martedì 13 gennaio 2009

I tormenti del giovane Firetto


Vigata sì, Vigata no. Turismo o industrializzazione? O magari tutti e due, con un gioco di prestigio o meglio ancora di Prestigiacomo?
Questi dubbi amletici sembrano aver tormentato i primi anni del mandato elettorale di Lillo Firetto, giovane sindaco di Porto Empedocle. Alla fine, però, ha preso la storica decisione: Vigata no! Quindi giù il cartello stradale “Porto Emepdocle-Vigata.” La decisione sembrerebbe (il condizionale è d'obbligo) in contrasto con le passate dichiarazioni, fatte attraverso frequenti e martellanti conferenze stampa con le quali il Nostro ha rivendicato la “marinesità” di tutto il mondo gravitante attorno all'insigne scrittore di Porto Empedocle, Andrea Camilleri, e della sua Vigata letteraria. Tutti ricordiamo le orgogliose dichiarazioni di Firetto, rivendicanti l'esclusiva gastronomica-culinaria-letteraria degli “arancini” di Montalbano da intestare a Porto Empedocle e non a Ragusa, nel cui territorio sono state girate le scene della famosa fiction televisiva. Senza contare, poi, l'ultima geniale trovata di dedicare una statua di bronzo al famoso commissario scaturito dalla fervida penna di Camilleri, il fiero difensore del barocco del Val di Noto (con correlata amnesia della Valle dei Templi), da collocare in una strada di Porto Empedocle.
Per una tale storica e determinante decisione il democratico sindaco ha preteso l'avallo e il conforto dei suoi concittadini, cosa che ovviamente non è stata ritenuta necessaria per il rigassificatore, quisquilia al confronto di una faccia, pardon di una statua di bronzo.
Il bando internazionale, con relativa autorevole giuria presieduta sempre dall'inclito Camilleri, dovrà decidere quale bozzetto scegliere tra i tanti pervenuti in risposta alla geniale trovata. La decisione di eliminare il nome di “Vigata” dal cartello stradale è solo apparentemente contraddittoria, perché in effetti, a ben guardare, è coerente con il progetto di Firetto di reindustrializzare il paese che amministra, dopo il fallimento del sogno industriale di 50 anni fa miseramente naufragato sulla desolante spianata dell'Asi che ha devastato la costa del "Caos" tanto amata da Pirandello.
Ciò che contrasta, infatti, con l'ambizioso progetto del Sindaco non è tanto la discutibile ma innocua denominazione di “Vigata”, quanto la scritta sottostante che aggiunge “città a prevalente economia turistica”. Domani, qualora malauguratamente si costruisse il rigassificatore, potrebbe essere letta come irridente sberleffo da improbabili e temerari visitatori di Porto Empedocle.
Ve l'immaginate un simile cartello posto all'ingresso di Gela o di Priolo?
Ma il giovane Firetto, che inizialmente si era pure mostrato stupefatto e scocciato che qualcuno potesse contrastare il suo ambizioso progetto di “sviluppo” industrial-turistico con le navi da crociera accanto alle navi gasiere, di cui avrebbe beneficiato l'intera provincia di Agrigento della cui sorte si è arrogato il diritto di decidere, non finisce di sorprenderci allorquando, scuro in volto, dinanzi alle telecamere ha dichiarato, a proposito delle compensazioni, che il rigassificatore per 80 posti lavoro “non ci interessa”. Sorprendente! Forse Firetto si è accorto finalmente che queste compensazioni (ma che brutta parola) somigliano molto a quelle “generosamente” elargite ai nativi di quelle terre selvagge chiamati erroneamente “Indiani”. Probabilmente avrà letto l'ignobile decreto Prestigiacomo-Bondi che lascia le compensazioni alla discrezionalità della società Nuove Energie. Non sappiamo. Una cosa è certa: i tormenti del giovane Firetto sembrano destinati a continuare come la fiction del commissario Motalbano dell'ineffabile Camilleri.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...

domenica 4 gennaio 2009

L'indennità di "caro estinto"


