sabato 13 giugno 2009

L'ASSESSORATO ALLA LEALTA' E ALLA...TOLLERANZA


In vita mia (e sono molti anni, ahimé) è la prima volta che sento parlare dell'istituzione di un “assessorato alla lealtà”. Sembrerebbe una boutade di qualche buontempone alla ricerca di amenità, invece è la dichiarazione che ha reso l'ineffabile Eugenio D'Orsi (foto accanto), presidente della Provincia di Agrigento ed esponente dell'MPA, in una conferenza televisiva del 9 giugno. Cosa vuol dire, signor presidente, l'assessorato alla lealtà? Vuol dire che nominerà nella sua giunta un tale che, percependo il lauto stipendio di assessore provinciale, avrà il compito di misurare la lealtà degli altri colleghi della giunta nei suoi confronti e (suppongo) quella sua nei confronti degli stessi assessori? Perché, come si sa, la lealtà deve essere reciproca. E, poi, a chi affiderà questo delicatissimo e difficile incarico? Dovrà, penso, fare ricorso ad una persona di alta levatura morale, al di sopra dei partiti, che obiettivamente e senza fare sconti a nessuno, compreso lei, giudichi della lealtà dei rapporti tra presidente e assessori e viceversa. Lei pensa che esista, signor presidente, una tale figura se guarda all'interno del suo e degli altri partiti politici? Penso che avrà qualche difficoltà a reperirla. E di che strumenti sarà dotato per potere valutare adeguatamente il tasso di lealtà dei componenti della giunta e del suo presidente? Dovrà necessariamente essere dotato di strumenti di intelligence, comprese le intercettazioni telefoniche, perché nessuno è così fesso dal comportarsi slealmente e poi andarlo candidamente a confessare. Ma un'altra considerazione importante può ricavarsi dal suo sfogo televisivo che, cioè, i suoi vecchi assessori, come lei lascia intuire, si siano comportati slealmente . Ma così è troppo facile! Significa lanciare il sasso e poi ritirare la mano. Lei deve avere il coraggio di dire pubblicamente chi si è comportato slealmente e mandarlo a casa. O, visto che ha azzerato l'intera giunta, dichiarare che sono stati tutti sleali.
Per la verità, signor presidente, non ci eravamo accorti che lei avesse una giunta, abituati come siamo a sentire solo le sue esternazioni. Per cui delle due una: o questi assessori non lavoravano e non esternavano e allora fa bene a cacciarli, o lavoravano ma non esternavano e allora fa male, anzi dovrebbe premiarli per loro discrezione.
Inoltre, oh inclito presidente, le suggerisco anche di creare, perché no, un assessorato alla tolleranza, visto che, proprio durante la conferenza stampa in cui ha annunciato urbi et orbi la decisione di azzerare la giunta, lei ha dimostrato di non essere esattamente ciò che si dice una persona affabile e cordiale con i suoi interlocutori anzi ha “strattonato” un giovane giornalista che le poneva alcune domande, tanto da suscitare la legittima presa di posizione dell'Assostampa. Lei interpreta forse una conferenza stampa come la registrazione di un suo monologo? La verità è che il re è nudo e che mi sembra del tutto inutile volere mascherare i veri motivi della crisi profonda della sua maggioranza che ha fallito a livello provinciale e regionale e che, oggi, cerca di nascondere miseramente questo fallimento all'elettorato, arrampicandosi sugli specchi. Lei durante la conferenza stampa ha anche parlato di gioco di squadra che deve tendere al raggiungimento degli obiettivi finali. Ma, egregio presidente, per restare alla metafora calcistica, vorrei ricordarle che, quando una squadra perde, si cambia l'allenatore non i giocatori. Quindi chiedo a lei e ai suoi referenti regionali di risparmiarci questo pietoso teatrino. Date almeno una finale manifestazione di dignità personale ammettendo il vostro totale fallimento. E che si torni al più presto alle urne!
Gaetano Gaziano Continua a leggere...

