
sabato 16 giugno 2012
Lettera aperta a Gaetano Pendolino del Distretto Turistico Valle dei Templi di Agrigento

venerdì 25 maggio 2012
Rigassificatore di Porto Empedocle: la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo processa l'Italia
Considerato che sono caduti nel vuoto tutti i nostri appelli alle istituzioni per salvare il parco archeologico di Agrigento, patrimonio Unesco, dall'assurda e incredibile aggressione di costruire al suo confine un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi, il 30 gennaio 2012 la nostra associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” ha presentato una dettagliata denuncia alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo contro il governo italiano per violazione dell'art. 2 -diritto alla vita- della Carta Fondamentale dei Diritti dell'Uomo, dell'art.3 -diritto all'integrità fisica- e dell'art.37 -tutela dell'ambiente-.
Inutilmente avevamo lanciato accorati appelli a Napolitano, Prodi, Rutelli, Pecoraro Scanio, Berlusconi, Bondi, Alfano, Monti, Ornaghi, Passera, all'Unesco e alla Commissione Europea. Per loro valse e vale il detto delle tre scimmiette “non vedo, non sento, non parlo”.
Ci siamo rivolti, allora, alla Corte Europea dei Diritti Umani (Cedu) che, essendo un giudice internazionale e non un organismo politico come i predetti, ha il dovere di sentirci e di prendere una decisione che condanni l'Italia per la violazione dei diritti anzicennati.
E' di oggi la decisione che il governo Monti ha stoppato la discarica di Corcolle a ridosso di Villa Adriana, anch'essa patrimonio Unesco, vicino a Roma. Per la Valle dei Templi silenzio tombale.
Il nostro sito archeologico, patrimonio Unesco, non è meno importante di Villa Adriana, anzi è decisamente più importante, atteso che riceve 700000 visitatori l'anno, mentre solo poche decine di sparuti turisti l'anno si limitano a visitare Villa Adriana, come ci riferisce Francesco Merlo de "la Repubblica"
A questo punto i nostri deputati nazionali Alfano, Capodicasa, Fontana, Iacolino, Mannino, Messina, Ruvolo e Scalia dovrebbero battere i pugni sul tavolo di Monti. Lo faranno? Ritengo proprio di no. Tutti sanno ciò che penso dei nostri deputati agrigentini nazionali e regionali. Tacciai di ascarismo e servile acquiescenza agli interessi dei poteri forti la nostra deputazione nazionale e regionale, tranne Ignazio Messina di Sciacca, che sull'argomento del rigassificatore ha presentato due interrogazioni parlamentari. Bollai come traditore della Valle dei Templi di Agrigento il governatore Lombardo che dichiarò ad una nostra emittente locale: “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai!". Se ne tornò a Palermo e autorizzò l'ignobile progetto.
Ora attendiamo fiduciosi che la Corte Europea di Strasburgo condanni l'Italia, soprattutto i governanti italiani.
Proprio oggi la cancelleria della Corte ci ha comunicato che “la denuncia sarà portata all'esame della Corte quanto prima possibile sulla base dei documenti e delle informazioni da Lei fornite”.
Abbiamo fornito, al riguardo, una una foto planimetrica di Google che documenta la distanza di 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle (cittadina di 15 mila abitanti) e di 1140 metri dal parco archeologico della Valle dei Templi (misurazione dell'ufficio tecnico del parco), il parere del prof. Richard Clarke, il più grande esperto mondiale di sicurezza e antiterrorismo e consulente di tre presidenti americani, che suggerisce di costruire i rigassificatori il più distante possibile dai centri abitati, preferibilmente off-shore, l'informazione che il territorio di Porto Empedocle è classificato dalla normativa antisismica “di rischio sismico di 2° livello” come quello dell'Aquila. Tutto ciò per supportare la denuncia contro il governo italiano per violazione degli articoli 2,3 e 37 della Carta Fondamentale dei Diritti Umani.
Gaetano Gaziano,
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”.
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giovedì 24 maggio 2012
Lettera aperta al Ministro Ornaghi per salvare la Valle dei Templi
Caro Ministro Ornaghi,
la nostra lunga esperienza di lotta per salvare la Valle dei Templi di Agrigento contro l'aggressione dei “veri barbari” (l'espressione è di Marcel Proust) ci aveva indotto nel più profondo pessimismo sul fatto che qualche istituzione pubblica (soprattutto di quelle preposte alla tutela del patrimonio culturale) potesse intervenire in difesa del parco archeologico di Agrigento, sito Unesco dal 1997, oggi minacciato dalla costruzione al suo confine di un rigassificatore da 8 miliardi di mc.
