Cosa sta succedendo ci chiediamo increduli guardando le immagini scioccanti delle carrette del mare che vomitano sui moli di Lampedusa giovani magrebini smarriti o festosi a seconda del tipo di traversata fatta? Perché non si affronta l'emergenza che pure era stata ampiamente prevista e annunciata? Perché li si lascia vagare in condizioni disumane su questo scoglio in mezzo al mare?. Sono queste e molte altre le domande che ci facciamo ed è davvero difficile trovare il bandolo di una matassa che sembra essersi ingarbugliata sempre più. Non c'è dubbio che ci stiamo trovando nel bel mezzo di un cambiamento epocale di cui ancora oggi non riusciamo a capire appieno la portata e le conseguenze. L'Africa che ci sta di fronte a solo poche miglia dalle nostre coste è in subbuglio e siamo proprio noi ad avvertirne per primi l'onda d'urto e la drammaticità. La Tunisia è stata la prima ad esplodere con la cacciata di Ben Alì, è seguito l'Egitto con la caduta di Mubarak, e oggi ci troviamo in primo piano in una Libia in fiamme. La guerra in Libia ci ha colti di sorpresa e ci lascia esterrefatti per tutte le conseguenze possibili. Passare dall'oggi al domani da amici e interlocutori privilegiati a nemici del raìs non è certo cosa da poco se, soprattutto, si aggiunge a ciò il fatto di essere additati quali traditori e obiettivi possibili di ritorsioni. Ci si domanda dunque se almeno questo poteva essere previsto ed evitato, usando magari comportamenti più equilibrati e più consoni ad un paese serio quale vuole essere l'Italia. Si è consentito a Gheddafi in questi ultimi due anni di scorrazzare a Roma, circondato da soldatesse amazzoni, di piantare tende beduine nei nostri parchi, facendo caroselli a cavallo, di insegnare il Corano pagando giovani avvenenti ragazze, insomma di fargli usare tutto quell'armamentario simbolico che ne ha fatto una macchietta impresentabile ma non per questo meno pericolosa.
E in questo, come in altri frangenti simili, ciò che ci ha più ferito è stato il vedere il nostro Presidente del Consiglio sempre in adorazione di chi detiene il potere con la forza e non democraticamente. Questi comportamenti eccessivi, e il baciamano ne è una prova, anche per chi ha interessi da tutelare, ci ha di fatto resi più vulnerabili e più titubanti nell'individuare la strategia giusta oggi che siamo impegnati, con l'alleanza atlantica, nel fare osservare la no fly zone della risoluzione 1973 dell'Onu. Forse non ci voleva la sfera di cristallo per capire che era pericoloso e sconveniente avere rapporti così stretti e amichevoli con un dittatore che si era già macchiato di attentati terroristici (come Lockerbie) e che aveva sparato nel 1986 i missili su Lampedusa. Ma tant'è i fatti sono questi e bisogna oggi trovare il modo di venirne fuori nella maniera più indolore e dignitosa possibile. Cosa saprà fare il governo Berlusconi per risolvere la crisi libica lo vedremo nei prossimi giorni. Cosa sta facendo invece per risolvere l'emergenza immigrazione, conseguente a tutto questo sommovimento epocale, lo stiamo vedendo da circa un mese ed è davvero sconfortante.
Proprio in queste ore viene annunciata la visita a Lampedusa del premier così come l'invio di grosse navi, ma, al di là di quanto sarà fatto nei prossimi giorni, resterà l'ignominia per l'inefficienza dimostrata.
Le immagini e le notizie che arrivano da Lampedusa testimoniano una situazione non più sotto controllo, sfuggita di mano o più verosimilmente lasciata scappare. Nel 2008 lo stesso ministro Maroni seppe affrontare l'emergenza di sbarchi eccezionali che portarono a Lampedusa ben 38000 immigrati, molti di più di quei 20000 arrivati fino ad ora. Perché, ci chiediamo, il governo non sta mettendo in atto un vero piano di evacuazione e smistamento e lascia invece che tutto ricada su Lampedusa e la Sicilia? Sta andando in scena ormai da più di un mese lo spettacolo indecoroso di un'umanità sofferente e mortificata, vagante come in un girone infernale. E' chiaro, infatti, che dietro i ritardi e le lentezze con cui si sta affrontando il problema c'è la volontà precisa da parte di un governo sotto scacco leghista di imporre atteggiamenti e sensibilità che la maggior parte del popolo italiano rifiuta in quanto disumani e non confacenti ad un paese civile, così come c'è la volontà di mandare un messaggio all'Europa recalcitrante nella condivisione dell'emergenza immigrati. E' in questa deriva leghista che Lampedusa viene lasciata sola a fronteggiare un'emergenza umanitaria e sanitaria senza precedenti, facendo ricadere tutto il peso sulla Sicilia che risulta penalizzata anche con la chiusura dell'aeroporto di Trapani Birgi (mentre esiste Sigonella), con Pantelleria anch'essa diventata aeroporto militare, con Mineo centro di accoglienza e chi ne ha più ne metta. Il governo Berlusconi-Bossi, insomma, ha trovato il modo di tutelare il Nord usando il Sud quale pattumiera d'Italia. E' la stessa logica che ha imposto alla Sicilia quelle infrastrutture che nessuno vuole a casa propria come i rigassificatori ieri e, chissà, le centrali nucleari domani.
C'è da chiedersi, in questo scenario desolante, cosa stiano facendo i politici siciliani al governo e anche quelli all'opposizione. Abbiamo sentito parlare per Lampedusa genericamente di compensazioni, non ci risulta che si stiano quantificando i danni morali e materiali per passare dalle parole ai fatti. Sarebbe perciò auspicabile che, passata 'a nuttata , si pensasse seriamente a rilanciare l'immagine di Lampedusa offesa, realizzando tutte quelle opere infrastrutturali necessarie al rilancio del turismo che l'emergenza immigrazione ha collassato.
Negli ultimi trenta anni Lampedusa ha avuto un trend turistico sempre crescente, mentre le infrastrutture sono rimaste le stesse, dimensionate per 5000 abitanti. Ecco perché sarebbe necessario rifare la rete idrica, quella fognate, un depuratore efficiente, un nuovo dissalatore, così come il rifacimento delle strade.
Rifacciamo nuova Lampedusa per rilanciare un turismo che avrà bisogno di nuove spinte dopo il collasso che ha subito e continuerà a subire. Non limitiamoci, per favore, a spot televisivi con immagini oleografiche. Sarebbe una beffa che i lampedusani accoglienti, ma non certo stupidi, non tollererebbero.
Caterina Busetta.
martedì 29 marzo 2011
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