venerdì 5 giugno 2009

Lettera aperta ad Angelino Alfano


Caro Ministro,
apprendo con soddisfazione la Sua dichiarazione di questi giorni: “bisogna guardare al territorio e risolvere i suoi problemi. Dopo le elezioni mi farò promotore di un'azione volta alla creazione di un tavolo con la partecipazione di tutti coloro i quali ricoprono responsabilità amministrative a tutti livelli”. Parole sacrosante, Signor Ministro. Perché, veda, senza una corretta programmazione che faccia riferimento alle risorse archeologiche, naturali e paesaggistiche, un territorio diventa facile preda per le scorrerie dei nuovi barbari che, sotto la bandiera del “progresso” e dello “sviluppo” vogliono sfruttare la nostra terra per progetti neocolonialistici di mera speculazione, senza tenere conto delle naturali vocazioni di essa, anzi stravolgendole. E in ciò sono supportati in loco da vari politici ascari per tradizione e per DNA e da coloro che si fanno promotori della politica del “fare” o meglio degli “affari”. La nostra provincia è stata consegnata, dalla schiera dei politici agrigentini (di destra e di sinistra) che l'hanno preceduta nel tempo, alle ultime posizioni delle graduatorie nazionali per reddito e vivibilità. Nella recente storia repubblicana abbiamo avuto ben 4 presidenti della Regione Siciliana. Due di loro sono ancora politici attivi. Eppure siamo gli ultimi, caro Ministro, anche rispetto alle altre province siciliane. Città come Ragusa e Siracusa e oggi anche Trapani sono rifiorite grazie alla capacità dei loro amministratori locali di sapere sfruttare adeguatamente leggi speciali, come quella per i centri storici, i fondi europei e i fondi fas. Siamo rimasti al palo per la mancanza di quelle infrastrutture indispensabili allo sviluppo, quali strade, ferrovie, porti e aeroporti e di una seria programmazione che, come in un flash-back, vorrebbe riportarci indietro di 50 anni con il miraggio di un anacronistico sviluppo industriale che a Porto Empedocle ha lasciato solo macerie . Oggi, piuttosto che pensare alla riqualificazione di quelle aree, qualcuno ci viene a proporre un nuovo progetto di industria pesante altamente inquinante e impattante, che trasformerebbe il paesaggio storicizzato della Valle, cantato dai viaggiatori del Grand Tour e rimasto intatto grazie ai 1400 ettari di parco, in un paesaggio infernale come quello di Gela, Augusta e Priolo. Alcune menti “raffinate”, quindi, mancando una programmazione, hanno ipotizzato che la nostra provincia diventi la pattumiera d'Europa, con la realizzazione di un inceneritore a Casteltermini, una mega-discarica ad Aragona, un rigassificatore a Porto Empedocle e perfino una centrale nucleare come suggerito da qualche nuovo ascaro di recente nomina politica. Ecco perché la Sua proposta, caro Ministro, giunge quanto mai opportuna e necessaria e ci fa guardare con più ottimismo al futuro di questa terra. Lei, Signor Ministro, ha cultura, capacità e lungimiranza, tali da potere indirizzare questa provincia e questa città verso scelte coerenti con un sito Unesco per un riscatto economico e sociale tanto atteso e non più procrastinabile, se non si vogliono defraudare le future generazioni anche della speranza. I nostri beni culturali, il nostro mare, la nostra agricoltura e un'industria manifatturiera leggera devono diventare la vera ricchezza del nostro territorio ma è necessario che politici, burocrati, enti, associazioni e cittadini attivino un processo virtuoso di sviluppo che, nell'interesse collettivo, soddisfi anche le legittime aspettative di benessere e sviluppo individuale. Una svolta in questa terra è possibile e Lei, caro Ministro, può ancora darla.
Cordiali saluti, Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...

mercoledì 27 maggio 2009

ATTENTI A QUEI DUE!


