Leggiamo che i sindacati di categoria hanno preso posizione a favore del rigassificatore sotto la Valle dei Templi di Agrigento e che addirittura domani faranno un sit-in davanti al Municipio di Agrigento, per chiedere a Zambuto, che notoriamente si è schierato contro l'impianto industriale per tutelare giustamente gli interessi della nostra città, di recedere dalla sua contrarietà, perché, a loro dire, il rigassificatore garantirebbe un certo ritorno occupazionale. Niente di più falso.
Le stesse promesse di occupazione erano state fatte a Rovigo per la costruzione del rigassificatore off-shore.
Sapete quanti veneti lavorano nell'impianto di Rovigo? Uno! Tutti gli altri, una sessantina in tutto, sono di fuori.
E' addirittura patetica la promessa che a Porto Empedocle potrebbero attraccare le navi da croriera. Quale comandante farà attraccare la propria nave accanto ad una nave gasiera da 160 mila mc.e a breve distanza di due enormi cisternoni del gas da 320 mila mc?
E allora perché ci raccontano queste storielle i sindacati?
Cui prodest? A chi giova la loro posizione?
Certamente ad Enel che dovrebbe realizzare l'impianto, che si è vista già bocciare il progetto dal Tar del Lazio il 14 dicembre.
Ora, mentre pende il ricorso al Consiglio di Stato che giorno 14 giugno dovrà dare la sentenza di appello, arriva questo “aiutino” ad Enel.
Non sappiamo quanto sia voluto o inconsapevole.
La verità è che, come ho detto prima, la favoletta dell'occupazione non regge più. I rigassificatori sono impianti industriali ad alta concentrazione di capitali e a bassissimo livello occupazionale. Tra l'altro con i profitti garantiti.
Una “generosissima” delibera dell'Autorità per l'Energia e il Gas sancisce, infatti, che alle società che gestiscono rigassificatori verrà garantito comunque l'80% dei ricavi di riferimento (3 miliardi di euro l'anno per Rovigo come per Porto Empedocle) anche se gli impianti dovessero restare inattivi. E ciò per vent'anni, ponendo la spesa sulle bollette degli Italiani.
E volete che su questo ghiotto business non si riversassero gli sciacalli della finanza internazionale?
Per restare all'esempio del rigassificatore off-shore di Rovigo, l'italiana Edison ha solo il 10% del capitale azionario, mentre il 45% appartiene all'emiro del Qatar e l'altro 45% all'americana Exxon.
Quindi l'Italia, che è sempre in bilico tra i Paesi industrializzati occidentali e il Terzo Mondo, farà beneficenza al “povero” emiro del Qatar e ai “poveri” Rockefeller proprietari della Exxon.
Risulta pertanto incomprensibile l'atteggiamento dei sindacati di categoria.
Certo è che, se il segretario generale del sindacato autonomo Fismc, Roberto Di Maulo, ha dichiarato, in un'intervista a "Il Giornale" di Sallusti, che i “sindacati sono foraggiati da Confindustria”, qualche buon motivo dovrà pure averlo avuto.
Ma per fortuna oggi il vento sta cambiando e lo vedremo lunedì con i risultati dei referendum.
E, se anche Bersani (che stupido non è) ha cambiato idea sull'energia nucleare (prima era favorevole) sulla spinta della forte pressione democratica dal basso, non disperiamo che anche i sindacati possano rivedere la loro posizione sul rigassificatore “Valle dei Templi di Agrigento".
Gaetano Gaziano.
giovedì 9 giugno 2011
RIGASSIFICATORE, SINDACATI FORAGGIATI DA CONFINDUSTRA
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