Accanto foto dell'Assemblea regionale siciliana
(L'articolo che segue è stato pubblicato su "Repubblica" del 3 gennaio, pagine regionali)
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Due notizie di fine anno servono a fotografare, meglio di qualsiasi raffinata analisi economica, lo scollamento tra la società reale siciliana e la classe dirigente politica che l'amministra: la cassa integrazione dalle nostre parti è più che triplicata mentre i rappresentanti all'assemblea regionale siciliana, oltre agli altri privilegi ormai storicamente consolidati, si sono attribuiti anche un'indennità del “caro estinto”. Un' una tantum per quando passeranno a miglior vita. Naturalmente a spese del contribuente. Infatti l'indennità di funerale di cinquemila euro, che non è prevista neppure per un'altra categoria di super privilegiati com'è quella dei senatori, è stata “graziosamente” elargita (meglio sarebbe dire autoelargita) da una delibera della presidenza regionale a favore di deputati regionali in carica o decaduti (Si veda l'articolo su "Repubblica" del 2 gennaio).
Tutto ciò naturalmente suona come uno schiaffo alla società che circonda i nostri fortunati rappresentanti politici, ma non sembra preoccupare più di tanto la casta che, certamente infastidita dalle ricorrenti accuse di privilegi e di elitaria autoreferenzialità, sembra quasi voler rispondere: “Ma non ti insegna nulla la storia, bellezza”? E come dargli torto: durante la rivoluzione francese la casta dominante dell'Ancien Régime preferì farsi tagliare la testa piuttosto che rinunciare ai privilegi acquisiti. Ciò vuol dire che i privilegi sono più importanti della vita stessa. E, d'altra parte, che vita sarebbe una vita senza privilegi?
Come potrebbero mai comprarsi la casa i nostri “poveri” deputati senza i mutui a tasso agevolato? Agevolato non per generosa concessione delle banche ovviamente, ma perché gli interessi non pagati sono a carico dell'assemblea regionale, cioè nostro.
Intervistati, i nostri eroi hanno dichiarato sostanzialmente, a destra come a sinistra, ma come si fa a rinunciare a questi benfit? “Non mi chiamo mica giocondo...” ha detto candidamente Giovanni Ardizzone dell'UDC (vedasi “La Repubblica” del 3 gennaio).
Mentre Calogero Speziale del PD ha aggiunto, preoccupato, “se abolissimo i mutui a tasso agevolato, creeremmo una discriminazione nei confronti dei deputati neo-eletti”. Onesti però: hanno pensato ai "poveri" neo deputati che, se abolissero la misura di favore, si vedrebbero privati di un privilegio imperdibile. Non è neppure tanto giusto! Quindi che stiano tranquilli i neo-eletti e anche quelli delle prossime legislature, i privilegi verranno mantenuti “a futura memoria”.
Non si rendono conto (o fannno finta di non rendersi conto) i nostri bravi e previdenti (per se stessi) politici che queste patetiche dichiarazioni risultano estremamente offensive nei confonti della maggior parte delle famiglie siciliane, che quotidianamente devono misurarsi con gravi problemi esistenziali.
Le eterne promesse, fatte in campagna elettorale di risparmio e di riduzione della spesa pubblica, restano promesse e al cittadino, scettico che i nostri rappresentanti possano far tesoro della lezione della rivoluzione francese, non resta altro che rivolgere una preghiera in suffragio dell'anima del “caro” estinto che, visto quanto ci costa, più caro di così non potrebbe essere.
Gaetano Gaziano
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martedì 30 dicembre 2008

Se i Governi dipendono dalle Lobbies...