Se ce ne fosse stato bisogno, questa foto fornisce l'esatta motivazione per cui Andrea Camilleri, il paladino del barocco del Val di Noto e promotore della raccolta di firme su "Repubblica" contro le trivelle dell'americana Panther Oil, incredibilmente si sia schierato a favore del rigassificatore di Porto Empedocle (la sua Vigata letteraria), sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento. Lo scarno comunicato stampa dello scrittore, fatto qualche tempo fa in un freddo lessico burocratese, aveva lasciato intuire da che parte stava. La creazione della fondazione intitolata ad Andrea Camilleri, oggi, ci dice che la sua decisione di benedire l'ecomostro era effettiva e motivata. Pensare di affidare alla fondazione promossa dal Sindaco Firetto, vero paladino del rigassificatore, il successo commerciale della propria opera letteraria anche post mortem ha spento le sue velleità (se mai ne avesse avute) di difendere il nostro patrimonio culturale. E magari domani scopriremo, a conclusione della procedura autorizzativa dell'ecomostro (che però speriamo non arrivi mai), che l'immobile da recuperare da parte di Enel, tra le “misure compensative” per i danni ambientali che esso necessariamente provocherà, sia proprio la casa paterna dello scrittore recentemente acquisita dal Comune di Porto Empedocle per farne sede della fondazione. Non c'è che dire: davvero un bel lavoro, signor Sindaco!
Il Sindaco Firetto, che ha tenuto sempre a legare la sua immagine alla cultura, ha trovato in Camilleri la foglia di fico per coprire l'indecenza del progetto che, contro ogni logica, viene spacciato per coerente con la cultura e il turismo.
Per una questione di stile, cui sembra all'apparenza tenere molto, e per una situazione evidente di conflitto di interessi, essendo dipendente Enel, avrebbe almeno dovuto astenersi dal prendere posizione in ordine all'argomento rigassificatore. Non lo ha fatto e d'altra parte come dargli torto in un Paese in cui il conflitto di interessi non sembra essere la preoccupazione principale dei politici italiani. Il Sindaco, che per la verità non sta lavorando male in ordine ad altri problemi del paese che amministra, vanifica con la scelta del rigassificatore ogni altro suo merito e si omologa alla classe politica siciliana che oggi dà una squallida rappresentazione di se stessa alla Regione, scambiandosi, all'interno della stessa maggioranza, accuse di storica inefficienza e di ascarismo politico. Firetto ha negato alla popolazione empedoclina il referendum popolare sul rigassificatore, definito dalla legislazione Seveso “impianto a rischio di incidente rilevante”, compensandola però con il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano, pomposamente inaugurato il giorno dell'annuncio della nascita della fondazione Camilleri. Bene ha fatto l'inclito scrittore a raccomandare di “non fare allusioni al materiale usato, visto che si è soliti dire avere la faccia di bronzo”. Caro Maestro e caro Sindaco, per verificare se avete la faccia di bronzo, non c'è bisogno che ve lo dica la gente. Basta che vi guardiate allo specchio!
Gaetano Gaziano
presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento"
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mercoledì 20 maggio 2009

Benvenuto Presidente nella Valle dei Templi


(Questo messaggio di benvenuto abbiamo inviato al Quirinale il 19 maggio alle ore 9,20 per fax e per e.mail)