La Sua dura presa di posizione su la Repubblica del 24 maggio, con la minaccia di dimissioni da Ministro ai BB.CC, per scongiurare la costruzione di una discarica a poche centinaia di metri da Villa Adriana, anch'essa sito Unesco, ci incoraggia...
a chiedere il Suo intervento per evitare la sicura ignominia che ricadrà sul popolo italiano tutto, in primis sul Governo ovviamente, qualora dovesse essere realizzato l'ignobile progetto del rigassificatore alla distanza di 1000 metri dal parco archeologico di Agrigento (misurazione dell'ufficio tecnico del parco) e ad appena 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle, cittadina di 15000 abitanti.
Il predetto progetto è stato fortemente voluto in Sicilia dall'ex governatore Salvatore Cuffaro, oggi in carcere per mafia, e dall'attuale governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, indagato per mafia, che ad Agrigento affermò solennemente “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai!”. Se ne tornò a Palermo è autorizzo l'ignobile progetto.
Il rigassificatore (i cui lavori sono stati rinviati di un anno) dovrebbe sorgere in un'area sottoposta a vincoli archeologici, paesaggistici e idrogeologici, com'è stato attestato dal Sovrintendente ai BB.CC. di Agrigento del tempo, che però rilasciò paradossalmente il parere favorevole alla costruzione dell'impianto, subordinandolo ad improbabili “colorature e mascherature” (parere del 3.3.2006 n. 2083).
Inoltre il rigassificatore e il relativo gasdotto di allacciamento alla rete nazionale del gas sorgeranno in un'area che è stata delimitata dall'Unesco come buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico.
C'è da aggiungere anche che il territorio di Porto Empedocle è stato classificato dalla normativa antisismica come a “rischio sismico di 2 livello”, lo stesso dell'Aquila, funestata da un violento terremoto.
A niente sono valsi le proteste e i ricorsi presentati da diversi enti pubblici locali e da almeno 20 associazioni. Abbiamo anche prodotto il parere del più grande esperto al mondo di sicurezza e antiterrorismo, il prof. Richard Clarke, consulente di tre presidenti americani, che suggerisce di costruire i rigassificatori (se proprio devono essere realizzati) il più distante possibile dai centri abitati.
Signor Ministro, la sua decisa presa di posizione contro l'aggressione a Villa Adriana ci fa ben sperare che vorrà occuparsi anche dell'ignobile progetto di minaccia alla Valle dei Templi, perché riteniamo che Lei, come tutte le persone di buon senso del resto, non faccia una graduatoria di importanza tra i siti Unesco da tutelare e, in ogni caso, il parco archeologico della Valle dei Templi non potrebbe (o meglio non dovrebbe) essere considerato meno importante di Villa Adriana.
Caro Ministro Ornaghi, siamo certi che Lei non lascerà cadere nel vuoto questo nostro appello, come hanno fatto i suoi predecessori al Ministero dei BB.CC., Bondi e Rutelli, e (se mi permette) Le vorrei anche consigliare, da vecchio dirigente pubblico (oggi in pensione), lo strumento giuridico per eliminare questo ignobile progetto: revochi in autotutela il parere favorevole rilasciato dal Ministro Bondi sulla scorta dell'analogo parere del Sovrintendente ai BB.CC. di Agrigento. Tale revoca sarebbe ampiamente motivata dall'interesse pubblico di tutelare il nostro patrimonio culturale, la vita dei cittadini e l'immagine dell'Italia di fronte al mondo intero della cultura, che mai potrebbe perdonarci la più grave aggressione che la Valle dei Templi potrebbe subire nei suoi 2500 anni di storia.
Grazie per quello che farà e cordiali saluti,
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” .
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lunedì 14 maggio 2012
ARIA NUOVA A LAMPEDUSA
A mano a mano che lo spoglio procedeva, consolidando il trend che fin da subito era apparso chiaro e che assegnava la vittoria a Giusi Nicolini (1005 preferenze) e il secondo posto a Bruno Siragusa (801 voti), relegando De Rubeis all'ultimo posto con soli 672 voti, cresceva in me la consapevolezza che dopo 5 lunghissimi e penosissimi anni si stava verificando l'opportunità di voltare pagina e di cominciare una nuova stagione a Lampedusa.
