mercoledì 25 marzo 2009

PARTE LA CONSULTAZIONE POPOLARE SUL RIGASSIFICATORE


Il TAR di Palermo non ha dato alcun via libera al rigassificatore di Porto Empedocle, come è stato annunciato trionfalisticamente dalla difesa del Comune di Porto Empedocle con un comunicato, fatto diffondere da un'agenzia Ansa e ripreso dai media locali. Il Tribunale Amministrativo si è limitato, in prima istanza, ad esaminare la richiesta di sospensiva del decreto di valutazione di impatto ambientale (Via) del Ministero dell'Ambiente perché, riteniamo, il provvedimento ministeriale è solo un parere propedeutico all'iter amministrativo e non costituisce l'atto definitivo di autorizzazione alla costruzione dell'impianto, che dovrà essere invece emanato dall'Assessore regionale all'industria, Pippo Gianni. Per cui definire il provvedimento del Tar sulla richiesta di sospensiva un via libera alla costruzione dell'impianto risulta quanto meno azzardato, essendo la decisione finale rinviata all'esame del merito del ricorso. Va poi ricordato che, oltre al ricorso del Comune di Agrigento, sono stati presentati altri due ricorsi al Tar, uno da Legambiente e Arci Regionale, e uno dalla Camera di Commercio di Agrigento unitamente ad altre numerose associazioni, compresa la mia, per impugnare il decreto Prestigiacomo-Bondi che ha incredibilmente “cancellato” la Valle dei Templi. Per questi altri ricorsi la strategia difensiva è stata quella di non chiedere la sospensiva e andare direttamente all'esame del merito. Si ricorda infine che è intendimento di tutti i ricorrenti di impugnare anche il provvedimento finale autorizzativo dell'Assessore Regionale all'Industria, non appena verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Intanto il Sindaco Marco Zambuto, confortato dalla sua Giunta, ha indetto una consultazione popolare sul rigassificatore.
La scelta nasce, come si legge nel comunicato del Sindaco, dalla considerazione che il relativo insediamento è previsto a poco più di un chilometro dal parco archeologico della Valle dei Templi, riconosciuto dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, con conseguente degrado ed impoverimento dei beni culturali di immenso pregio ivi presenti, e che, pertanto, l’opera collide in maniera insanabile con gli interessi turistici di Agrigento sui quali fonda la propria economia ed il proprio modello di sviluppo. La decisione è stata ovviamente accolta con grande soddisfazione da parte delle associazioni che si battono contro l'ecomostro. La consultazione si svolgerà quasi certamente dal 17 al 22 aprile. Tutti coloro che hanno a cuore le sorti della nostra città e che vogliono fermare chi mira a distruggere il nostro territorio, il nostro patrimonio culturale, nonché la nostra speranza in un futuro migliore, devono, dobbiamo, attivarci perché la consultazione abbia successo, ovviamente nella direzione da noi desiderata.
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento
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venerdì 13 marzo 2009

"LE INVASIONI BARBARICHE"