«Quando un governo dipende dai banchieri per il denaro, questi ultimi e non i capi del governo controllano la situazione. La mano che dà è al di sopra della mano che riceve. Il denaro non ha patria e i finanzieri non hanno patriottismo né decenza; il loro unico obiettivo è il profitto» affermava Napoleone, consapevole che tutti i governi, compreso il suo, erano fortemente condizionati dal potere bancario se prendevano da esso finanziamenti.
Non esistendo a quel tempo le lobbies industriali, Napoleone naturalmente era portato a considerare come pesante solo il condizionamento dei gruppi bancari internazionali (i Rotschild in testa) sugli Stati Europei, sempre in guerra tra di loro e costretti quindi a fare frequente ricorso ai loro finanziamenti.
Oggi ovviamente gli scenari finanziari sono radicalmente cambiati e al potere forte, costituito dai banchieri, si sono aggiunti altri poteri forti ugualmente influenti, se non di più, sull'attività politica dei governi, come le lobbies industriali.
Se si considera che, all'atto del varo del governo Prodi-bis, l'allora presidente della Deutsche Bank Italia, Vincenzo De Bustis, definito dal Corriere della Sera il “banchiere di D'Alema”, attualmente trasferitosi a Londra a dirigere un fondo internazionale di investimenti, ebbe ad affermare, in un'intervista rilasciata proprio al Corriere Economia, che lui stesso aveva “dettato l'agenda” al nascituro governo Prodi, si può toccare con mano la forte dipendenza dei governi (senza distinzione di colore politico) dal mondo degli affari e dalle lobbies nazionali ed internazionali.
Per l'ultima discutibile iniziativa del governo Berlusconi della “social card”, più demagogica che utile, hanno dovuto fare ricorso al finanziamento parziale “graziosamente” elargito da Enel e da Eni. E si sa che le lobbies non fanno niente per niente. Nella fattispecie la “generosità” dei due potenti gruppi industriali non ha fatto altro che aumentare la dipendenza dei nostri governanti dai potentati economici.
Per quanto riguarda la Sicilia, grazie ai nostri politici ascari, la nostra terra potrebbe presto diventare, l'Eldorado di avventurieri senza scrupoli che hanno, come diceva Napoleone, un unico obiettivo il profitto, poco importando loro la salvaguardia del nostro immenso patrimonio culturale, che anzi costituisce un fastidioso ostacolo alle loro mire di colonialismo aggressivo e becero.
E in ciò sono anche incoraggiati dalle allettanti agevolazioni messe in campo dai nostri “lungimiranti” governanti. Hanno previsto, infatti, che per chi costruirà i rigassificatori, sarà comunque garantito il fatturato “vuoto per pieno”, e ciò in base ad una “clausola di garanzia” sancita da una delibera dell'Autorità per l'Energia e il Gas (178/2005), che dispone che ai gestori dei rigassificastori verrà assicurato, anche in caso di inutilizzo dell'impianto, l'85% dei ricavi di riferimento. Un prezioso regalo che graverà ovviamente sulle bollette degli Italiani.
E in questo progetto strategico politici ascari e lobbies senza scrupoli hanno trovato valida sponda proprio in quei funzionari statali, regionali, provinciali e comunali che dovrebbero vigilare istituzionalmente per la tutela del nostro patrimonio storico, culturale e paesaggistico.
Negli anni Cinquanta fu un coraggiosissimo Soprintendente con gli attributi, Pietro Griffo, a dire no ai capannoni della Fiat nella piana di S.Gregorio della Valle dei Templi. Oggi l'attuale Soprintendente di Agrigento, pronta a fare le barricate per una passerella mobile, che eviterebbe ai turisti di attraversare la strada statale a rischio di incidenti (come peraltro è già successo), ha chiuso un occhio anzi tutte e due sul rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi.
In queste condizioni, c'è da esserne certi, lobbies nazionali e internazionali, guidate magari dai “capitani coraggiosi” amici di D'Alema o da gruppi di immobiliaristi amici di Casini, piomberanno dalle nostre parti come avvoltoi a portarci “il progresso, l'occupazione e il benessere”.
Staremo a guardare? Non proprio! Dopo esserci rivolti ad associazioni con l'aureola immeritata di difensori del patrimonio artistico e culturale, come la Delegazione italiana Unesco del filosofo Gianni Puglisi e il Fai di Giulia Maria Mozzoni Crespi, dottoressa (ad honorem) di storia dell'arte, che, dopo un primo timido accenno di sostegno, hanno fatto un clamoroso voltafaccia, “folgorati” sulla via del rigassificatore, abbiamo capito che dobbiamo essere noi agrigentini a difendere la nostra storia, la nostra cultura e le nostre tradizioni. E lo faremo in tutte le sedi: nazionali ed europee. Almeno tre ricorsi al Tar sono stati già presentati contro l'ignobile decreto Prestigiacomo-Bondi. E' gia stata preannunciata da alcune associazioni agrigentine la richiesta alla Commissione Europea di sottoposizione del governo Italiano alla procedura di infrazione per violazione della normativa europea in materia di tutela dell'Ambiente, del Paesaggio, del Patrimonio Culturale, nonché della normativa Antitrust. Analoga iniziativa è stata avviata davanti agli organismi internazionali dell'Unesco, a tutela della Valle dei Templi inserita dal 1997 nella World Heritage List.
Gaetano Gaziano
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domenica 21 dicembre 2008

I veri barbari...