Chi, infatti, ha votato Giusi Nicolini, direttrice della riserva dell'Isola dei Conigli di Legambiente, l'ha fatto perché vuole il cambiamento e l' inizio di un nuovo cammino che dovrà avere la sua stella polare nella legalità e nell'efficienza.
All'ombra della tragedia infinita degli immigrati che per anni ha calamitato attenzioni mediatiche e risorse umane aveva agito indisturbata una cricca capace di illeciti quali corruzione, abuso d'ufficio, abuso edilizio, falso ideologico, turbativa d'asta e altri reati, insomma un'associazione a delinquere così come ipotizzato dalla magistratura penale di Agrigento che sta indagando sulle malefatte di amministratori e funzionari.
I lampedusani con il loro voto hanno detto no a questo sistema di corruzione e malaffare, prendendone le distanze e iniziando il cambiamento.
Facendo ciò hanno mostrato maturità e coraggio per avere deciso di abbandonare le vecchie logiche di baratto del piccolo tornaconto personale a discapito di uno sviluppo generale e strutturale dell'isola i cui benefici poi ricadranno necessariamente su tutti e non solo sui soliti noti.
La maturità e il coraggio della gente merita risposte altrettanto concrete e coraggiose ed è per questo che oggi, all'indomani di una vittoria così importante anche simbolicamente, dico: forza Giusi, la gente da te si aspetta un segnale forte di discontinuità, l'inizio di un nuovo corso perché si realizzi lo slogan della tua campagna elettorale “il futuro comincia adesso”.
Per fare ciò basterà mettere in atto i vari punti del tuo programma a cominciare dal primo che recita “vogliamo cambiare il Comune: la legalità e l'etica pubblica devono ispirare ogni giorno l'azione amministrativa del Comune...”
Dopo che la sinergia di Magistratura e Guardia di Finanza ha scoperchiato quel vaso di Pandora di intrallazzi e corruttele, il Comune di Lampedusa deve diventare una casa di vetro trasparente, dove vengano tutelati i diritti dei cittadini e banditi i favoritismi.
I giovani, ad esempio, che devono costruire la loro prima casa, devono essere consigliati e guidati nelle procedure di rilascio delle concessioni edilizie, per evitare che, scoraggiati dalle lungaggini burocratiche, costruiscano abusivamente danneggiando ulteriormente il nostro territorio, che nel paesaggio ha la sua grande ricchezza.
Quanto sia importante tutto il resto, dallo smaltimento dei rifiuti (mai più incendi della discarica che ci hanno avvelenato con i fumi tossici) al traffico (stop al caos nel centro urbano), dal decoro urbano con la valorizzazione degli spazi comunali (mai più “regalati” ai privati), all'apertura del museo, di casa Teresa, della necropoli paleocristiana occultata da mega complessi e degli scavi nascosti dalle erbacce , è a te chiaro come si evince dal tuo programma elettorale molto articolato e puntuale.
A questo punto non resta che mettersi subito all'opera perché le priorità da affrontare sono tante e la stagione turistica è alle porte.
Buon lavoro, cara Giusi, sono certa che farai di tutto per realizzare le aspettative dei Lampedusani.
Caterina Busetta.
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sabato 5 maggio 2012
GIAPPONE: STOP AL NUCLEARE
E' di oggi la notizia che è stato avviato lo spegnimento dell'ultimo reattore dell'isola di Hokkaido ancora attivo dei 54 complessivi già spenti.
La motivazione dello spegnimento dell'ultimo reattore nucleare ancora funzionante è quella della revisione dell'impianto.
Ma i Giapponesi sono scesi in piazza a manifestare per la definitiva chiusura degli impianti nucleari, facendo proprie le teorie di Greenpeace che sostiene che “un Giappone senza nucleare è un Giappone più sicuro, perciò bisogna rottamare il nucleare a vantaggio delle rinnovabili”.
Si sono viste le immagini di moltissimi manifestanti con cartelli con la scritta “Addio energia nucleare”.