Caro On. Giorgio Napolitano,
la nostra associazione “Salviamo la Valle dei Templi” le dà il più caloroso benvenuto in occasione della Sua visita ad Agrigento di sabato prossimo 23 maggio. La Sua visita, on. Presidente, giunge quanto mai opportuna, perché la nostra città attraversa uno dei momenti più difficili della propria storia. Le classifiche nazionali la vedono collocata negli ultimi posti per reddito e per vivibilità. La dissennata amministrazione delle risorse umane ed economiche della nostra terra da parte di mediocri governanti siciliani (di destra e di sinistra) ha prodotto nel corso degli anni l'attuale stato di disagio e povertà delle nostre popolazioni. I nostri figli, su cui abbiamo investito ingenti risorse per la loro formazione, sono dovuti emigrare alla ricerca di un lavoro e di una vita dignitosa.
Come se non bastasse, poi, alcuni nostri uomini politici spregiudicati, affiancati da funzionari “distratti”, stanno tentando di svendere anche il territorio con il nostro straordinario patrimonio culturale, la Valle dei Templi, che è anche il simbolo della identità e della cultura degli agrigentini, dei siciliani ma anche del mondo intero perché è stata inserita nel 1997 nella World Heritage List dell'Unesco, come patrimonio dell'umanità. Oggi questo patrimonio è fortemente minacciato dal progetto indecoroso di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. in zona “Caos”sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine sud-occiderntale del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi. Ella è stata informata, come del resto le altre autorità istituzionali nazionali ed europee, di questo rischio con un appello da noi promosso nel marzo del 2007: primi firmatari Dacia Maraini e Rita Borsellino. Purtroppo l'iter autorizzativo dell'ecomostro sotto la Valle dei Templi, malgrado i nostri sforzi, è quasi arrivato a conclusione e temiamo che i deboli segnali positivi di intervento da parte delle istituzioni europee, come la Commissione Europea e l'Unesco, arriveranno tardi, già a lavori finiti e a disastro ambientale e paesaggistico consumato. Pertanto, on. Presidente, credo che la Sua visita sia un'opportunità straordinaria, perché Ella si renda conto di persona quale pericolo oggi corra la Valle dei Templi che, nonostante le molte mistificazione dei media, troverà fortunatamente ancora intatta e perciò degna di uno sviluppo economico coerente con un sito Unesco. Dal programma della Sua visita apprendiamo che Lei farà un'escursione nella Valle. Si faccia spiegare dai suoi accompagnatori ufficiali dove sorgerà esattamente il rigassificatore da 8 miliardi di mc. e diffidi, La prego, di spiegazioni approssimative come quelle che sono state fornite al giapponese dr. Matsura, direttore generale dell'Unesco, che venne in visita alla Valle nel novembre del 2008. Gli fu spiegato con fare molto imbarazzato che il rigassificatore dovrà sorgere “in un'altra città”, mentre in effetti la realizzazione è prevista in territorio di Porto Empedocle ma al confine con Agrigento e nella Buffer zone (zona di rispetto Unesco) del parco archeologico.
Fiduciosi che Ella vorrà attenzionare quanto da noi segnalato, molto cordialmente Le porgiamo il nostro più caloroso benvenuto,
Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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domenica 17 maggio 2009

RAFFAELE LOMBARDO, "STUPOR MUNDI"