Credo che sia sbagliato prendersela sempre con i nostri politici se le cose vanno male. Loro non sono altro che lo specchio della società dove vivono e prosperano. Quindi vediamo un attimo in quale contesto si muovono e chi, in realtà, li supporta. Recentemente è stato organizzato dal Rotary club di Agrigento un convegno sulle “coste siciliane tra sviluppo e sostenibilità ambientale”. Già dal titolo del convegno si poteva intravedere il taglio che hanno voluto dare alla tavola rotonda. Prima si era soliti parlare di tutela ambientale e sviluppo sostenibile, nel senso che lo sviluppo deve tener conto dell'ambiente per evitare i guasti provocati dall'attività umana. Parlando invece di sviluppo economico e “ambiente sostenibile” si è ribaltato il concetto: deve essere l'ambiente a cedere alle esigenze dello sviluppo, diventando “sostenibile”, come dire che l'ambiente deve piegarsi al “progresso”. Sembrerebbe un'operazione di innocente maquillage lessicologico. Ma innocente non è, tant'è vero che lo stesso club service qualche settimana prima si era fatto promotore di una conviviale propagandistica del rigassificatore, con cena “offerta” da Enel o da Publikompass o dal quotidiano “La Sicilia”, o da tutti e tre insieme, dove erano state decantate dal management della lobby dell'energia e da qualche utile idiota locale le proprietà salvifiche per la nostra economia del rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento. Conviviale ripetuta, sempre con cena a carico dei predetti “benefattori”, la settimana successiva con l'altro club service di punta della nostra città, il Lions Host. Della nostra borghesia “illuminata” da Enel abbiamo dato conto agli agrigentini dalle pagine di questo giornale. Poi è arrivato quest'ultimo convegno del Rotary, dove l'argomento-convitato di pietra è stato ovviamente il rigassificatore a Porto Empedocle. Gli organizzatori hanno tenuto a precisare che, al riguardo, non intendevano prendere posizione, ma offrire un tavolo tecnico di confronto delle opposte opinioni. Oh, immenso Timineri, past governator del club, queste parole suonano assurde pronunciate da Lei, uomo di mare che è stato fondatore del club nautico di Agrigento, come assurde suonano in bocca all'architetto Carbone, presidente del Rotary ma, soprattutto, direttore della casa museo di Luigi Pirandello, da dove basta affacciarsi per toccare con mano l'area dove dovrebbe sorgere l'ecomostro. Quindi, con una borghesia simile, come stupirsi che qualche mente “raffinata” abbia programmato di trasformare la nostra provincia in pattumiera d'Europa, con il termovalorizzatore a Casteltermi, con la megadiscarica ad Aragona, con il rigassificatore a Porto Empedocle e, perché no, con una centrale nucleare a Palma Montechiaro. Addirittura qualche politico siciliano “illuminato” si è dichiarato favorevole a una discarica di scorie nucleari, magari pensando alla nostra provincia così ricca di miniere dismesse. Come meravigliarsi, allora, che i nostri politici “ascari”, che rappresentano una tale borghesia apatica ed acquiescente, corrano ad aprire le porte alle “invasioni barbariche” di lobbisti che non si fanno scrupoli di scorribandare attraverso territori che sono sacri per la loro storia e per la loro testimonianza di millenni di cultura. E chi se ne importa! “Gli agrigentini, questi impianti li vogliono” mi ha detto un nostro “autorevole” esponente politico che oggi siede nella giunta regionale. Ma quali agrigentini? Quelli con il cappello in mano, pronti a raccattare le elemosine e le cene dai lobbisti “illuminatori”. Per fortuna sta venendo fuori un'altra società agrigentina, fatta di giovani e meno giovani, che non si rassegna alla condizione di elemosinante, che sta trovando la forza di dire NO alle invasioni barbariche e che oggi ha voce attraverso la rete e sulle pagine di quei pochi giornali liberi che non fanno da cassa di risonanza ai “benefattori”, come succede invece a molti giornalisti, dal trombone di fama (o di fame) nazionale ai nostri poveri pennivendoli locali. Non siamo moltissimi al momento i “resistenti”, ma abbiamo dalla nostra una causa nobile e giusta per cui vale la pena veramente di alzare le barricate contro i nuovi barbari.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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mercoledì 4 marzo 2009