Sono certa che questo popolo così misurato e poco propenso alle manifestazioni chiassose riuscirà a mettere la parola fine al nucleare nel loro Paese, dando l'esempio a tutti gli altri Paesi che ancora insistono sul nucleare, a dispetto anche della volontà dei cittadini che, com'è successo in Italia, per ben due volte l'hanno bocciato con un referendum popolare.
Ripropongo, pertanto, parte del post pubblicato il 22 marzo 2011 su questo blog dopo l'incidente di Fukushima, perché ad un certo punto prevedevo proprio l'abbandono del nucleare da parte dei Giapponesi.
QUESTO IL POST DEL 22 Marzo 2011:
"Le immagini e le notizie che arrivano dal Giappone, con la velocità e l'intensità che le nuove tecnologie permettono, ci sconcertano e ci rendono consapevoli del piccolo villaggio che ormai è la nostra terra e di come ciò che succede a migliaia di km da noi ci riguarda e ci coinvolge emotivamente e materialmente. Abbiamo visto, con immagini per lo più amatoriali, la furia distruttiva dello tsunami che ha sbriciolato ciò che ha incontrato sul suo cammino: barche, strade, ferrovie, case, inghiottendo interi paesi e villaggi e lasciando solo fango e detriti.
Certo, ciò con cui il Giappone sta facendo i conti in questi giorni è una violenza della natura talmente forte ed eccezionale da fare inorridire perfino un popolo come quello giapponese, da sempre abituato ad affrontare le calamità naturali con stoicismo e forza da samurai.
L'allarme nucleare che è sopraggiunto dopo il terremoto rischia davvero di gettare nello sconforto e nell'angoscia non solo il Giappone ma tutto il pianeta.
Il Giappone che, come sappiamo, è la terza potenza mondiale ha saputo, negli ultimi 60 anni, sviluppare la sua economia grazie a tecnologie avanzatissime non solo nel campo dell'elettronica ma in tutti i settori industriali più avanzati.
Il fatto, ad esempio, che non ci sia stato un solo morto per effetto del devastante terremoto è il risultato dell'avanzata tecnologia antisismica nel costruire gli edifici.
Oggi però il disastro nucleare, che si intravede, fa pensare al Giappone come ad un colosso con i piedi di argilla e ci chiediamo come mai tutto il loro sviluppo industriale si sia basato prevalentemente sull'energia nucleare.
La risposta è semplice: non c'era altra scelta. Il Giappone non è altro che un arcipelago di isole nell'Oceano Pacifico, privo di combustibili fossili quali petrolio e gas. Il suo isolamento geografico non gli ha consentito, poi, di essere collegato, come succede invece all'Italia, né con gasdotti né con oleodotti.
La scelta del nucleare civile, quasi una sfida allora ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, fu quindi obbligata e indispensabile, così come fu obbligata la scelta dei rigassificatori che portano LNG (gas liquefatto) dal Qatar con le navi cisterne per essere appunto rigassificato. Le energie alternative, quali l'eolico e il solare, negli anni '60 e '70 erano di là da venire e perciò nemmeno prese in considerazione.
Non penso di essere temeraria nell'affermare che, finita l'emergenza, il Giappone ripenserà tutta la sua politica energetica e diventerà campione delle energie rinnovabili, dimostrando al mondo intero che è possibile conciliare il progresso e lo sviluppo economico con la sicurezza e la tutela dell'ambiente.”
Caterina Busetta.
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martedì 3 aprile 2012
LE LOBBY DELL'ENERGIA ALL'ATTACCO DELLE FONTI RINNOVABILI
I media nazionali, soprattutto quelli che ricevono vagonate di pubblicità dalle lobby dell'energia, stanno sparando un fuoco concentrico sulle fonti di energia rinnovabile. Affermano che, siccome gli incentivi, che lo Stato concede a famiglie ed aziende che le utilizzano -prevalentemente il solare-, graveranno pesantemente sulle bollette degli Italiani, tutto sommato sarebbe meglio sempre sfruttare le fonti fossili: carbone, petrolio, gas e anche il nucleare, nonostante abbiamo appena celebrato un referendum che l'ha bocciato.
Tutto ciò nasconde alcune bugie e molti interessi oscuri. Innanzitutto, non si parla dell'imbroglio che è stato messo nella legge che concede gli incentivi a chi fa ricorso alle fonti rinnovabili.