"I veri barbari non sono coloro che non hanno mai conosciuto la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla” affermava più di un secolo Marcel Proust. Oggi la frase è tornata drammaticamente d'attualità con i nuovi barbari che sono sempre assetati di denaro e di potere ma che hanno mutato pelle: essi non vanno in giro più con le vesti di capra e con gli elmetti con le corna a disseminare flagelli, come venivano rappresentati nell'immaginario collettivo qualche tempo fa, ma vestono abiti di sartoria e siedono nei consigli di amministrazione delle lobbies multinazionali e delle banche di investimenti. Hanno una sola religione il denaro, sul cui altare sono disposti a sacrificare valori anche universali e ad attentare al patrimonio culturale dell'umanità: business is business, come dicono alla City.
Ma noi amanti della Valle dei Templi li fermeremo in difesa della sacralità dei nostro patrimonio culturale, come Attila fu fermato in difesa della sacralità della civiltà occidentale.
Bertolt Brecht affermava “Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”. Giusto! Ma che dire di quei popoli che, non avendo eroi, si ritrovano ad essere amministrati, peraltro ai massimi livelli, da gente che accetta i Rolex tempestati di diamanti e si umilia a mangiare con la servitù nell'imbarcazione di servizio degli emiri arabi? E che dire di quelle comunità che si ritrovano per sindacalisti i servi dei padroni e per giornalisti alcuni prezzolati pennivendoli, tutti collaborazionisti delle lobbies? E di quelle comunità i cui intellettuali, che dovrebbero fare da bussola di riferimento, preferiscono tacere o peggio ancora assecondare i progetti di invasione selvaggia dei nuovi barbari?
Noi cittadini di Agrigento contrasteremo i progetti di invasioni barbariche senza eroi che ci guidano, senza chiedere aiuto a istituzioni lontane e sorde o ad associazioni dal nome altisonante pronte a genuflettersi di fronte alle lobbies. Da semplici cittadini, con dignità e orgoglio! Facendo affidamento solo sui nostri rappresentanti e associazioni locali che, anche se in pochi, hanno dimostrato sensibilità e disponibilità e ci stanno dando una mano.
E' tempo di auguri: ai visitatori di questo blog i più cordiali auguri di Buone Feste e a tutti gli agrigentini quello di respingere nelle loro terre i nuovi barbari (e possiamo assicurarvi che siamo sulla buona strada).
Caterina Busetta e Gaetano Gaziano
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mercoledì 10 dicembre 2008

Massimo D'Alema, Santo subito!