Il Nucleare e i Sette Nani


Il nucleare non poteva trovare in Italia piazzisti migliori dei due nani potenti: nano Berlusconi e nanò Sarkozy. In una recente conferenza stampa televisiva i due nani superman hanno annunciato “urbi et orbi” la costruzione di almeno 4 centrali nucleari in Italia. Ovviamente di produzione francese. I due piazzisti erano raggianti per l'affaire concluso, soprattutto il nano francese che si è permesso di minacciare, sia pure con il sorriso sulle labbra, “guai a chi mette veti”, che ricorda tanto il “guai ai vinti” che il suo antenato Brenno pronunciò sprezzante alla guida dei Celti. Ma l'atmosfera era delle più festose e l'infelice battuta è passata quasi inosservata. I due nani, alla fine, si sono lasciati andare a pacche sulle spalle e manifestazioni goliardiche, a tal punto che il nostro nano nazionale è stato sorpreso dall'emittente televisiva francese Canal +, attraverso la lettura labiale, mentre confidava a nanò Sarkò, in un francese maccheronico e stentato, “moi je t'à donné tua donna”. Oh immenso Berlusconi, non conoscevamo in te, oltre alle tue doti sovrumane, anche quella di procacciatore di donne. Ma l'euforia era tanta. Avere piazzato, solo per cominciare, 4 centrali nucleari di vecchia generazione ritenute dal mondo scientifico obsolete con produzione di enormi scorie nucleari che nessuno ancora ci dice come saranno smaltite, poteva e doveva essere considerato un capolavoro di furbi piazzisti che riescono ad affibbiare a sprovveduti acquirenti merce scaduta e avariata e, per di più, a prezzi elevatissimi. Il business del nucleare vale almeno venti miliardi di euro. Chi li pagherà? Ovviamente il contribuente italiano e poi, una volta costruite le centrali, magari verrà assicurato alle società di gestione, come sta succendo per i rigassificatori, attraverso una “generosissima” delibera dell'autorità per l'energia almeno l'80% dei ricavi di riferimento (non del fatturato che è altra cosa) anche in caso di inutilizzo degli impianti. Altri due furbi nani hanno festeggiato il business, però in modo più discreto. Nano Fulvio Conti, ad di Enel, e nanò Pierre Gadonneix, ad di Edf (la lobby francese dell'energia), erano stati fatti accomodare in un banchetto “a latere” dei due nani principali. Il business è stato fatto esclusivamente per loro (non certo per gli italiani), per cui hanno ringraziato sentitamente. E pazienza se poi, quando saranno costruite, le centrali risulteranno superate perché intanto sarà stata messa a punto la tecnologia di quelle di quarta generazione che, oltre a produrre elettricità, produrranno anche ossigeno, ridurranno di molto il problema delle scorie e, soprattutto, saranno molto più economiche. E il referendum votato dagli italiani contro il nucleare? E chi se ne importa! Sa il nano nazionale qual è il bene degli italiani. Allora anche il referendum del '46 per la Repubblica potrebbe, com'è stato osservato dalla simpaticissima Luciana Littizzetto, essere considerato carta straccia, per cui potremmo legittimamente chiamare al trono d'Italia Emanuele Filiberto di Savoia, attualmente impegnato in gare televisive di ballo e anche con un certo successo.
Visto il clima di generale “embrassons nous” o di “volemose bene” alla ciociara, un altro nano di successo si è lasciato andare nella gioiosa affemazione “ma facciamone pure dieci”, e cioè nano Claudio Scajola, ministro dello sviluppo economico, sì quello stesso Scajola che, nel precedente governo di nano Berlusconi, era stato costretto a dimettersi da ministro dell'interno perché aveva dato del “rompicoglioni” al povero professor Biagi che, sentendosi minacciato, aveva chiesto la scorta.
E il ministro che dovrebbe tutelare l'ambiente? La bella nana Stefania Prestigiacomo plaude anche lei al business del nucleare. E, d'altra parte, la leggiadra nana è in questo momento “in tutt'altre faccende affaccendata”, occupata com'è a fare schierare l'Italia con i Paesi europei più inquinanti e, a casa nostra, nelle vicende non molto edificanti di famiglia coinvolta dalla magistratura in fastidiose indagini per lo smaltimento di rifiuti tossici (vedi “Il Venerdì di Repubblica” della passata settimana).
E l'opposizione? Popolata da altri nani. Nano Veltroni ha sposato da tempo la politica dell'ambientalismo del fare (o meglio degli affari), subito seguito da Franceschini, suo sostituto a scadenza. Il loro placet al nucleare, almeno fino ad oggi,è scontato. Come scontato sembra anche il placet di nana Finocchiaro che, quando venne ad Agrigento, ad aprire la sua disastrosa campagna elettorale, ad una precisa domanda se fosse contraria al rigassificatore, ebbe a rispondere con le mani ai fianchi: “cu 'u dissi, u rigassificatori s'ava a fari!”. E a Palermo non stiamo meglio. Il nano autonomista Raffaele Lombardo, dopo avere affermato in campagna elettorale con il petto gonfio di orgoglio siciliano, “i Lor Signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera d'Europa”, con riferimento ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, alle centrali nucleari e quant'altro, una volta eletto governatore, ha calato le brache su tutti i fronti. Dimenticando che la Sicilia produce il 40% del fabbisogno energetico nazionale e il 50% del fabbisogno di petrolio raffinato.
Questa la favola dei Sette Nani riadattata ai nostri giorni. I nani intanto sono aumentati di numero ma non giganteggiano certamente per statura morale. Il pensiero corre anche ai nostri nani locali, gli assessori Cimino, Di Mauro e Gentile che, come i nanetti di gesso che vengono collocati nei giardini dei nuovi arricchiti, hanno funzione solamente ornamentale alla corte di nano Lombardo. La favola però non ha un lieto fine come al solito. Oggi sembra che i nani furbetti del quartierino debbano averla vinta. Sembra.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento
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venerdì 27 febbraio 2009