“Il rigassificatore? Certo sotto la Valle dei Templi non si può fare”.Così parlò Raffaele Lombardo ai microfoni di una nostra emittente locale (che abbiamo registrato a scanso di equivoci) qualche mese fa. Tornatosene a Palermo, diede via libera alla conferenza dei servizi per la conclusione della procedura autorizzativa del rigassificatore sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso del parco archeologico della Valle. Ora è giunta la notizia che l'assessore regionale all'industria, Pippo Gianni, avrebbe firmato il decreto definitivo di autorizzazione alla costruzione dell'ecomostro. La firma, peraltro, è stata preceduta da tutta una messa in scena teatrale (è proprio il caso di dirlo) al teatro Massimo di Palermo dove è stato firmato il “contratto per il Sud”, organizzata dal sottosegretario Gianfranco Micciché, con l'intervento del ministro Scajola e degli amministratori delegati di Enel e delle Ferrovie. Un vero coup de téâtre. In questa sede l'ad di Enel, Fulvio Conti, quello stesso che l'anno scorso paventò che l'Italia potrebbe restare al freddo e al buio se non si costruiscono i rigassificatori, si è lamentato che il decreto non era stato ancora firmato. E il nostro bravo Pippo Gianni l'ha subito accontentato.
Raffaele Lombardo, come al solito, non si è smentito: bugie raccontò in campagna elettorale e bugie ha continuato a raccontarci anche dopo. Ricordate il suo demagogico slogan elettorale “i lor signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera dell'Europa”, intendendo per lor signori i politici romani e le lobby industriali del Nord? Una volta insediatosi a Palermo, il nostro ineffabile governatore è addivenuto a più miti consigli. Ha aperto a termovalorizzatori, a rigassificatori e a centrali nucleari. Nella stessa intervista televisiva ebbe a dichiarare, a proposito di centrali nucleari, "certo se sono sicure, se convengono e se ci compensano adeguatamente, perché no? Se mi mandano in villeggiatura per tutta la vita, io ci sto". Caro Presidente, in villeggiatura ci dovrebbero mandare 5 milioni di Siciliani, per compensarli dei politici che si ritrovano. Mi consenta, a questo punto, di gratificarLa con la qualifica di "Stupor Mundi", assegnata dalla Storia al suo antico predecessore sul trono di Sicilia, il grande Federico II. All'incontrario, ovviamente. Per le Sue clamorose bugie! Ma non tema, on. Governatore: Ella è in buona compagnia, in quanto non ha maggiori demeriti di coloro che l'hanno preceduta su quel trono. Mi riferisco, in particolare, agli ex-governatori agrigentini Angelo Capodicasa e Totò Cuffaro, che hanno fortemente voluto il rigassificatore, che Le hanno lasciato in eredità, perché degnamente ne completasse l'opera. La vera coppia di fatto che ha governato e governa la Sicilia definì Michele Cimino i due ex, dalle pagine del Corriere della Sera, quando ancora era contrario all'ecomostro, prima di essere “folgorato”, anche lui, sulla strada del rigassificatore. E che dire di Roberto Di Mauro, assessore e sodale di partito di Lombardo? A me personalmente ebbe a dichiarare gli agrigentini il rigassificatore lo vogliono. Quali agrigentini, on Di Mauro? I settemila, che hanno gridato No al rigassificatore, non Le sembrano sufficientemente rappresentativi della volontà della nostra città? O preferisce considerare rappresentativa quella borghesia con il cappello in mano che accetta le elemosine delle cene offerte dai propagandisti del rigassificatore? E che dire dell'on. Luigi Gentile che, pur essendo assessore regionale ai lavori pubblici, non è stato convocato alla conferenza regionale dei servizi e che si è guardato bene dal protestare: in quella conferenza bisognava prendere una delle più drammatiche decisioni per il territorio di Agrigento. Meglio non esserci! Bisogna dire la verità: i nostri bravi assessori agrigentini stanno recitando alla perfezione il ruolo di cortigiani alla corte di Raffaele Lombardo, "Stupor Mundi" per le sue bugie!
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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giovedì 14 maggio 2009

Piano del parco archeologico e dintorni...