Non è stato detto, infatti, che qualche furbetto del quartierino ha aggiunto, di soppiatto nella legge, che gli incentivi sono destinati, oltre che alle fonti rinnovabili, anche a quelle “assimilate”.
In questa “innocente” aggiunta hanno ricompreso pure i termovalorizzatori, per cui gli Italiani si trovano in bolletta anche le spese di costruzione dei termovalorizzatori, compresi quelli che l'innefabile Emma Marcegaglia ha costruito nella Puglia del compagno Niki Vendola, comunista e devoto.
Perché politici e lobby dell'energia sono contrari all'energia rinnovabile?
C'est l'argent qui fait la guerre!
Il sole non costa niente, come ci ha ricordato il premio Nobel Carlo Rubia, mentre il business delle fonti fossili lucra una “paccata di miliardi”, per dirla con la “sobria” Elsa Fornero.
Ed è facile immaginare quanta parte di questa “paccata” venga “spalmata” nelle tasche di politici, mediatori, affaristi e faccendieri che gravitano attorno al mondo dell'energia.
Cosa volete che paghino in tangenti le famiglie e le aziende che decidono di installare sui propri tetti i pannelli solari? Invece, dai miliardi di forniture di gas e petrolio, qualche “benefit” andrà certamente in direzione di qualche “beneficiario”, che sentitamente ringrazia.
Peraltro, mentre le megacentrali e i rigassificatori danno pochissima occupazione, l'economia basata sulle fonti rinnovabili dà lavoro a decine di migliaia di piccole aziende specializzate nel settore, con grande beneficio per l'occupazione, come ha giustamente previsto Geremy Rifkin, premio Nobel per l'economia, e come ci raccontano le statistiche che vedono in grande crescita l'economia delle rinnovabili, mentre tutto il resto è decrescita .
E, poi, perché gravare gli incentivi alle fonti rinnovabili sulle bollette degli Italiani, mentre si potrebbero addebitare tranquillamente alla fiscalità generale, al posto di opere inutili come la Tav o al posto dell'acquisto di 120 cacciabombardieri, il cui costo stimato è di 20 miliardi di euro, più o meno corrispondenti a quelli che i “sobri” Monti e Fornero hanno spolpato agli Italiani con la manovra “lacrime e sangue”.
E, poi, si sono fatti sotto, udite udite, i filonuclearisti a chiedere al governo Monti di rivedere la posizione sull'energia nucleare, con in testa Umberto Veronesi, presidente dell'associazione Galileo 2001.
Ora, al di là delle argomentazioni pseudo scientifiche a sostegno della sicurezza dell'energia nucleare facilmente contestate dai loro stessi colleghi, il comportamento di questi “emeriti” scienziati è profondamente offensivo degli Italiani, che democraticamente si sono espressi contro il nucleare l'anno scorso e 25 anni prima.
Quali “argomenti” convincenti avranno usato le lobby dell'energia per spingere questo manipolo di “luminari” ad andare a bussare alla porta di Monti in favore dell'energia nucleare?
Non sappiamo, ma non è difficile immaginarlo.
Mi piace concludere questo mio pezzo con una riflessione che l'ingegnere nucleare, Massimo Zucchetti, docente di Protezione dalle radiazioni al Politecnico di Torino e collaboratore del Mit, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, ha indirizzato ai suoi “illustri” colleghi che si sono fregiati del nome di Galileo per dare titolo alla propria associazione: “Bertolt Brecht riscrisse il suo dramma “Vita di Galileo” davanti all’orrore dell’Olocausto nucleare e disse che non è la scienza ad essere sempre positiva, ma l’utilizzo sociale che se ne fa”. E, conclude lo scienziato torinese, “Viene da chiedersi quando gli “eminenti” dottori di Galileo 2001 cambieranno anch’essi opinione dinanzi alla realtà”.
Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”.
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venerdì 9 marzo 2012
Rigassificatore di Porto Empedocle: rinviato di un anno l'inizio dei lavori
Ieri sera è stata convocata una seduta straordinaria del consiglio comunale di Porto Empedocle per fare il punto sullo stato dell'arte dei lavori di costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, rinominato rigassificatore “Valle dei Templi” per la vicinanza al parco archeologico di Agrigento, patrimonio Unesco (nella foto Venturi, Armao, Conti e Lombardo sorridono raggianti dopo la firma dello "storico" accordo del 2009 sul rigassificatore).