La Commissione Europea dichiara ammissibile la denuncia contro il rigassificatore sotto la Valle dei Templi


E' ufficiale! La Commissione Europea ha dichiarato ammissibile la denuncia presentata contro il rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento. La denuncia era stata presentata dalle associazioni "Salviamo la Valle dei Templi", "Confimpresa-Euromed" e il "Parco Letterario Pirandelliano" contro il decreto di VIA (valutazione di impatto ambientale) dei ministri Prestigiacomo e Bondi, che incredibilmente hanno "cancellato" la Valle per decreto. Il ricorso presentato a Bruxelles ha denunciato il governo italiano, la regione siciliana, il sindaco di Porto Empedocle, nonché la soprintendenza di Agrigento per infrazione della normativa comunitaria. In particolare è stata segnalata la violazione delle norme europee di tutela del patrimonio culturale dell'umanità, delle norme di previsione del coinvolgimento delle popolazioni interessate nel processo decisionale relativo agli impianti ritenuti "a rischio di incidente rilevante", nonché delle norme che prescrivono il divieto degli aiuti degli Stati membri alle proprie aziende per non violare il principio della concorrenza. La dichiarazione di ammissibilità della denuncia è un importante passo avanti sulla strada del blocco dell'iter autorizzativo del rigassificatore, in quanto la Commissione Europea ha dato un primo giudizio sulla fondatezza del ricorso in merito all'infrazione del diritto comunitario e ha assegnando la pratica alla direzione generale competente. A breve dovrebbe scattare la diffida al governo italiano a recedere dal comportamento anticomunitario. Diversamente sarà inevitabile il deferimento dell'Italia alla Corte di Giustizia Europea in Lussemburgo.
Gaetano Gaziano,
Presidente Associazione "Salviamo la Valle dei Templi" di Agrigento
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martedì 24 febbraio 2009

