti per scalare velocemente gli steps (i gradini) del management aziendale della più grande industria energetica del nostro Paese. Intendiamoci: queste aspirazioni di Firetto sono legittime.
E "chissenefrega" se, realizzando l'ecomostro, verrà danneggiato irreversibilmente uno dei paesaggi più belli al mondo, quello della Valle dei Templi, e cambierà drammaticamente la destinazione del nostro territorio provinciale, da turistico-alberghiera ad industriale.
Tra breve ci saranno le elezioni amministrative a Porto Empedocle.
Metterà Firetto il rigassificatore nel suo programma elettorale, in modo che si possa discutere, non solo del "se" ma anche del "come" realizzarlo?
In un mio recente articolo ho riferito come Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, abbia affermato che il rigassificatore di Rovigo è stato progettato off-shore per “proteggere i nidi degli uccellini”.
Lui l'ha detto in modo ironico, perché, guardando solo al profitto, ha considerato che è costato tre volte di più che se progettato sulla costa.
Ecco, anche a Porto Empedocle, dove il rigassificatore è stato progettato alla distanza di 800 metri da una scuola materna, avrebbero potuto o dovuto pensare ad una soluzione off-shore, come a Rovigo, e tutelare, oltre ai nidi degli uccellini, l'asilo nido degli empedoclini.
Non credo che Firetto ne parlerà, perché già una prima volta ha negato il referendum sul rigassificatore, compensando però i "marinisi" con il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano, creatura dell'“inclito” Andrea Camilleri, rigassificatorista convinto anche lui.
E poi perché, avendo visto recentemente su “Teleacras” un servizio (un grande spottone) sulle cose realizzate da Firetto (molte delle quali vere), non è stato fatto cenno al rigassificatore. Quindi, penso proprio che in campagna elettorale non se ne parlerà, perché potrebbe saltar fuori che Porto Empedocle è classificata zona a rischio sismico di seconda categoria, esattamente come L'Aquila.
E, magari, dopo quello che sta succedendo in Giappone, gli elettori empedoclini potrebbero spegnere gli entusiasmi di Firetto.
Né, tanto meno, penso che ci saranno altre forze politiche, che vorranno parlare di rigassificatore in campagna elettorale, se già il Pd di Sinesio, che qualche tempo fa aveva guidato un comitato di cittadini contrari all'ecomostro, oggi dice di volere sostenere Firetto, pensando magari che è più conveniente saltare sul carro del probabile vincitore piuttosto che fare opposizione.
Gaetano Gaziano
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