La legge regionale n.20 del 2000 istitutiva del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi indica nel piano del parco lo strumento strategico per il governo del territorio, in quanto stabilisce i modi d'uso delle tre grandi zone: archeologica, paesaggistico-ambientale e naturale-attrezzata.
Tale piano adottato dal consiglio in carica nel luglio del 2008 è, si spera, in dirittura di arrivo. E' comunque chiaro che, nell'attesa dell'approvazione del piano, alcune cose sono state fatte (nella foto sopra un recente restauro del quartiere ellenistico-romano), altre si stanno facendo, molte ancora devono essere fatte.
Curando correttamente la destinazione d'uso delle varie zone, può nascere un processo virtuoso di sviluppo sostenibile. Il piano del parco perciò costituisce una grande opportunità perché dal turismo si abbiano i massimi benefici economici e socio-culturali. In questa ottica l'offerta degli itinerari archeologici va ampliata, rendendo visitabili e fruibili luoghi al momento inaccessibili. Va creato un sistema di percorsi escursionistici con sentieri pedonabili, ciclabili, per trekking e per passeggiate equestri. Vanno infine creati sentieri di collegamento fra città e mare. L'attrazione a questo punto non sarà limitata ai templi, ma si estenderà a un sistema ambientale di grande respiro e di notevole estensione.
L'ampliamento dell'offerta degli itinerari archeologici e paesaggistici porterebbe il turista ad allungare la sua permanenza in città. Ampliare l'offerta archeologica comporta anche nuove campagne di scavi ma ciò non basta perché succede spesso che, dopo uno scavo o un restauro, tutto venga lasciato nell'abbandono, non raggiungendo l'obiettivo finale che è quello della fruizione. Il piano del parco prevede poi tutto un sistema di sentieri e di percorsi che dovrebbe permettere al turista-viaggiatore di potere camminare a piedi all'interno del parco tra archeologia e natura per chilometri seguendo l'opportuna segnaletica. In questo senso sarebbe già da valorizzare e aprire al visitatore, con piccoli lavori di sistemazione e di decespugliamento, tutto un reticolo di sentieri eccezionali. Il cardo, che da S.Nicola porta al tempio della Concordia, è sicuramente uno di questi, ma da parecchi anni ormai è sconsolatamente chiuso e inaccessibile. Un altro sentiero, anch'esso percorribile a piedi solo con piccoli aggiustamenti, è quello che dal museo archeologico porta a poggio Meta, uno dei punti panoramici più straordinari all'interno del parco. Sarebbe da attivare poi il sentiero che dal tempio della Concordia porta a casa Barbadoro e giù fino al tempio di Esculapio e poi fino al mare. I sentieri ciclabili, così come quelli equestri, esistono già come sanno bene gli appassionati agrigentini di mountain-bike e di cavalli. Questi sentieri potrebbero essere resi fruibili con un semplice restiling e con la segnaletica adeguata. Mettere mano a ciò non è difficile solo che lo si voglia e che lo si valuti come prioritario rispetto, ad esempio, ad un restauro a volte più dannoso che utile. Voglio ricordare infine che prospiciente la passeggiata archeologica, ormai famigerata per via del traffico caotico e inquinante, per la mancanza di segnaletica e per le erbacce infestanti, in prossimità del posto di ristoro ormai da più di un anno si è creato, dopo l'abbattimento dei grandi eucaliptus, tutta una porzione di terreno sconsolatamente vuota. Ricordo che il taglio degli eucaliptus suscitò allora un certo sconcerto, in quanto veniva meno quella cortina arborea che nascondeva i brutti palazzi in lontananza. Arrivarono però subito le rassicurazioni e la promessa che quegli eucaliptus sarebbero stati sostituiti da ben più pregiati ulivi e mandorli. Penso che sia arrivato il momento, finalmente, di ripiantumare la zona e approfittarne per sistemare in quel luogo panchine e tavoli in legno per permettere a quanti lo richiedono, e sono davvero tanti, la possibilità di sostare all'aria aperta, non dovendo fare come mi è capitato di vedere picnic sui muretti della via sacra, dando a tutti uno spettacolo davvero indecoroso.
Suvvia, coraggio, in fondo sono piccole cose: facciamole subito. Forse, chissà, riusciremo a migliorare un po' l'immagine di questa città e impedire qualcuna delle tante lettere-denunce che ormai quotidianamente vengono fatte anche sui giornali nazionali.
Caterina Busetta Continua a leggere...