Un abituale visitatore del nostro blog che si firma “Maori” in omaggio all'orgoglioso e indomito gruppo di aborigeni della Nuova Zelanda, la cui danza di guerra è stata adottata dai famosi giocatori di rugby “All Blacks”, e che dice di scrivere da Londra, a commento del post “Caro Massimo, grazie di esistere”, ha inviato la lettera che segue:
“Cari autori e visitatori del blog, saluti da Londra dove piove “cats and dogs”, e quindi ne approfitto per leggere i giornali locali dove ho trovato una notizia molto interessante e pertinente a quanto scritto da Gaetano Gaziano. Sembra che il Vaticano, come ringraziamento al governo Italiano e a qualche amico di Walter Veltroni per i fondi restituiti alle scuole cattoliche, e probabilmente per averne ancora di piu’, abbia deciso di proclamare altri Beati o Santi e proposto alcuni candidati. San Clemente da Ceppaloni, gia’ considerato santo da molto tempo, e la casta Santanche’ poiche’ le spetta per nascita; inoltre suggeriscono: i Beati Bigotti: Bindi – Bondi; i SS. Vladimir Luxuria – Anna Finocchiaro; le SS. vergini e martiri Stefania Prestigiacomo, Mara Carfagna, e Gabriella Carlucci, da celebrare lo stesso giorno di San Capezzone, che con il cognome (anzi doppio) che si ritrova, le Sante vergini se lo possono rigirare come vogliono. Si dice anche che quando Massimo D’Alema, con l’aiuto di Cossiga, sia venuto a conoscenza della lista proposta, abbia immediatamente spedito una lettera di protesta al Vaticano : “ Caro Benedetto, francamente non capisco come puoi escludere un potente della mia smisurata cultura ed intelligenza......” Arriva subito la risposta del Vaticano: “ Caro Ciovane, tu sei unico, tu sei il Massimo, non sappiamo in quale ciorno collocarti, ma appena si fa un posto libero......”. Quando ho letto il detto Siciliano: "nuddru si piglia si nun si rassumiglia" avevo pensato di affiancare Massimo ai SS. Kuarakuakua’, ma ha ragione il Vaticano, e poi lo specchio potrebbe cambiare idea...tranne che qualcuno venga con qualche idea originale. Tengo a precisare che Natale non si puo’ cambiare, me lo ha confidato Padre Kate-Kismo che di queste cose se ne intende.”
Da Londra con amore, f.to: Maori
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mercoledì 3 dicembre 2008

Caro Massimo D'Alema, grazie di esistere!


Penso, caro Massimo, che tu giustamente al mattino ti soffermi per qualche tempo davanti allo specchio, interrogandolo: “Specchio, specchio delle mie brame chi è il più potente del reame?”. La risposta ovvia (lo so) è immancabile e ripetitiva: “Fino ad oggi al mondo non c'è chi è più potente di te!”. Lo specchio ha ragione! Hanno tentato di indagarti alcuni “cattivi” magistrati (esempi da non seguire come hanno affermato Csm e Corte di Cassazione). E cosa hanno ottenuto? Sono stati trasferiti loro:(ben gli sta!). “Cattivi” giornalisti hanno scritto delle inchieste del gip Clementina Forleo e del giudice Luigi De Magistris. Presentuosi! E cosa pensavano di essere come Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post che hanno fatto incriminare Richard Nixon? Infatti, invece di indagare te, Mastella e Prodi, hanno indagato i “cattivi” giornalisti per associazione a delinquere finalizzata alla diffamazione a mezzo stampa. Giusto così!
Si è vero: oggi altri “cattivi” magistrati di Salerno stanno tentando di indagare sui giudici di Catanzaro e del loro complotto contro De Magistris. Ma non andranno lontano. Anzi no, andranno molto lontano: saranno trasferiti pure loro!
Bene, quindi, hai fatto ad andare alla trasmissione “Crozzaitalia” a rivendicare il tuo primato e quello della classe politica dirigente che rappresenti. Bene hai fatto ad affermare che tutti i guasti del nostro sistema sono da imputare ai rappresentanti della società civile oggi presenti in Parlamento: professionisti, industriali, commercianti, eccetera. Che quando governavate voi “professionisti” della politica le cose sono andate molto meglio (nella prima e nella seconda repubblica) e avete costruito le fondamenta della società del benessere e dello sviluppo. Giusto anche il ricordo dei grandi politici come De Gasperi, La Malfa e Togliatti, tra cui ovviamente rientri anche tu, non a caso hai ricordato il tuo “pesante” curriculum politico che va dall'inizio, quando muovevi i primi passi con i calzoni corti nella Fgci, ad oggi. Tutto vero, oh grande Massimo.
Qualche “cattivo” pensatore, appartenente a quei facinorosi dei girotondini, grillini e marcotravaglini, sarebbe portato a dire che le tue sono manifestazioni di delirio di onnipotenza e culto della personalità. Sciocchezze!
Cosa sarebbe, infatti, oggi l'Italia senza i 50 anni di vita politica di Massimo D'Alema, Rosy Bindi, Clemente Mastella, Piero Fassino, Lillo Mannino, Totò Cuffaro e Angelo Capodicasa e senza i 60 anni di Napolitano, Mancino e De Mita? Senza il loro valido apporto oggi avremmo una situazione di ingovernabile anarchia!
Perciò dico, grazie Massimo! Grazie di esistere a te e a tutta la splendida compagnia dei “professionisti” della politica.
Gaetano Gaziano
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lunedì 1 dicembre 2008