Erano presenti nella seduta del consiglio comunale esponenti dei sindacati agrigentini e rappresentanti della società empedoclina. Era atteso anche l'intervento dell'ing. Giuseppe Luzio, a.d. della società Nuove Energie-Enel, che avrebbe dovuto costruire l'impianto gasiero, per dare notizie precise sull'inizio dei lavori e sulle potenzialità occupazionali degli stessi.
Luzio non si è presentato ed ha inviato una lettera che è stata letta dal presidente del consiglio comunale, con cui comunicava il rinvio dei lavori almeno di un anno in attesa di accertamenti sull'area che avrebbe dovuto ospitare il rigassificatore.
Grande è stata la delusione dei disoccupati e dei sindacalisti, che da molti anni vanno speculando sui posti di lavoro scaturenti a Porto Empedocle dalla realizzazione dell'impianto industriale, cosa del tutto falsa come vedremo più avanti.
La notizia del rinvio dei lavori ha altre motivazioni e le comprende bene chi sa leggere l'informazione economica a 360 gradi, non limitando lo sguardo al proprio orticello.
Ieri c'è stata a Roma la presentazione, agli analisti economici di tutto il mondo, del piano industriale di Enel per il quinquennio 2012/2016 e la multinazionale dell'energia italiana era fortemente interessata a rassicurare i mercati della riduzione del proprio enorme indebitamento che ammontava alla fine del 2011 a circa 50 miliardi di euro.
A Enel temono un declassamento (downgrade) da parte delle società di “rating” come Standard & Poor's e Moody's e l'amministratore delegato Fulvio Conti ha messo le mani avanti dichiarando che un eventuale dawngrade alla tripla B non li preoccupa, perché tra l'altro sarebbe in linea con la credibilità dell'azienda Italia. Sciocchezze!
Eccome se li preoccupa.
Intanto non ha convinto per niente i mercati, infatti in due giorni le azioni Enel hanno perso più di 7 punti percentuali.
Conti ha promesso, per tranquillizzare gli analisti economici, che nell'arco del quinquennio porterà l'indebitamento intorno ai 30 miliardi di euro, ma va detto che l'eventuale downgrade renderebbe impossibile questa operazione di riduzione del debito, perché anzi l'aumenterebbe, dato che il declassamento significa in prima battuta retribuire a un tasso più oneroso i crediti forniti da banche e investitori istituzionali.
Conti ha promesso che ridurrà, allora, gli investimenti. Ha dato assicurazione che non si porterà a compimento l'ampliamento della centrale a carbone di Porto Tolle, mentre per il rigassificatore di Porto Empedoche ha detto che ci vorranno tempi lunghi.
Questa dichiarazione, unita a quella dell'a.d. Luzio di Nuove Energia del rinvio di un anno dei lavori, lascia sperare che Enel stia pensando a rinunciare al rigassificatore di Porto Empedocle, come ha fatto British Gas per Brindisi.
E tra le motivazioni che Enel non dice, come del resto British Gas, c'è certamente quella vera e cioé che il mercato del gas nel mondo è cambiato, dopo la scoperta dello "shale gas" (gas non convenzionale) a seguito della quale paesi come gli Usa e la Cina, che prima erano i più grandi importatori di gas, oggi sono autosufficienti per cui nel mondo c'è un'enorme offerta di gas e costruire nuovi rigassificatori è diventato antieconomico.
Ancora è presto per dirlo, ma la possibilità che il rigassificatore di Porto Empedocle non si faccia più è molto concreta.
E ai disoccupati di Porto Empedocle vogliamo ricordare che sono stati presi in giro per diversi anni da sindacalisti non certamente disinteressati, per le seguenti considerazioni: nel rigassificatore di Rovigo, ultimati i lavori, è stato impiegato un solo cittadino veneto. Tutti gli altri sono tecnici specializzati stranieri. Basterebbe costruire nell'area Asi di Porto Empedocle un ipermercato per dare lavoro a non meno di 400 dipendenti generici. Per quanto riguarda l'occupazione durante i lavori di costruzione del rigassificatore, anche in ciò i sindacalisti hanno mentito.
La maggior parte dei lavori, infatti, non prevede il coinvolgimento di manodopera generica ma soprattutto movimenti di terra. E, in Sicilia, sappiamo bene a chi fanno gola questi lavori.
Gaetano Gaziano
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