Denunciata la Prestigiacomo alla Commissione Europea


Tre associazioni agrigentine ricorrono alla Commissione Europea per chiedere l'apertura della procedura di infrazione della normativa comunitaria da parte del governo italiano relativamente all'autorizzazione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento. Le associazioni "Salviamo la Valle dei Templi", “Confimpresa-Euromed” e “Il Cerchio”, gestore del parco letterario pirandelliano, hanno denunciato a Bruxellelles la palese violazione, nel procedimento di rilascio della Via (valutazione di impatto ambientale), di numerose norme di diritto europeo e internazionale perpetrata da Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente, Sandro Bondi, ministro dei beni culturali, Antonello Antinoro, assessore regionale ai beni culturali, Eugenio D'Orsi, presidente della Provincia di Agrigento e la soprintendente di Agrigento, Gabriella Costantino. In particolare è stata segnalata alla Commissione Europea la violazione del Trattato europeo che, all'art. 87, impone il divieto di aiuti da parte degli Stati membri alle proprie aziende per non ledere il principio della concorrenza. Infatti con una “generosa” delibera dell'Autorità italiana dell'energia e del gas è stato previsto illegittimamente, per la società che dovrà realizzare e gestire l'ecomostro, la corresponsione dell'80% dei ricavi di riferimento anche in caso di inutilizzo dell'impianto, gravandolo (ahinoi) sulla bolletta degli italiani. Altro complesso di norme violato è quello che riguarda l'obbligo di informare le popolazioni interessate, specialmente quando si tratta di “impianti a rischio di incidente rilevante”. E che l'ecomostro lo sia non vi è alcun dubbio, tant'è che la legge impone la predisposizione di piani di evacuazione della popolazione in caso di disastro. E' stato violato anche l'obbligo previsto dalla normativa comunitaria Seveso che “la popolazione deve essere messa in condizione di esprimere il proprio parere”. E l'unica possibilità che ha la gente di esprimere il proprio parere è quella di effettuare un referendum popolare, che è stato negato dal Comune di Porto Empedocle, mentre il sindaco Firetto si è preoccupato di consultare la popolazione per la scelta del bozzetto della statua di bronzo al commissario Montalbano. Più “democratico” di così...Anche la Provincia di Agrigento ha negato ai propri cittadini il diritto a pronunciarsi, fatto tanto più grave in quanto l'ex presidente Fontana, in pieno consiglio provinciale riunito in sessione straordinaria il sei dicembre 2007, con l'intervento delle forze sociali e dei cittadini, promise l'indizione di un referendum popolare, mai effettuato.
Altro complesso di norme violato risulta essere quello della tutela comunitaria e internazionale del patrimonio culturale. E' stata denunciata infatti l'incredibile “cancellazione” della Valle dei Templi dal sorprendente decreto Prestigiacomo-Bondi, che si è preoccupato di citare tra i siti degni di tutela, siti SIC, le Maccalube, Torre Salsa eccetera, che,essendo distanti dalla zona dell'ecomostro, non corrono alcuni rischio. Ora se è possibile che Prestigiacomo, Bondi e Antinoro non sappiano, dall'alto della loro “immensa” cultura, dove sia la Valle dei Templi, questo stesso alibi non può, di certo, accampare la soprintendente Gabriella Costantino, che ha il proprio ufficio nel cuore del parco archeologico e che, affacciandosi dalla sua finestra, può toccare letteralmente con mano la zona dove dovrebbe sorgere l'ecomostro (speriamo di no).
Senza contare che la confinante zona Caos è stata sottoposta a vincolo paesaggistico proprio dall'Assessorato regionale all'ambiente con decreto del 1993 e senza contare che l'area interessata dall'impianto rientra in piena Buffer Zone (zona di rispetto) del parco archeologico, vincolo imposto dall'Unesco di Parigi al momento dell'inserimento della Valle nella lista dei beni patrimonio dell'Umanità. E, infatti, la Costantino e Antinoro sono stati denunciati proprio per la violazione della Convenzione di Parigi del 16/11/1972 (recepita dallo Stato Italiano) che tutela il patrimonio culturale mondiale, responsabilità che ovviamente si estende a tutto il governo italiano. La sottoposizione del governo italiano e delle altre istituzioni al procedimento di infrazione della normativa europea si concluderà, una volta istruito il processo da parte della Comisione Europea, con il deferimento alla Corte di Giustizia Europea.
Gaetano Gaziano
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lunedì 16 febbraio 2009