Italia dei Valori a fianco dei Comitati contro il rigassificatote a ridosso della Valle dei Templi


Sabato 29 novembre presso il Parco Letterario “Luigi Pirandello”,in contrada “Caos”, il deputato dell'IDV Ignazio Messina di Sciacca ha illustrato,in conferenza stampa, la propria interrogazione parlamentare diretta ai Ministri Prestigiacomo e Bondi sull'incredibile decreto che, rilasciando la VIA (valutazione di impatto ambientale) sul rigassificatore di Porto Empedocle, ha di fatto “cancellato” la Valle dei Templi di Agrigento.
“E' impensabile”,ha dichiarato l'on.Messina ai media,“che un sito come la Valle dei Templi possa essere minacciato dall'attività governativa quando per anni abbiamo fatto la lotta agli abusivi. Da sempre portiamo avanti una politica di promozione dell'economia del nostro territorio provinciale basata sul turismo e poi improvvisamente andiamo a realizzare questa mega struttura industriale fortemente impattante. Facciamo arrivare i turisti in Sicilia,li portiamo a visitare uno dei siti archeologici più belli al mondo e poi magari gli facciamo fare una visitina al rigassificatore di Porto Empedocle”. Per evitare che questo assurdo nonsenso possa verificarsi,l'on. Messina ha anche preannunciato che presenterà in parlamento un proprio disegno di legge che impedisca che gli insediamenti industriali così impattanti vengano realizzati in prossimità di siti archeologici italiani di interesse mondiale.
D'accordo con Messina si è trovato anche Roberto Gallo,consigliere provinciale de “La Destra”,presente alla conferenza stampa.Gallo ha dichiarato che produrrà delle iniziative politiche all'interno del consiglio provinciale,in quanto,ha ricordato, la Provincia ha competenze statutarie relativamente alla localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale (art. 15 dello Statuto provinciale).Ha aggiunto inoltre che auspica che il governatore Lombardo blocchi l'insediamento industriale,perché in Sicilia non abbiamo ancora un piano energetico regionale.
Tutto ciò,va sottolineato,fa ben sperare in quanto dimostra che alcuni nostri rappresentanti politici,a prescindere dai rispettivi schieramenti,hanno veramente a cuore la salvaguardia del nostro territorio,della nostra storia e del nostro patrimonio culturale.
Dopo la conferenza stampa,nella suggestiva cornice del parco letterario presieduto dall'ingegnere Dino Barone,si è aperto un vivace dibattito.L'on. Messina,con a fianco Salvatore Inguanta,coordinatore dell'IDV di Agrigento e Ausilia Eccelso portavoce,ha ascoltato e preso nota di quanto evidenziato dai numerosi interventi fatti da rappresentanti di comitati e associazioni di cittadini contrari al rigassificatore di Porto Empedocle,proprio perché vicino alla casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso del parco archeologico della Valle dei Templi.Il leitmotiv è stato quello che una politica seria deve essere in grado di programmare e pianificare lo sviluppo economico del proprio territorio in modo coerente. La provincia di Agrigento,con al centro l'incomparabile sito Unesco della Valle,da anni ormai, sebbene con fatica, sta progettando uno sviluppo basato sul turismo: in questo senso va il golf resort di Sciacca così come il porto turistico di Licata. Non è perciò pensabile il rigassificatore a Porto Empedocle che, oltre al danno paesaggistico arrecherà un incalcolabile danno naturalistico, devastando tutto il nostro litorale ricco di spiagge incontaminate ed eccezionali come Torre Salsa.
Alla fine un gruppetto di presenti, con in testa l'on.Messina, si è recato presso la tomba di Pirandello che si affaccia “sulle argille azzurre e sul mare africano” (vedi foto sopra), depositando dei fiori e impegnandosi a mettere in atto tutte quelle iniziative (giuridiche, politiche e mediatiche) tese ad impedire la profanazione di un luogo così sacro.
Caterina Busetta
cbusetta@yahoo.it Continua a leggere...