venerdì 1 maggio 2009

CIO' CHE SERVE AL TURISMO


Nella giornata dell'earth day (22 aprile giornata della terra) le notizie di una buona affluenza alle urne (25% circa dell'elettorato) per il referendum mi fanno ben sperare sul futuro di Agrigento famosa fino ad oggi per il suo fatalismo e la sua rassegnazione. Forse, mi dico, è arrivato il momento della caduta di quel sortilegio che ha soffocato questa città, tenendola inchiodata agli ultimi posti di tutte le classifiche nazionali. Caduta la “magaria” forse si potrà cominciare una nova fase di cittadinanza attiva che veda molti agrigentini impegnati per il riscatto di questa città, bellissima e finora reietta. Ripenso così con più ottimismo al percorso compiuto in questi due anni. Il primo atto concreto della nostra battaglia contro il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi risale al marzo del 2007 e ci vide ideatori dell'appello degli intellettuali (primi firmatari Dacia Maraini e Rita Borsellino) con circa 200 firme che inviammo al Presidente Napolitano e all'allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Da quel momento il nostro è stato un impegno continuo a 360 gradi, che non ha temuto la “solitudine” o lo scarso coinvolgimento di chi, per dovere istituzionale, avrebbe invece dovuto essere in primo piano. I silenzi assordanti di alcune associazioni o i voltafaccia indecenti di altre così come l'indifferenza dei più avrebbero potuto farci desistere. Ciò non è avvenuto e anzi alcune scelte difficili, quale la discesa in campo nelle elezioni regionali del 2008, ebbero come unico scopo, non avendo io alcuna ambizione politica, quello di portare in campagna elettorale il dibattito contro il rigassificatore a favore di un progetto di sviluppo coerente con un sito Unesco che non poteva che essere il turismo attraverso la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, dell'agricoltura e dell'industria manifatturiera leggera. Nel novembre 2008 scrissi che bisognava ritrovare la passione civile e diventare cittadini consapevoli, capaci di impegnarsi per il proprio territorio per innescare processi virtuosi di cambiamento. Certo tutto ciò sarebbe più facile se i media tradizionali facessero correttamente il loro lavoro. Invece, anche in occasione del referendum pur essendo in gioco scelte strategiche importanti, non hanno smentito la loro vocazione a schierarsi a favore dei potentati politico-affaristici, non realizzando alcun dibattito che avrebbe potuto informare i cittadini correttamente. Ciò nonostante quasi 7000 agrigentini, cittadini liberi, hanno votato no, mostrando un risveglio della coscienza civile. Detto questo, è chiaro che la soddisfazione per il risultato referendario deve servire da stimolo e spingerci a diventare coscienza critica di una classe politica spesso incapace di programmare lo sviluppo del proprio territorio.
Impedire la costruzione di un rigassificatore senza pretendere che si attui concretamente lo sviluppo turistico di questa terra sarebbe una vittoria di Pirro. Ecco perché bisogna subito iniziare una sistematica azione di stimolo perché questa città passi da città a vocazione turistica a città a sviluppo turistico. Perché ciò si realizzi è necessario che Comune, Provincia, Camera di Commercio ed Ente parco concordino sinergicamente scelte strategiche che accelerino uno sviluppo che finora è stato lentissimo tanto da legittimare, agli occhi di molti, un impianto industriale impattante quale il rigassificatore. L'Ente Parco, nato per la tutela e la valorizzazione della Valle, in tutto ciò ha sicuramente un ruolo e una responsabilità di primo piano ecco perché se non si vuole vanificare l'essenza stessa del suo esistere deve diventare l'ente promotore dello sviluppo del territorio. E' assolutamente impensabile che il turismo diventi il volano di sviluppo senza realizzare tutte quelle piccole cose che si potrebbero fare subito e quasi a costo zero ma che, invece, sono state procrastinate di anno in anno, allontanando ogni seria prospettiva di sviluppo. Intendo parlare della segnaletica stradale ormai vecchia e forviante per impedire che i turisti, anziché arrivare nella Valle, vengano dirottati altrove; della riqualificazione della passeggiata archeologica che va alleggerita del traffico pesante e diserbata e in cui vanno rifatti i marciapiedi sconnessi e resi agevoli gli accessi ai siti monumentali come la chiesa di S.Nicola. Bisogna che si attivi il semaforo di fronte al museo installato da anni e mai entrato in funzione; che si facciano finalmente i lavori nel piazzale Hardcastle (posto di ristoro), sempre annunciati e mai iniziati; che vengano aperti finalmente i parcheggi di S.Anna e Cugnovela, completati da più di un anno; che si aprano alla fruizione i siti che, restaurati, rimangono chiusi per mancanza di personale. Se non cominciamo a riqualificare i luoghi nel cuore della Valle, non ci potrà essere nemmeno la speranza di un futuro turistico per questa città. Ecco perché dico che il tempo è davvero scaduto e che tutti gli enti preposti, abbandonando il gioco dello scarica barile, si attivino per impedire che disservizi, sciatteria e incuria offuschino la bellezza archeologica e paesaggistica dei nostri luoghi allontanando inesorabilmente lo sviluppo turistico vera risorsa della nostra economia. Solo così Agrigento potrà concretizzare la sua vocazione turistica.
Caterina Busetta Continua a leggere...