Il pensiero è forte, la carne debole


Due anni fa, quando con un appello a Napolitano e company dell'allora governo Prodi, iniziammo la nostra battaglia contro il rigassificatore sotto la casa di Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi, un giovane e già affermato politico agrigentino, che sembrava allora condividere la nostra contrarietà ad un impianto di tal genere, ebbe a dirci che la battaglia era difficile perché dietro c'erano i poteri forti. Siamo stati, perciò, consapevoli fin dall'inizio che non si trattava di una passeggiata o di una conviviale da clubs service, che pure in questa storia entreranno con cene offerte. Il regno per un piatto di lenticchie?. L'avere toccato con mano cosa significa “poteri forti” non lascia indifferenti. Siamo tuttavia ancora qui con i mezzi a nostra disposizione: la rete. Costruire un rigassificatore, definito “impianto a rischio di incidente rilevante” a ridosso di un sito patrimonio dell'umanità avrebbe dovuto fare gridare allo scandalo, invece...silenzio.
Politici di destra e di sinistra, sindacati, funzionari infedeli, o per meglio dire fedelissimi ai loro padrini politici, intellettuali dal pensiero forte ma dalla carne debole, si sono uniti appassionatamente in un unico abbraccio con l'Enel, specialista nell'illuminare le coscienze.
E' in questa ottica che vanno letti gli innumerevoli e apparentemente incomprensibili voltafaccia di personaggi di spicco. Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai, che nella Valle gestisce la Kolymbetra, nel marzo del 2007 prende posizione precisa contro il rigassificatore, chiedendo al governatore Cuffaro un atto di amore verso la sua terra. Ma solo dopo tre mesi ritratta e indica l'Enel con il rigassificatore come unica risorsa. La stessa cosa fa Gianni Puglisi, presidente della delegazione italiana Unesco nonché presidente della fondazione del Banco di Sicilia, che dapprima invia una lettera a Cuffaro, ventilando il pericolo che il sito venga cancellato dalla World Heritage List, ma che dopo un po' ritratta, dicendo che “grazie a Dio non c'è alcun pericolo”. Da questo momento gli intellettuali dal pensiero forte ma dalla carne debole diventano i maggiori sponsor dell'Enel. L'inclito Camilleri entra in scena all'inizio del 2008 contro le trivelle in Val di Noto ma, non dicendo nulla sul rigassificatore di Porto Empedocle, la sua Vigata letteraria, ne avalla implicitamente la realizzazione. Il silenzio-assenso dura un anno, per poi diventare esplicito proprio in questi giorni con la famosa dichiarazione di soddisfazione rivolta al sindaco di Porto Empedocle per come aveva portato avanti la trattativa con compensazioni e via discorrendo. La presa ufficiale di posizione di Camilleri, sebbene annunciata, suscita l'indignazione quasi unanime degli agrigentini che, dall'assessore alla cultura ai comitati cittadini e agli ambientalisti, non la gradiscono. Ma in suo soccorso arriva dalle pagine regionali di Repubblica Pippo Russo, agrigentino e scrittore come lui stesso ama definirsi, che rintuzza Legambiente, disquisendo dottamente, per avere osato immaginare Montalbano contro Camilleri, “prima madrassa montalbanica di rito scimunìta”, ma che elude il nocciolo della questione rigassificatore, confessando candidamente di non essere “sufficientemente documentato”. Ma come un agrigentino, e per di più un intellettuale, può candidamente dire ciò? A me, che oso evidenziarlo, risponde in modo graffiante dandomi della fondamentalista. Combattere illegalità, corruzione e omertà è roba da “fondamentalisti”. Meglio, molto meglio badare al proprio particulare , schierandosi a favore del “grande maestro” ed entrando a buon diritto nell'Olimpo degli scrittori. Peccato! Il pensiero era forte ma la carne debole. Dopo qualche settimana “La Stampa” di Torino esce con un reportage documentato di voci favorevoli e contrari al rigassificatore. Apriti cielo! Scende in campo una vera supernova: Gian Antonio Stella, giornalista di punta del “Corriere della Sera” che, sparando a zero sprezzantemente, tuona contro la “ringhiosa guerra” al rigassificatore e contro chi osa disdegnare la munificenza dell'Enel, tacciando tutti di “ipocrisia finto-ecologista”. Nella foga fustigatrice, degna di un cavaliere senza macchia e senza paura, dà scudisciate a destra e a manca, scambiando perfino la tomba di Terone (foto sopra) con quella di Nerone, sotto la quale non si vede alcun rigassificatore. Peccato! In questo caso anche il pensiero è debole. Rassegnatevi gente, rassegnatevi! La società di “mutuo soccorso” scenderà in campo ancora, ancora e ancora per difendere gli intrecci politico-affaristici. Difendere la Valle dei Templi, la casa natale di Pirandello, i luoghi simbolo della nostra identità è invece roba da visionari Don Chisciotte e da “ipocriti finti- ecologisti” che non si rassegnano a questo “Sud sgarrupato”. Meglio, molto meglio l'ambientalismo del fare (o degli affari?) e al diavolo tutti i siti patrimonio dell'umanità che, alla fine, non sono mica il nostro patrimonio!
Caterina Busetta
Associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento
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domenica 15 febbraio 2009

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